Il Drago e L'Oni

QDV - Maschere di Konoha

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  1. Kairi Uchiha
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    Il Drago e l'Oni

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    Per la prima notte da una settimana a quella parte, Kairi stava avendo un riposo senza incubi: da quando aveva concluso la sua prima missione con Jotaru le visioni di sua madre perseguitavano i suoi sogni senza lasciarle tregua, costringendola a dormite di poche ore o peggio, a notti completamente insonni.
    Ma quella sera, forse essendo il suo corpo ormai arrivato al limite della stanchezza o forse merito dell'infuso di erbe officinali che aveva preso sotto consiglio di suo padre era finalmente riuscita ad addormentarsi senza essere tormentata da alcun tipo di visione, senza svegliarsi. L'assenza totale di sogni era liberatoria e la sua mente fin troppo occupata ad elaborare pensieri su pensieri aveva trovato la quiete, seppur per poche ore.
    Il destino però sembrava avere dei piani diversi per lei.

    Una voce nella sua mente la fece svegliare di soprassalto: aprì gli occhi e scattò seduta, cercando con la mano la wakizashi che teneva per sicurezza sempre accanto al letto, guardandosi attorno senza capire. Cosa stava succedendo, chi aveva urlato? Nella stanza non sembrava esservi nessuno e poteva sentire il docile russare di suo padre nella stanza accanto. Kiba dormiva serena ai piedi del suo letto: da quando era tornata dalla missione la ragazza non aveva più voglia di dormire da sola, così aveva chiesto alla cucciola di tenerle compagnia almeno la notte, e la lupa aveva accettato ben felice di essere di aiuto. Ma se persino le sue orecchie non avevano sentito nulla, cos'era stata quella voce? Un'altro incubo?
    La conferma arrivò però pochi secondi dopo, quando il messaggio tuonò nuovamente nella sua mente e quella volta non le servì ulteriore conferma per capire. Si trattava di una comunicazione da parte delle alte sfere del villaggio, un messaggio di emergenza: doveva essere successo qualcosa di terribilmente grosso.
    Senza aspettare oltre si rivestì, mentre Kiba si svegliava a causa dei rumori, sbadigliando pigramente Dove vai a quest'ora...? domandò con voce assonnata, alzandosi in piedi e stirando le zampe anteriori. La kunoichi le lanciò appena un'occhiata mentre continuava a rivestirsi il più velocemente possibile Devo scappare
    Rispose semplicemente, sicura che la lupa avrebbe compreso anche senza che lei dicesse nulla. Non poteva parlarne neppure a lei, ma temeva di sapere di cosa si trattasse: Cantha aveva fatto la sua mossa. Era dalla riunione che ormai tutto il villaggio viveva in stato di ansia e preoccupazione perenne, temendo l'arrivo dell'esercito nemico da un momento all'altro: la ragazza aveva sperato fino ad allora che la cosa non succedesse, invano.
    Finì di vestirsi e cominciò rapida a prendere tutto il suo equipaggiamento mentre Kiba la guardava con aria apprensiva Vuoi che venga con te? la lupa non sapeva cosa fosse successo all'Uchiha, che nonostante le avesse domandato di dormire assieme a lei non le aveva ancora mai parlato delle motivazioni di quella richiesta, e conoscendo ormai la sua padrona più che bene aveva deciso di non indagare fino a quando non fosse stata lei stessa a volerle parlare. La vedeva però cambiata, stanca, turbata e non poteva che essere preoccupata per lei.
    Kairi scosse la testa alla sua domanda, senza sorridere come suo solito Non è necessario, grazie. Puoi rimanere qui se vuoi oppure tornare al branco, se avrò bisogno ti chiamerò. Ora devo andare esclamò, e senza perdersi in ulteriori chiacchere uscì dalla stanza, tutto l'equipaggiamento ormai sistemato.
    Quando richiuse la porta dietro di sé sentì quella della stanza del padre aprirsi: Izuna uscì dalla camera e la osservò con aria seria E' quello che penso? l'uomo non aveva sentito la comunicazione ma essendo presente alla riunione sapeva perfettamente ciò che stava succedendo. La kunoichi rispose osservandolo qualche secondo Sai che non posso dirtelo. Devo andare adesso, proteggi il villaggio anche per me mentre non ci sono e senza aspettare ulteriore risposta scese le scale di corsa, aprendo la porta e scomparendo nell'oscurità.

    Una volta arrivata al punto di ritrovo avrebbe salutato chi conosceva cortesemente, anche questa volta però senza sorridere come suo solito: chiunque la conoscesse avrebbe notato il suo atteggiamento diverso dal solito e due pesanti occhiaie sotto entrambi gli occhi, causate dal poco e disturbato dormire che aveva avuto in quei giorni. Il suo umore non era dei migliori in quel momento e non si sarebbe fermata a chiaccherare troppo con nessuno di sua spontanea volontà, pur rispondendo nel caso in cui fosse stata interpellata direttamente.
    Seguendo la squadra speciale senza fare storie avrebbe atteso la fine del rito di dislocazione senza porre domande ed ascoltando tutte le istruzioni date dai suoi superiori, ed una volta arrivata nella stanza avrebbe osservato per prima cosa il luogo in cui erano appena arrivati, cercando qualsiasi cosa che la aiutasse a capire qualcosa in più.
    Il suo sguardo fu subito catturato dal simbolo che illuminava il cielo notturno, un simbolo che aveva già visto durante la riunione.

    Cantha... sussurrò semplicemente, confermando quella che era la sua ipotesi iniziale. La guerra era iniziata, ma la tensione e l'apprensione che la ragazza aveva provato durante la riunione erano completamente scomparsi: d'altronde, nulla poteva essere ormai più difficile della prova che aveva superato giorni orsono.


     
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