La ragazza e il gatto[Free+Add] Harumi e Kairi

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  1. Kairi Uchiha
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    La ragazza ed il gatto


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    Era una giornata calda, estremamente calda: persino a quelle prime ore del mattino il sole scaldava l'aria quasi fosse un forno, mentre l'aria piena di umidità ed afosa non migliorava di certo la situazione. Pur essendo leggermente più a nord del paese del fuoco quello delle risaie risultava più umido di Konoha, non che a casa la situazione fosse particolarmente migliore in realtà...Kairi avrebbe ricordato quell'estate come una delle più calde di cui aveva memoria.
    Si era mossa di notte per raggiungere il paese del suono in tempo per l'appuntamento che le era stato dato da Harumi solo qualche giorno prima tramite una missiva che l'aveva in parte allarmata: non vi era scritta la motivazione di tale convocazione ma non era completamente sicura si trattasse di buone notizie. Era però bel lieta di poter rivedere la piccola ragazza del suono, erano ormai diversi mesi che non aveva più sue notizie...era riuscita infine a diventare anch'ella una kunoichi? Quella vita era davvero la vita giusta per lei? Stava bene? Più di una volta si era domandata se portarla nel villaggio segreto di Oto fosse stata una buona idea, se introdurla a quel tipo di vita fosse stata la scelta più saggia e migliore. Quel giorno avrebbe chiarito, o così almeno sperava, la maggior parte dei suoi dubbi.

    Non appena mise piede nei pressi del villaggio in cui l'aveva ritrovata i paesaggi fecero riaffiorare velocemente tutti i ricordi di quell'avventura: si era trattato della sua prima missione assieme ad Ayuuki, allora genin veterana che l'aveva aiutata ad affrontare la situazione, dandole non pochi consigli utili. Era da tempo che non vedeva ormai più la kunoichi, e non escludeva di averla ormai raggiunta, o forse persino superata, per quanto riguardava esperienza ed abilità. Si augurava perlomeno che per essere arrivata dov'era Ayuuki non avesse dovuto percorrere un cammino analogo al suo...
    Fu con enorme sollievo che salendo suoi monti l'Uchiha notò come l'aria si stesse facendo via via più fresca e respirabile, donandole non poco sollievo. Poco prima di raggiungere Tachi però notò come l'atmosfera fosse fin troppo tranquilla e surreale per un villaggio completamente immerso nella natura...non vi era nessun cinguettare, non un rumore nelle fronde e non una voce in lontananza che facesse presagire l'avvicinarsi ad un piccolo centro abitato, il che non poté che metterla in allarma: aveva ormai ben imparato come troppa tranquillità significasse spesso e volentieri qualche guaio.
    Accelerò il passo superando velocemente il tratto boschivo, mentre un'odore via via si faceva sempre più chiaro, odore di cenere mischiato a qualcosa di ferroso, un'aroma che aveva fin troppo spesso sentito e che ormai la accompagnava in quasi ogni missione, quello inconfondibile del sangue. Per riuscire a percepirlo chiaramente nell'aria doveva esservene fin troppo in giro, ed istintivamente la ragazza attivò lo sharingan preparandosi al peggio.

    Non appena raggiunto il villaggio lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi fu un vero e proprio inferno...le poche abitazioni erano completamente in fiamme, mentre i cadaveri degli abitanti erano letteralmente sparsi per tutta la cittadina, dilaniati da quelli che sembravano artigli e zanne di una bestia infuriata. Impugnando la wakizashi l'Uchiha si mosse velocemente fra i vari corpi alla ricerca di uno in particolare mentre con il cuore in gola sperava di non trovarlo: fortunatamente non sembrava esservi traccia di Harumi in nessun luogo, probabilmente l'otese doveva ancora arrivare.
    Quando notò poi la testa dell'arringatore non poté nascondere un'espressione di disgusto, non tanto per lo spettacolo quanto per i ricordi che affiorarono nella sua mente. Quello era l'uomo che aveva messo al rogo Harumi, cercando di ucciderla per nessuna reale ragione...Non poteva dire di provare soddisfazione nel vederlo in quelle condizioni ma indubbiamente non provava alcuna compassione.
    Continuando a girovagare per il villaggio ed alzando lo sguardo avrebbe infine notato l'artefice di quel massacro: un vero e proprio demone gatto si ergeva sopra un masso, e quando Kairi volse lo sguardo verso di lui questi sembrò ricambiarlo.
    La kunoichi fu rapida nel mettersi in posizione di battaglia, pronta a scagliarsi sul mostro, ma la situazione si evolse in una maniera per lei impensabile...il corpo dell'essere cadde malamente al suolo e dopo un paio di attimi di esitazione l'Uchiha si avvicinò ad esso, arma in mano pronta a colpire. Fu proprio mentre lo faceva che vide i capelli ritirarsi velocemente nel capo diventando neri ed il corpo ferino prendere via via fattezze sempre più umane, assumendo le sembianze di Harumi.

    La genin rimase per alcuni momenti che le sembrarono interminabili immobile, osservando il corpo svenuto dell'otese mentre sentiva l'adrenalina percorrerle tutto il corpo ed arrivare alle gambe che quasi cedettero, mentre un brivido gelido le percorreva la spina dorsale Ha...Harumi...? sussurrò incredula osservando il corpo. Era stata la ragazzina a compiere quel massacro, dunque? Che cosa le era successo? Perché aveva assunto quell'aspetto? Non aveva mai visto una cosa simile prima di allora in vita sua ma più di una volta aveva sentito parlare dei suoi nonni di possessioni demoniache, di alcuni Youkai ed Oni che si impossessavano dei corpi degli umani facendogli compiere le cose più spregevoli. Doveva trattarsi di un caso simile...
    Dopo quelli che furono quasi certamente almeno un paio di minuti buoni passati ad osservarla immobile la kunoichi si abbassò verso Harumi, la spada saldamente impugnata nella mano destra seppur rinfoderata in maniera tale da non risultare mortale se utilizzata, mentre cominciò a scuotere decisa il corpo per risvegliarla Svegliati. Harumi avrebbe continuato chiamandola e cercando di farla riprendere fino a quando questa non avesse aperto gli occhi, pronta a scattare nel caso in cui vi fossero reazioni impreviste da parte dell'otese. Se quest'ultima non avesse mostrato alcun segno di aggressività avrebbe infine domandato Cos'hai fatto, Harumi? Cosa ti hanno fatto? non sapeva neppure lei a chi riferirsi, se agli abitanti del villaggio o agli abitanti del villaggio del suono: la ragazza che conosceva non avrebbe mai compiuto nulla di simile e doveva esserci una spiegazione più che logica a quello che era successo. Qualcuno doveva averle fatto qualcosa.



     
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