Il Drago e L'Oni

QDV - Maschere di Konoha

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    Post ii - Guanto di sfida



    Il genin della Foglia ascoltò un po' perplesso lo scambio di battute tra Kairi e Yato, ma non ebbe ulteriori reazioni. Tuttavia persisteva in lui una fastidiosa sensazione riguardante al Senju, sebbene non ne capisse la causa. Scrollando le spalle, tornò a concentrarsi sul compito che li aspettava, ma ancora la voce del ragazzo attirò la sua attenzione. Più correttamente, fu la risposta che ottenne dalla kunoichi a risvegliare la sua curiosità. Inclinò leggermente la testa, dando un'occhiata alla giovane che si era presentata come Asami. Conosceva molto bene la famiglia Hoshiyama, di cui faceva parte: in un certo senso erano la concorrenza. Al pari dei Kinryu non era un clan originario di Konoha, piuttosto una serie di famiglie sparse per tutto il continente e dedite parimenti al commercio, anche se da quel che sapeva non avevano la stessa propensione per la raccolta e manipolazione di informazioni e influenze. Non che fossero nemici dichiarati, tutt'altro. Anche se poteva capitare che si soffiassero gli affari a vicenda, ne concludevano molti tra di loro o collaboravano in quelle regioni dove il controllo dell'Accademia era più debole. Considerando le circostanze, dovette riconoscere che sarebbe stato opportuno condividere con i presenti almeno il suo nome. Io sono Shin, molto piacere. Aveva rivolto la parola ad Asami, ma il tono di voce era sufficiente perché anche gli altri lo intendessero. Poco dopo vennero catapultati tutti nel palazzo del daimyo, ed iniziò il divertimento.

    Tutti gli alleati vennero uniti per mezzo del jutsu di comunicazione mentale dello Yamanaka. Shin annuì piano, senza dubbio sarebbe potuto risultate piuttosto utile se fossero stati separati.
    Seguendo il loro comandante uscirono dalla rimessa, affacciandosi sul cortile. L'attenzione di tutti fu attratta in qualche forma dall'enorme simbolo luminoso che già avevano intravisto dalla finestra. Certo che sono proprio degli esibizionisti. Il commento, espresso con il suo consueto sarcasmo, serviva parzialmente a stemperare la tensione. Era palese che Cantha si stava prendendo gioco di loro perché sapeva di poterselo permettere. Si trovavano in una situazione di svantaggio, sprovvisti di informazioni e, ironico a dirsi, in campo nemico. Lo sguardo di Shin si spostò sulla luna, per notare dopo una frazione di secondo che si stava tingendo di una innaturale quanto macabra colorazione vermiglia. Una parte della sua mente, quasi sovrappensiero, registrò il racconto dell'Uchiha. Akatsuki...la luna rossa... Aveva udito anche lui quelle storie in passato, come la maggior parte dei bambini del villaggio. Storse appena le labbra. Qualsiasi piano stessero architettando, dovevano fermarlo. Le sue elucubrazioni furono interrotte dall'apparizione di una nutrita schiera di shinobi di fronte a loro. Erano giunti a gettar loro il guanto di sfida.

    Il comitato di benvenuto fu di scarne parole. Le teste mozzate di quelle che dovevano essere le guardie del daimyo rotolarono sul selciato, mentre il gruppo scompariva in una nube di cenere scarlatta. Lungo la schiena di Shin corse un brivido: ciascuno di quegli individui sembrava incredibilmente forte. La sensazione di pericolo provata incrociando il loro sguardo oltre le maschere che ne coprivano i volti non era ancora scomparsa, quando venne trafitto in due punti da un'acuta fitta dolorosa. In pochi istanti si trasformò in un fastidio sopportabile, ma il cuore del Kinryu ebbe comunque un sobbalzo quando ne cercò la causa. Due simboli si erano impressi sulla sua pelle, uno sul fianco destro sotto le costole con impresso il kanji cinghiale e uno sull'interno dell'avambraccio sinistro, volpe. Kitsune eh? Qualcuno deve avere senso dell'umorismo qui... Dopo l'osservazione amara si guardò intorno, notando che tutti i presenti erano stati colpiti da quella inaspettata tecnica, ad eccezione dell'hokage. Per di più, sembravano in qualche modo accoppiati. Il sensitivo aveva infatti gli stessi animali a cui era associato il Kinryu, mentre Kairi li condivideva con Yato. Shin rimase in silenzio, rimuginando. Quell'invito a completare l'opera rivolto a Raizen, unito a tutto il resto, gli faceva sospettare che ci fosse un qualche rituale in atto, e loro ne facevano parte. Ci erano cascati come allocchi. Come era meglio agire a quel punto? Nessuno di loro aveva la risposta. Dannazione... Nel frattempo il kage dava ordini, lanciando a ciascuno delle piccole sfere metalliche. Il giovane prese la propria, infilandola nella sacca porta oggetti, a comoda portata di mano. Venne attirato poi dalla strana, ma non più della situazione in cui si trovavano, richiesta di Kairi. Eh? Ah, ok... Prese poco convinto un sasso di dimensioni sufficienti dal selciato e, caricato il braccio oltre la spalla destra, lanciandolo poi alla volta della kunoichi cercando di imprimervi una forza accettabile.



    Gli faceva un po' strano vedere tutti prendere precauzioni, testando le proprie capacità sotto l'influsso dei simboli. Dal canto suo era per qualche irragionevole motivo che avrebbero scoperto molto presto la loro funzione. Di certo erano in qualche modo legati agli avversari che avevano incontrato poco d'innanzi. Restava da capire solo una cosa: come. Rimase in attesa, con i sensi allerta, di un responso da parte dei suoi compagni più versati per farsi una chiara idea della situazione. Avvicinandosi a Kairi, che aveva finito di compiere i suoi test, le mormorò sottovoce una raccomandazione di sicuro superflua, dopo aver dato una rapida occhiata al Senju di fianco a lei. Stai attenta, per favore.


    So che l'immagine non c'azzecca molto, ma non vedevo l'ora di usarla ^^
     
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68 replies since 24/5/2017, 22:26   2532 views
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