Tomodachi

[Free Kairi - Shin]

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    Tomodachi

    VI



    Il silenzio tra i due durò poco. Shin ebbe l'impressione che l'amica si fosse preparata a lungo ciò che doveva dire, rimuginandoci sopra nel tempo intercorso dal loro ultimo incontro. Il padrone di casa si rese conto di essersi irrigidito non appena l'Uchiha aveva aperto bocca, come se si aspettasse una sgridata, eppure Kairi si era rivelata più diplomatica del previsto. Aprì bocca per ribattere, ma la richiuse subito dopo. A quanto pareva la giovane non aveva ancora finito. Il tono mesto con cui proseguì artigliò il cuore del Kinryu. Avrebbe decisamente preferito una litigata piuttosto che sentirla così depressa. Qualsiasi cosa le fosse successa, e non ne aveva ancora idea al momento, doveva essere stata terribile. Strinse appena gli occhi, mettendola a fuoco mentre si concentrava sulle sue parole. Quando però le rivelò di essere stata ferita dalle sue parole, sobbalzò lievemente, arretrando la schiena in modo impercettibile, dimostrando quanto avesse accusato il colpo. Non era certo sua intenzione infierire sull'amica, già gravata da pensieri tanto pesanti da sembrar macigni. Io...ti ho...ferita? Il balbettio sommesso sfuggì alle sue labbra. Mentre prendeva atto della cosa restò muto, sebbene ad un certo punto l'ospite si sarebbe accorta che lo shinobi batteva ritmicamente il piede al suolo. Il rumore ripetuto andò accelerando, seguendo il flusso dei suoi pensieri e della sua agitazione, finché infine esplose. Accidenti! Balzando improvvisamente in piedi, si appoggiò allo schienale del divano, dando la schiena alla giovane. Si scompigliò i capelli, come faceva spesso quando era nervoso. In realtà era diverso tempo che non gli capitava, ma la piega presa dalla conversazione aveva fatto crollare la maschera di fredda concentrazione che aveva indossato nell'ultimo periodo. All'improvviso si fermò, e il bracciò ritornò lentamente a ciondolare lungo il fianco. Ci vollero ancora alcuni secondi prima che il ragazzo si decidesse a parlare, tornando a sedersi di fronte a Kairi. Ti chiedo scusa. A quanto pare non importa quanto possano essere buone le intenzioni, se le azioni sono stupide. Lo sguardo abbassato, per nulla soddisfatto del suo operato, lasciava trasparire una nota di amarezza. Tuttavia Shin si riscosse questa volta. Aveva deciso di smetterla di piagnucolarsi addosso e di lamentarsi, doveva affrontare ciò che avveniva intorno a lui a testa alta. E così finalmente fisso i suoi occhi in quelli di Kairi. Sarò completamente sincero con te, ti prego di ascoltarmi. Prese un respiro profondo.

    Quando te ne sei andata dalla riunione di Villaggio, ammetto di essermi preoccupato. Forse qualcosa nel tuo sguardo, o forse una semplice sensazione, fatto sta che fossi in pensiero. Pensa, ho perfino chiesto al Senju che ti ha fermato se ne sapesse qualcosa. Anche se non lo disse a voce alta, probabilmente l'Uchiha avrebbe intuito che l'amico si sentiva un idiota per come aveva agito in quel frangente. Tralasciando il tuo spasimante, ho pensato che qualsiasi cosa fosse potevi affrontarla. Anche se forse gli ultimi giorni potrebbero fartelo dubitare, ho la massima fiducia in te e nelle tue capacità. Tuttavia qualche giorno dopo...si è presentato alla porta tuo padre. Una lieve esitazione, subito ricacciata. In fin dei conti aveva deciso di essere sincero fino in fondo, al costo di attirarsi ulteriormente le ire della donna. Era molto preoccupato per te, e mi ha pregato di provare a parlarti. Per quello mi sono presentato a casa tua. Ma hai ragione ovviamente, ho scelto un approccio non sbagliato, orribile. Chinò leggermente la testa, quasi che la sua colpa lo schiacciasse, ma proseguì. Quando ti ho visto in quello stato ho capito perché tuo padre fosse tanto preoccupato...e lo ero anch'io. Però...non sapevo cosa fare. Sono bravo solo a menare le mani, non ho idea di come consolare o aiutare veramente qualcuno. Perciò ho tirato fuori la prima cosa che mi è venuta in mente, per cercare di instaurare un dialogo. Un'idea piuttosto stupida, non è vero? Per la prima volta sul suo volto comparve un sorriso, ma era spento e piuttosto triste. Non è che cercassi consolazione o cos'altro, ho solo provato a smuoverti. Inspirò profondamente, prima di continuare con maggior impeto. Non so cosa ti sia successo, e non ti chiederò di raccontarmelo. Sia chiaro, se vorrai, un giorno, essere tu a parlarmene, ti ascolterò senza esprimere alcun tipo di giudizio. A me basta che tu sia ancora qui a parlare con me. Anzi, preferirei sapere che mi odi, ma stai bene, piuttosto che...beh, hai capito. Il giovane girò il volto, mostrandone il profilo aggraziato alla ragazza, appoggiandovi un dito, nel tentativo di concentrarsi per trovare le parole migliori. Io...ti ho detto una cosa terribile, perdonami. So che ti fidi di me, e vorrei che anche tu possa fidarti di me...nonostante i disastri che combino... Un sorriso, questa volta più dolce, comparve sulle labbra di Shin, che si girò verso Kairi porgendole una mano. Per la tensione non riuscì ad aggiungere altro, ma il significato di quel gesto era chiaro. Un'offerta di pace, una riconferma di amicizia, un atto di fiducia. Gli occhi del Kinryu avrebbero retto, seppur con imbarazzo, lo sguardo della giovane. Una mano porta verso il domani.



     
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