Caccia ai mostri

Niente di particolare, Konoha è un po' in subbuglio ultimamente come avrai potuto notare e 'sto lavorando molto più del solito ma non posso scendere in ulteriori dettagli, mi spiace rispose la ragazza, perlopiù omettendo la maggior parte della verità. Non poteva parlare dell'imminente attacco di Cantha nemmeno a Kitori, trattandosi di informazioni riservate ed interne al villaggio, né men che meno poteva parlare dell'accaduto con sua madre o voleva farlo.
Cominciava a capire davvero cosa significasse essere ninja, da sempre considerava le alleanza con gli altri villaggi fondamentali e da sempre non si era mai fatta troppe remore a stringere amicizie con chi ne faceva parte, ma il paese del fuoco aveva la priorità su tutto: se proteggerlo significava essere costretti a non parlare, o addirittura mentire, con chi non ne faceva parte l'avrebbe fatto. D'altronde non stava facendo nessun torto in quel momento al kiriano, semplicemente non lo stava rendendo partecipe di informazioni riservate e confidenziali.

...........................................

Una volta che tutte le armi furono consegnate i due shinobi furono scortati da una guardia all'interno del carcere, attraversarono un lungo e stretto corridoio superando un numero imprecisato di porta blindate presenti sia a destra che a sinistra: il luogo era tetro, poca luce bluastra filtrava dalle poche finestre presenti e mentre camminavano furono in diversi gli uomini che si affacciarono dalle finestrelle sbarrate, osservando sia Kairi che Kitori. Alcuni notando il copri fronte di entrambi si limitarono a lanciare occhiate che facevano ben intendere come avrebbero sgozzato volentieri entrambi, altri lanciarono battute a dir poco oscene nei confronti della kunoichi, descrivendo nei dettagli come si sarebbero divertiti con lei, altri ancora lanciarono battute ironiche su Kitori e sul villaggio di Kiri, infine furono anche diverse le esclamazioni riguardanti il clan Uchiha, il cui simbolo ben spiccava come al solito dietro la schiena della ragazza.
Non fateci caso fu la guardia a parlare, senza però voltarsi di spalle e come se quella situazione fosse per lui la più normale al mondo E' un carcere esclusivamente maschile e non sono abituati a vedere molte donne qui, sono degli animali a riguardo. Inoltre odiano gli shinobi accademici, sono stati catturati e portati qui da loro, ed odiano noi Uchiha perché li teniamo in prigionia. Non sarà facile per voi cercare di comunicare con quell'uomo temo continuò senza fermarsi e mantenendo un'andatura spedita Siamo costretti a tenerlo separato dagli altri perché è già riuscito due volte a creare una rivolta, sedarle è stato difficile. Possiede ottime capacità dialettiche e sa usare anche dei potenti genjutsu, per questo motivo entrerà con voi nella stanza un sensitivo addestrato, non possiamo permetterci che vi manipoli. Nulla togliere a voi, ma siete appena dei genin, temo non abbiate ancora le capacità per gestirlo da soli nel caso in cui la situazione si metta male. E' uno dei motivi per cui togliamo le armi, oltre a non voler rischiare che vengano utilizzate da chi entra non vogliamo neppure che i prigionieri possano usarle in qualche modo se le cose dovessero andare male

Dopo un paio di minuti e molte guardiole di sicurezza superate raggiunsero il piano inferiore della prigione, ovvero il settore di isolamento. Una decina di celle erano presenti in esso, e contrariamente alle altre l'unica finestra presente poteva essere aperta solo dall'esterno. Furono accompagnati davanti alla porta numero "5", una guardia sostava davanti a loro e non appena si avvicinarono si inchinò in segno di saluto Salve, sono Soichiro, entrerò con voi durante l'interrogatorio, per la vostra sicurezza e la nostra sicurezza. Non dirò una parola, sarete quindi liberi di agire come meglio preferite, anche di ricorrere alle maniere forti se necessario...
Aprì poi la porta, facendo cenno ad entrambi i ragazzi di entrare e seguendoli all'interno richiudendosi la cella alle spalle. La stanza era piccola e spoglia, muri grigi, un lavandino ed un water, una finestra grigliata a quasi 2 metri di altezza da cui difficilmente sarebbe potuto passare anche solo un topo, una pila di libri sporchi di fianco ad lavandino ed un piccolo letto appoggiato ad uno degli angoli della stanza sul quale si trovava un'uomo steso che leggeva con tranquillità un tomo rovinato, un romanzo poliziesco a giudicare dal titolo e dalla copertina. Quando gli shinobi entrarono abbassò lo sguardo e con fare tranquillo si sedette sul letto
Abbiamo visite. Uhm, un kiriano ad un'Uchiha assieme, un binomio ben particolare affermò squadrando entrambi risistemando con indice e medio gli occhiali ovali che portava sul volto: rispetto alla foto presente nel fascicolo l'uomo risultava invecchiato, una barba incolta sul viso scavato ed i capelli arruffati e spettinati. Lo sguardo però era rimasto identico, inquietante come quello che entrambi avevano visto nella foto.
Soichiro si posizionò in un angolo in silenzio, attivando lo sharingan e studiando tutti i presenti mentre attivava le sue capacità di sensitivoPercezione del Vero [ 2 ]
Arte: L'utilizzatore può individuare la presenza di genjutsu e fuuinjutsu valutando il sistema circolatorio proprio e delle persone entro 9 metri.
(Consumo: Medio)
[Da chunin in su] per evitare che l'uomo giocasse brutti scherzi.
Kairi volse lo sguardo verso Kitori Eccolo qua, è tutto tuo. Fagli pure le domande che preferisci non sapeva se il kiriano si sarebbe trovato in difficoltà visto la presenza del poliziotto all'interno della cella, cosa che neppure lei aveva inizialmente calcolato, ma conoscenza la polizia abbastanza bene da sapere che non vi sarebbero state altre alternative per lui se voleva ottenere le informazioni che desiderava: quando si parlava di prigionieri di quel tipo nessun tipo di precauzione era superflua o esagerata.
Se kitori avesse esitato anche solo un secondo Daisuke avrebbe dedicato la sua attenzione solo a lui Sei timido? Io ho tutto il tempo del mondo, ma a giudicare dalla tua espressione sembra che non valga lo stesso per te affermò tranquillo e con l'aria di chi sembrava avere la situazione perfettamente sotto controllo.