La più bella del Reame

Free per sole PG donna.

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    La ragazza sospirò mentre sbirciava fuori dalla finestra della propria camera. La vista era stupenda: un giardino rigoglioso, nonostante la calura estiva, che denotava una cura particolarmente attenta ai dettagli. Dopo gli avvenimenti nelle Prigioni di Oto Harumi era stata invitata a risiedere per un certo periodo di tempo presso Diogene Mikawa. La kunoichi non avrebbe saputo dire quanto fosse dovuto al buon cuore del jonin e quanto al suo desiderio di tenerla sotto stretta sorveglianza. D'improvviso era divenuta preziosa, in quanto portatrice del demone a due code, ma più del valore probabilmente il timore del padrone di casa era che il mostro dentro di lei prendesse il controllo, divorandola dall'interno e ritrovando così la libertà. Qualunque fosse la motivazione, la giovane iniziava a sentirsi prigioniera. Poteva andare e venire come le pareva, ma non ci aveva messo molto prima di accorgersi di essere seguita. Il Mikawa raramente sostava nella villa a lungo, ma in compenso il via vai di servitori era notevole. Solo di quanto in quanto Harumi riusciva ad incontrare Eiatsu, con il quale aveva uno strano rapporto di simpatia. L'eliminatore sembrava interessato principalmente alle persone che avevano smesso di respirare, ma saltuariamente faceva un'eccezione per la genin. Forse si sentiva in colpa per come aveva gestito la missione, oppure trovava il punto di vista inusuale della giovane sulla vita interessante. A bussare alla sua porta in quel momento non era però lui, bensì un messaggero dell'amministrazione. Harumi scorse velocemente la lettera che le era stata porta, sgranando gli occhi man mano che procedeva con la lettura. Io dovrei fare cosa?!

    Ripetimelo, perché ci sto andando? Lungo il percorso verso il Paese del The Matsumoto si era sentita porre quella domanda almeno cinque volte fino ad allora. Dimostrando un'estrema pazienza, degna di un adulto che tratta con un ragazzo, si apprestò a ripetere la risposta per l'ennesima volta. Perché è una missione, e il villaggio ha scelto di inviare te. Per qualche assurdo motivo. L'ultima parte della frase era pronunciata sotto voce, ma con il chiaro intento di essere udita. Harumi la guardò di traverso, ma dovette riconoscere che aveva ragione. Le forme della sua compagnia erano estremamente sviluppate e attiravano gli sguardi lascivi di molti uomini. Era un frutto maturo, pronto per essere colto: al suo confronto Harumi era ancora piuttosto acerba. Forse qualcuno in amministrazione ha un fetish per le ragazzine. La donna sembrò pensarci un po' su, annuendo tra sé. La genin ne approfittò per osservarla meglio. Matsumoto era al servizio di Diogene e faceva a turno con le altre per farle compagnia e accompagnarla in giro, ma fino ad allora non avevano legato molto. Tuttavia quando aveva sentito a quale evento era chiamata a partecipare la loro protetta gli occhi le si erano illuminati e non aveva sentito ragioni, doveva essere assolutamente lei ad accompagnarla. Chi sa che tipo è questo Mihaw... La donna si fermò di colpo, per poi correre davanti ad Harumi bloccandone il cammino. Eeeeeeeeeeh? Hai accettato la missione senza sapere neppure questo? Si porto le mani sui fianchi ben torniti, iniziando a catechizzare. Si tratta di uno dei più grandi, anzi, del più grande maestro di moda del continente! I suoi capi sono costosi oltre ogni ragionevolezza, ma sono così, così...oh sono magnifici! Harumi fece un passo indietro, spaventata dalla foga di Matsumoto. Dannazione, e pensare che avrai l'onore di indossarne uno... che rabbia, perché non ha scelto me? Abbattuta, si chinò sul ciglio della strada, iniziando a fare cerchi con il dito nella terra morbida. La donna matura era scomparsa in un attimo, lasciando spazio al suo lato infantile. Invertendo i ruoli, fu la kunoichi a prendere in mano la situazione e cercando di consolarla. Ehm...magari riesco a metterci una buona parola se sono brava e ti fa provare qualc... Non riuscì a terminare che l'enorme seno della compagna le precipitò addosso. Solo a posteriori capì che si trattava di una abbraccio. Oh esaudiresti uno dei miei sogni! Grazie! Vedi di mettercela tutta allora!

