Le porte di Shulva

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  1. - Hohenheim -
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    Di Nuovo quel Dannato Simbolo

    II



    Hohenheim rimase un secondo interdetto vedendo il ronin chinarsi, implorante. Non sapeva esattamente cosa stesse succedendo, perchè riteneva impossibile che Amanimaru potesse spingersi a fare una cosa del genere. Doveva essere davvero disperato. Il jonin rimase in silenzio, indeciso su come comportarsi. Non riteneva che ci fossero motivazioni sufficientemente valide da spingere qualcuno a inchinarsi davanti a lui in quell'atto di umiltà estrema. Ed avrebbe intimato persino a Jotaro di alzarsi immediatamente, se quello non avesse per primo fatto scivolare un fascicolo davanti al jonin. Hohenheim raccolse la busta e la foto che da questa era uscita. Essa ritraeva un vasta entrata, difesa da un portone le cui dimensioni rivaleggiavano con quelle dell'entrata a Sunagakure. Immediatamente il jonin si chiese quale potenza militare disponesse di una tale difesa. Immediatamente escluse i villaggi accademici, perchè avendoli visitati si era fatto un'idea delle loro protezioni. Escluse un altro paio di villaggi in giro per il continente per via della qualità della roccia e della tipologia di vegetazione, ma le sue deduzioni si fermarono ben presto. Avvicinò la foto al volto, schermando l'immagine con la mano libera, così da far sparire i riflessi solari che gli impedivano di cogliere i dettagli. Poi lo notò. Al centro del cancello, quel maledetto simbolo! Si rivolse quindi a jotaro...alzati, questo non è necessario... ed una volta faccia a faccia, avrebbe continuato:...che significa tutto questo?

    Le parole del ronin, se possibile, gli portarono più domande che risposte. Quello era il luogo da cui che cosa aveva avuto inizio? Si stava riferendo ai D10? Alla maledizione del suo sigillo? Pensava che fosse stato Amanimaru stesso a creare il gruppo di combattenti, ed allora perchè il loro simbolo era incastonato in una costruzione che probabilmente era antecedente alla loro nascita? Gli espose le sue curiosità, prima di chiedere:...abbiamo...dici che gli altri membri dei D10 hanno bisogno di me? Non sono sufficienti a investigare su qualsiasi cosa si celi dietro questo cancello maledetto? Hohenheim era combattuto. Da una parte, voleva anche lui le risposte che si celavano dietro quella porta. Non solo per capire il suo passato, ma per gettare una luce sul suo futuro. Infatti, nulla impediva a quel sigillo che si portava nel petto di ucciderlo una seconda volta. Forse, il potere dell' X era terminato, o forse no. E questa non era una variabile che il jonnin voleva lasciare puramente al caso. D'altro canto, accettare l'offerta di Amanimaru significava rientrare in un mondo che pensava di essersi lasciato alle spalle molto tempo prima.

    Ad ogni modo, una volta che Amanimaru ebbe risposto alle sue domande, Hohenheim sarebbe arrivato alla conclusione che conoscere la verità era la migliore delle scelte. Non per Jotaro o per quei D10 che lo avevano abbandonato, ma per sè stesso. Per cui avrebbe fatto cenno al ronin di seguirlo, mentre tornavano verso il villaggio. Mi servono 3 ore per completare i miei incarichi qui al villaggio. Darò istruzione alle guardie affinché ti trovino un posto dove attendere. Partiremo appena ho terminato. Hai perso la mia fiducia molto tempo fa Jotaro... ma se ti sei spinto fin qui significa che questa faccenda sia di estrema importanza...e lo è...anche per me... Così dicendo avrebbe lasciato il ronin alle cure delle guardie della porta.

    [...]



    Esattamente 3 ore dopo, Hohenheim si sarebbe ripresentato alle mura, completamente equipaggiato come per un lungo viaggio o per la guerra. Un lungo mantello color terra lo avvolgeva da capo ai piedi, nascondendo il suo corpo minuto ma atletico, mentre una maschera bianca, che ritraeva le sembianze di un falco in maniera stilizzata, gli copriva il volto, lasciando uscire solo i suoi capelli castani. Sotto i vestiti, il jonin aveva preparato 4 sigilli della psiche, da utilizzare nel caso le cose si fossero messe male. ...andiamo... avrebbe detto senza troppe cerimonie a Jotaro, ed avrebbe lasciato che lui facesse strada. Se ricordava bene, il ronin utilizzava delle strane cavalcature alate, come cavalli demoniaci dotati di ali, per muoversi rapidamente. Mentre lui avrebbe chiaramente potuto utilizzare la sua argilla. All' ex monaco di Jashin la scelta del mezzo di trasporto.
     
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