Trenta giorni per morire

[Addestramento TS I, Asami]

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  1. Zakira
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    Il medaglione terminò il suo volo, appoggiandosi sul pavimento della sala macchine. Proprio come aveva previsto la giovane Hoshiyama, spostando poi lo sguardo verso il giovane sunese in pericolo. Dopo aver liberato l’amico dal quel terribile oggetto, la sua respirazione e il battito cardiaco erano tornati nuovamente nella norma. Così come i suoi occhi che, nuovamente, ripresero il loro colore originale. Anche la sua pelle, poco a poco, ritornava ad una temperatura ottimale. Il pericolo fu scampato e fortunatamente la genin della foglia potè tirare un sospiro di sollievo per le condizioni di salute del suo compagno di squadra. Ma anche per aver sventato un impotetico assalto alla vita dell’ex consigliera e del marito. Inoltre, costretta dalle circostanze, utilizzò anche la tecnica proibita di Tsunade che potè sperimentare con i suoi occhi l’effetto dei suoi numerosi studi. Infatti, la ferita subita alla gamba durante lo scontro precedente fu completamente rimarginata. Per ora doveva concentrarsi sulle sue mani che avevano subito una bruciatura causata dal medaglione. Lentamente il chakra curativo fornita dalla tecnica rigenerava le sue forze curando parte delle ferite alle mani. Il minimo per riprendere le forze e per non sentirsi debole [Guarigione: 1 Leggera]. Ma al termine dell’effetto, il suo corpo era più stanco del previsto. Ma fortunatamente la disavventura per entrambi i genin finì con un epilogo positivo.
    Per Asami, i giorni successivi a quell’avvenimento, furono per lei più tranquilli. Non solo poteva dedicarsi con più cura alle ferite riportate, ma aveva dedicato parte del suo tempo libero anche a Shunsui. Rispetto alla kunoichi, il ragazzo di Suna, subendo gli effetti negativi della collana, non riprese conoscenza. Oltre alla salute del sunese, però, dovette controllare anche quella del capitano e del suo assistente che rimasero feriti dalla finta ragazza bionda. Volevano delle spiegazioni per quello che era successo e la ragazza del Paese del Fuoco aveva fatto tutto il possibile per proteggere il compagno di squadra da una possibile accusa. Più facile era stato quello di tener nascosto ciò che successe quella sera ai vari clienti della nave. Infatti, per sua fortuna e quella di Shunsui, quella notte nessuno aveva avvertito il pericolo, restando quindi all’oscuro dell’avvenimento.

    [...]

    Trovandosi all’interno di una struttura ospedaliera del porto, l’aspirante medico, su una scrivania, si dedicò alla creazione di alcuni tonici. Con i diversi ingredienti messi a disposizione dalla struttura stessa, la giovane donna dai capelli rossi cominciò a mescolarli in una piccola pentola. Ogni accessorio su quella scrivania era stata preparata dalla genin proprio per la creazione di quei tonici. E più passava il tempo, più i vari frutti e piante si mescolavano tra di loro creando un vero e proprio impasto dagli effetti miracolosi. Ma per avere il farmaco vero e proprio doveva far raffreddare la dose creata [Competenza Creazione: Farmacista] [Tonico di Recupero Minore]. Aprì leggermente la finestra, per accelerare il processo di raffreddamento. Girandosi di scatto, notò la figura del ragazzo, che Asami amichevolmente tenne sotto osservazione in quei giorni, che aveva ripreso conoscenza.

    -Ben svegliato Shunsui! Finalmente hai ripreso le forze. Però vorrei controllare le tue condizioni di salute.-

    Così iniziò a visitarlo notando, con gran sollievo, che non aveva riportato ferite gravi al suo corpo. Ciò che poteva percepire era il suo sguardo, forse ancora segnato da ciò che il ragazzo aveva affrontato indirettamente. Ma forse in quel caso, doveva solo riprendere completamente le forze.

    §Per fortuna ho creato quei tonici...§

    Dopodichè iniziò a raccontargli ciò che davvero era successo su quella nave. Dalla sua lotta contro la finta donna fino agli strani effetti che il medaglione aveva provocato sul suo corpo. Shunsui l’aveva ringraziata anche se lei stessa non capiva la provenienza di quello strano oggetto.

    -Ma dove l’hai preso?-

    Perchè aveva un oggetto così pericoloso attorno al suo collo? Chi gliel’aveva dato o dove l’aveva preso? Da quanto tempo lo aveva con sè? Tutte domande che ebbero più o meno una risposta. La causa del suo malessere, oltre ad essere del medaglione, era anche di un mercante del Paese del Fuoco incontrato nel bel mezzo di una missione. Chi era quel mercante? Era ancora vivo? Ma in giro c’era un secondo medaglione pronto a causare gli stessi danni ad un’altra vittima.
    Una volta accertata con certezza la sua salute la ragazza prese i tonici che aveva creato, passandoli poi al ragazzo del Paese del Fuoco.

    -Tieni! Ti servirà. In più ti consiglio di riposarti per qualche giorno.-

    Dopodichè portando con sè il rotolo proibito si diresse verso Konoha. Un ulteriore domanda ora s’insinuava all’interno della sua mente. Chi aveva l’altro medaglione maledetto?
     
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