    Matsumoto aveva passato il resto della strada ad indottrinare la giovane sulle ultime tendenze della moda, sullo stile unico di Valentine, e su ogni genere di consiglio per diventare una modella di successo, aiutandosi con una copia della prima biografia ufficiale dello stilista, che sperava di far autografare. Per un tratto del percorso Harumi era stata costretta a camminare nei più disparati modi, con i piedi in fila indiana, sulle punte, con dei pesi sulla testa. Alla fine la sua accompagnatrice aveva annuito soddisfatta, affermando che non era un caso così disperato come sembrava, e la genin le aveva sorriso timidamente di rimando. In quel momento si trovavano nella camera che l'organizzazione aveva riservato loro. Per una volta anche Matsumoto era rimasta a bocca aperta davanti la quantità di lussi loro riservata. Mentre sistemava le sue poche cose Harumi la sentì sospirare dall'altra stanza. Sigh, ho decisamente sbagliato carriera...

    Il giorno successivo le due si recarono di buon'ora nel padiglione della moda. Grazie al lasciapassare furono prontamente fatte accomodare nel lato riservato alle indossatrici. Matsumoto non la smetteva di guardarsi intorno con un'espressione simile a quella di un bambino al parco giochi, mentre Harumi era piuttosto intimorita da quell'ambiente, seppur rinfrancata dalla presenza della donna al suo fianco. Purtroppo proprio davanti l'accesso dei camerini furono costrette a separarsi dal responsabile della sicurezza. La tua agente può accomodarsi nell'area riservata in prima fila, tu vieni con me. La genin stava per aprire bocca per correggere l'equivoco, ma un pugno di misura poco sotto le costole la fece desistere. Sì, è perfetto! Vedi di farti valere, Harumiuccia! Sgomenta per essere stata abbandonata in quel modo, la ragazza fu praticamente trascinata all'interno contro la sua volontà. Subito dopo la porta si richiuse dietro di lei.

    L'ambiente dove si ritrovò assomigliava molto a come si immaginava una bolgia infernale. Una cacofonia di suoni e rumori le riempivano le orecchie, ovunque era caos e corse, i numerosi faretti e lo spazio chiuso sovraffollato alzavano in modo fastidioso la temperatura, mentre l'aria era intasata da un misto di profumi esagerati e sudore. Spaesata, non avrebbe saputo da che parte girarsi, ma per sua fortuna un'assistente in completo si fece avanti, afferrandola per il braccio e conducendola con sé in quel dedalo di vestiti e corpi. Ecco qui, postazione 2. Ehi, Kamakura, vieni anche tu, che qui c'è parecchio da sistemare. Cosa aspetti bellezza? Spogliati, su! Completamente stordita, ad Harumi non rimase che obbedire. Mentre si sfilava la maglia, lanciò un'occhiata alla se stessa riflessa nello specchio. Il colore nero sembrava aver attecchito bene se neppure degli esperti se ne erano accorti. Dopo le vicende nelle prigioni numerose ciocche di capelli erano infatti diventati bianchi, ma la genin aveva scelto di nascondere tale anomalia per il momento. A distrarla dai suoi pensieri fu nuovamente la donna che l'aveva presa in carico. Con sé trascinava un serie di vestiti su un carrello appendiabiti in metallo. La kunoichi impallidì. Avrebbe dovuto tirar fuori le unghie per non doversi poi vergognare a vita.




