Silenzi scroscianti

free con Kairi

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  1. Jotaro Jaku
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    La traversata della parete di roccia non presentò una vera difficoltà per la ragazza, che riuscì ad arrivare alla finestra in breve tempo, trovando davanti a lei solo due guerrieri quasi ubriachi, intenti a giocarsi uno stipendio che non avrebbero mai ricevuto. Le due armi da lancio della ragazza rivelarono un intento omicida degno del migliore degli assassini, mentre i due uomini con le gole squarciate, cadevano con due suoni sordi sul tavolo, lordando con il loro sangue zampillante, le carte da gioco e i bicchieri con gli alcolici che li stavano allietando durante l'ultima partita della loro vita. Una volta nella stanza, Kairi non sarebbe stata accolta da nessuno.

    Davanti a lei, nella stanza, solo una porta di legno massiccio che conduceva ad un'altra zona del rifugio. Se la ragazza si fosse sporta dalla finestra che aveva appena utilizzato per entrare, o da quella che dava sul cortile, avrebbe potuto accorgersi che all'interno della palizzata che delimitava il forte, non c'era nessuno. Le guardie dovevano essersi spostate all'interno, o in un altro luogo. Certamente non si stavano dirigendo verso di lei, il silenzio regnava sovrano.

    Spingendosi oltre la porta, avrebbe trovato un corridoio scavato nella roccia, dove la luce del sole penetrava unicamente dalle feritoie scavate lungo le pareti, a circa 3 metri l'una dall'altra.
    Il corridoio era lungo una decina, forse dodici metri, e non presentava niente di particolare, qualche sacco di farina, qualche barile, tre, forse quattro, con roba di varia natura ammassata sopra, quali attrezzi agricoli e qualche picca. Alla fine del corridoio, un'altra porta, ma davanti ad essa, una guardia seduta su di una sedia, rivolta verso la ragazza, ma intenta a controllare la profondità del proprio sonno. Nulla sembrava ancora averla destata. Oltre, un'altra porta in legno.


    [Dopo aver superato la guardia]

    Ucciderla, o lasciarla priva di sensi senza che si fosse accorta della presenza della ragazza, era a discrezione di Kairi, ma certamente quel nemico non avrebbe rappresentato una vera minaccia. Quando avesse superato la porta, Kairi si sarebbe trovava davanti una scalinata in pietra che conduceva al piano terra, in una sala, sempre costituita da pietra, con un paio di finestre scavate a circa due metri da terra, una per ogni lato della sala quadrangolare, tranne su quello dove era presente la scala.
    La sala era investita da luce soffusa; la montagna e le palizzate coprivano la luce diretta del sole, e da dentro la stanza era difficile dire che fosse mattina o pomeriggio, ma certo era che la ragazza non era sola, affatto.
    Al centro della sala, una scrivania con una grossa quantità di rotoli e cartigli, con sedie e sgabelli ammassati ai 4 angoli, assieme ad altri mobili, tutti spostati per fare spazio, e una figura in piedi davanti alla suddetta scrivania, che all'arrivo della ragazza, avrebbe pronunciato, senza voltarsi.


    - Spero che quegli uomini non siano stati scortesi con te, figlia mia. -



    La figura, calatosi il cappuccio che ne ottenebrava la testa, rivelò una chioma corvina, con dei capelli ispidi legati in una coda. Aveva indosso una casacca priva di maniche da cui uscivano due braccia estremamente toniche, coperte con copribraccia e guanti, che lasciavano scoperta solo una parte della pelle sotto la spalla. Delle bende cingevano il corpo dalla fine delle coste fino al bacino, e una lunga gonna tagliata in spicchi calava sulle gambe fino ai piedi. Due strani bastoni di circa 40 cm completamente cilindrici erano tenuti in cinta con una fascia.
    Quando la donna si voltò, rivelò la sua identità senza bisogno di parlare. Bastò uno sguardo a Kairi per capire che quella era sua madre, nessun trucco, era proprio lei.


    - Sei stata tu, mi chiedo, a privarmi di tutte le mie guardie? -

    Disse la donna mentre una botola si sollevava lentamente, ma non troppo, sul finire della sala, oltre le due donne, nel lato opposto dal quale era giunta Kairi. Dal foro uscì una figura che di umano aveva ben poco. Con un occhio attento, Kairi avrebbe riconosciuto il suo accompagnatore sotto un mantello di sangue, cervella, pezzi di corpo umano assortiti e una non lieve serie di ferite aperte. Un grottesco sopravvissuto da un'orgia di sangue.

    - Oh, no, non sei stata tu a quanto pare. - Aggiunse la donna alla visione macabra dell'uomo appena arrivato. Il quale, piuttosto seccato, rispose.

    << Come se non avessi nascosto appositamente tutti i tuoi uomini là sotto per me, eh? Dove sono i Canthiani, non c'è alcun incontro vero? >>

    La donna sorrise, inclinando la testa, come in segno di colpevolezza, quindi guardò nuovamente la propria figlia, sorridendo, e investendola con un Sakki, un istinto omicida illusorio che l'avrebbe fatta cadere in ginocchio, sbavando e in preda a tremori, come per ricordarle che i suoi occhi e le sue capacità non erano che uno sputo sotto il suo stivale.
    [Kairi subisce 3 Leggere alla Vitalità. Gli arti inferiori sono semiparalizzati per 5 round]

    - No, nessun incontro, ma non immaginavo certo che fossi proprio tu a giungere fin qui, agli albori di una guerra senza fine e con mia figlia per giunta, che scortese. -

    Un ghigno di disprezzo si dipinse al bordo della bocca dell'uomo, ben visibile nonostante il sangue e le frattaglie, mentre tirava fuori un piccolo contenitore di vetro, di pregevole fattura, da sotto il mantello.

    << Ah è così..quindi questo, che ho preso dai tuoi alloggi di sopra, non è un conservatore per mantenere intatti degli occhi, di un uchiha magari. Quindi non hai diffuso informazioni riguardo questo incontro, in canali che probabilmente solo io avrei potuto interpretare...? Mi hai attirato qui, sapendo che avrei usato tua figlia contro di te, e ne hai approfittato per privarla dei suoi occhi...Non sei cambiata Taka. >> La donna sorrise nuovamente, conscia che i suoi piani erano stati, in parte, scoperti.

    - Piccolo, piccolo stupido Jotaro, sono sempre stata cento passi avanti a te, e lo sarò ancora, ma non per molto, perchè quando l'Oni arriverà, di voi non resterà che cenere. Per un ratto come te, le fogne sono sempre le più adeguate, il mio rammarico è di non aver messo abbastanza uomini là sotto ad aspettarti. Riguardo...quella(Disse guardando la ragazza)...Cantha è la mia unica famiglia, tutto il resto sono solo risorse. -

    Il bersaglio era davanti a loro. Avrebbero ucciso, o sarebbero stati uccisi.
     
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