Silenzi scroscianti

free con Kairi

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  1. Jotaro Jaku
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    La madre di nessuno[6]



    Che la donna non sarebbe fatta impietosire era evidente, e Jotaro lo aveva capito bene, ma quello che il ronin non si aspettava, era una eventuale reazione così improvvisa di Kairi riguardo sua madre. Che avesse sotterrato così in fretta i sentimenti che covava per lei, e che erano evidenti? Si riprese da un sakki di una certa entità nel giro di pochi attimi, e si avventò verso Taka come una furia, nonostante le tremassero le gambe, e il volto fosse ancora leggermente semiparalizzato per l'illusione. Doveva odiare davvero tanto quella donna.
    Le fu accanto in un attimo, e la minaccia sembrava reale, ma quella che Kairi aveva davanti non era un compagno di accademia, non era Yato, e non era Shin, era una ninja navigata, molto più esperta di lei, più forte, più veloce, e con una maestria sullo Sharingan che avrebbe fatto impallidire i jonin più esperti. Avrebbe giocato con lei come il gatto col topo. Taka seguì con gli occhi ogni singolo movimento del corpo di Kairi, e quando la spada le fu presso il collo, le bastò spostare appena la testa indietro, senza nemmeno spostare i piedi, perchè la lama passasse a un millimetro dalla sua pelle, senza nemmeno graffiarla. Questo non avrebbe fermato la ragazza, che dopo aver ritratto il colpo, ne tentò un secondo presso il fianco della donna, che stranamente, andò a segno. Completamente.
    Kairi sentì la propria lama entrare dentro la carne, forando pelle e muscoli, fino ad uscire dall'altra parte. La sua Wakizashi aveva colpito Taka e l'aveva infilzata da una parte all'altra con facilità, come se la donna non fosse stata nemmeno in grado di difendersi.


    In quel momento, prima che Kairi potesse fare altro, un colpo di tosse della donna, avrebbe indirizzato una grossa quantità di sangue al viso della ragazza, che si sarebbe presto resa conto della situazione. Non solo non aveva colpito Taka, che non si era minimamente mossa da dove si trovava, e la stava bellamente ignorando, seduta a gambe incrociate sulla scrivania a sorseggiare un bicchiere di vino, ma la ragazza aveva percorso più distanza di quella che pensava, e aveva attaccato Jotaro per tutto il tempo, fin da quando si era rimessa in piedi. Era il ronin infatti in piedi davanti a lei, con la wakizashi ancora conficcata nel fianco, e un grosso taglio orizzontale alla gola, che perdeva sangue, ma non era fortunatamente profondo. La stanza si mostrò per quello che era, molto più piccola di come era apparsa a Kairi inizialmente, quasi la metà, senza finestre, e nessuna via d'uscita, se non la scalinata che aveva percorso. Si trovava dentro una maledetta cantina.

    Incapace di poter far fronte ad un attacco improvviso di una uchiha, comunque dotata, ma dalla quale non si aspettava un attacco, per altro provato dagli scontri appena terminati, Jotaro aveva a malapena evitato il primo fendente, ma era stato preso in pieno dal secondo.

    Con la bocca che gorgogliava sangue a senti stretti, il chunin scivolò indietro, lasciando uscire lentamente la lama dal suo corpo. << Quando uno muore...dovrebbe...COUGH...COUGH...chiudere gli occhi...e pensare a casa....>>

    Jotaro sorrise, chiuse gli occhi e scivolò a terra in una pozza di sangue, forse ancora vivo, ma di certo privo di sensi.
    Taka non si mosse da dove si trovava, ma si rivolse alla figlia.


    - Proprio destino, tradito da un cucciolo che si è portato appresso, tale e quale al padre. -

    La donna, fissò Kairi nuovamente, e disciolse la sua capacità innata, non pensava nemmeno di averne bisogno contro di lei.
    Dopo aver sorseggiato il vino, e sbattuto il bicchiere a terra, mandandolo in frantumi, la donna si rivolse nuovamente alla figlia, sprezzante, scrollando le spalle come annoiata.


    - Un vero peccato, forse abbiamo iniziato il figlio sbagliato alle squadre speciali. Fammi il piacere di crepare ragazzina, non ho tempo da perdere con un "errore di percorso". - E, di nuovo sulle sue gambe, si diresse verso la ragazza, stavolta estraendo la sua spada. Una lama dritta, lunga quanto una wakizashi, senza guardia. Inesorabile si sarebbe avvicinata a Kairi, per finirla. Per come erano andate le cose fino a quel momento, sarebbe stato presto chiaro alla ragazza, che forse nessuno dei suoi trucchi sarebbe bastato contro un nemico simile. Non se la sarebbe cavata facilmente senza un sacrificio altrettanto grande. La missione era praticamente fallita, non c'era mai stata in realtà, erano caduti in una trappola, e una volta morti entrambi, i Canthiani avrebbero avuto i loro corpi, per esperimenti e informazioni utili per la guerra, e sua madre l'avrebbe inviata all'altro mondo senza occhi.
     
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