    Guardandosi nuovamente allo specchio, la ragazza stentò a riconoscersi. Alla fine aveva proceduto per esclusione, arrivando a selezionare un vestito minimale, ma almeno non volgare. La responsabile aveva scelto di proporle una rosa di opzioni proveniente dalla collezione ninja holiday, che di ninja non avevano quasi nulla. Lasciamelo dire, piccola, ma non hai proprio il physique du role. Guarda lei ad esempio, lei sì che sembra una vera kunoichi! Con il braccio indicò qualche posizione più in là, dove una donna con tutte le curve ai posti giusti indossava un abito che lasciava scoperta una porzione di pelle generosa, ma le copriva il viso. Harumi arrossì, chinando il capo. Su su non fare quella faccia. Vedrai che ti trasformeremo in una pupa coi fiocchi! Il lavoro dell'aiuto stilista e degli assistenti era stato revisionato da Mihaw in persona. Carina, anche i ninja ogni tanto hanno bisogno di una pausa, no? La vocetta stridula, non coincideva con l'aspetto attraente dell'uomo. In generale sembrava soddisfatto, ma dalla curva della sua bocca si intuiva che secondo lui mancava ancora qualcosa. Illuminandosi all'improvviso, trafficò con un cesto di accessori finché non ne estrasse dei fermagli e un peluche, tutti a forma di gatto. Con i primi chiuse le lunghe trecce che la parrucchiera le aveva acconciato, mentre infilò il secondo nella borsetta che reggeva come accessorio. Ora sei semplicemente fa-vo-lo-sa! Salutando in modo per niente mascolino si allontanò, passando alla sventurata successiva. Harumi, rendendosi conto solo in quel momento di aver trattenuto il fiato, espirò rumorosamente. Attenta, che sbavi il rossetto! Sarebbe stata una lunga giornata.

    RI5KMne Affacciandosi da un varco nei tendaggi, la genin aveva attentamente studiato le movenze delle colleghe. Forse, unite alle lezioni di Matsumoto, poteva almeno sperare di non inciampare non appena avesse messo piede sulla passerella. Coraggio, tocca quasi a te! Con il cuore a mille, come se stesse per intraprendere una pericolosa missione, Harumi si posizionò sulla pedana. Mentre ricontrollava tutto ebbe l'impressione che la coda del gatto di peluche si fosse mossa, ma doveva trattarsi dell'agitazione. Tre, due, uno...Vai! Con una spintarella fu gettata nella mischia, sotto gli occhi di tutti. I riflettori impietosi la facevano rifulgere come una stella. Per un attimo rimase paralizzata, fino a quando non incrociò lo sguardo con la donna che l'aveva accompagnata fin là. In un attimo si ricordò di quanto le aveva insegnato il giorno precedente e, in un moto d'orgoglio, sollevò le spalle e tirò fuori il suo miglior sorriso. L'espressione timida donava al suo viso e non faceva che aggiungerle fascino. Camminando con disinvoltura, faceva sbattere il tacco dei suoi stivali in pelle ogni volta doveva fermarsi per mettersi in posa e fare qualche moina ai fotografi, come aveva visto fare dalle altre, come sfilarsi appena gli occhiali da sole o portare alle labbra il lecca lecca rosso fragola. Ricordandosi di essere una kunoichi, sfoderò le sue doti di interpretazione, calandosi nella parte molto meglio di quanto lei stessa avesse mai immaginato. Ammiccava alla folla, si muoveva in modo femminile, ed elargiva sorrisi. Sembrava in tutto e per tutto una professionista, anche se ad occhio attento non sarebbero sfuggiti gli errori tipici di un esordiente. Lungo il percorso a ritroso le gambe quasi le tremavano dalla fatica, e solo l'adrenalina le permise di giungere in fondo. Accelerato il passo, si tuffò praticamente oltre il paravento dopo un ultimo sorriso al pubblico. Una volta al riparo si accasciò sulla prima sedia che le capitò a tiro, biascicando mentre finalmente rifiatava. Spero...che sia...finita...

     
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