La ragazza e il gatto[Free+Add] Harumi e Kairi

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    La ragazza e il gatto


    Post IV ~ Patto

    In risposta alle minacce dell'Uchiha la figura dai connotati felini snudò i canini appuntiti in un sorriso divertito. Flettendo la testa all'indietro, osservò la kunoichi con sufficienza. Hai coraggio, ragazzinya. Tuttavia... Il nero abisso incorniciato dalle iridi gialle si strinse impercettibilmente per un istante, come se stesse mettendo a fuoco la donna che aveva di fronte. ...non credere che bastino degli occhi rossi o un'espressione arrabbiata per spaventarmya. Soprattutto quando si ha un faccino carino come il tuo~nya. Il demone gatto si passò voluttuosa la lingua sul labbro superiore, ammiccando a Kairi. D'un tratto però il nekomata si fece stranamente serio, socchiudendo le palpebre a mezzaluna. Sei proprio sicura che, nel profondo, non lo desiderasse~nya? Il tono basso, quasi sussurrato, sembrava preludere ad una riflessione ben più profonda di quanto quelle poche parole lasciavano trasparire. Il bakemono, con quel suo fare sibillino da creatura del crepuscolo, quando le ombre si allungano rendendo difficile distinguere cosa sia vero e cosa falso, avrebbe probabilmente piantato il seme del dubbio nella donna. Forse il suo affetto per la ragazza rendeva il suo giudizio annebbiato, desiderando che le cose fossero semplici: tutto il male stava nel Bijuu, tutto il bene in Harumi. Il gatto-umano sospirò, soffiando in modo incredibilmente simile ad un felino. Attenta a giurare, bambinya. Kairi avrebbe avuto l'impressione che la pazienza, per altro già piuttosto scarsa, del demone fosse esaurita. Potresti avere di fronte la cosa più simile a un kami che miai incontrerai nella tua insulsa esistenza~nya. Ricambiò con un certo astio lo sguardo della kunoichi, prima di lasciar ciondolare la testa in avanti come se stesse cadendo addormentata. Con un ultimo sussurro si congedò, restituendo il corpo alla propria legittima proprietaria. A presto, ragazzinya...
    Harumi guardò distrattamente la giovane china su di lei. Vergogna e senso di colpa le impedivano di ricambiare lo sguardo della sua salvatrice, la quale ancora una volta si era erta in sua difesa. Tuttavia, fedele alla sua risoluzione, prese a parlare cercando di non tentennare. Ero stata convocata per una missione di scorta. Dovevamo prelevare un criminale dagli abissi delle carceri di Oto per portarlo a giudizio. Si trattava di una formalità, credo, la sua sorte era già stata decisa. Sospirò. I ricordi di quel giorno erano incisi a fuoco nella sua memoria, nonostante i momenti di vuoto e di straniamento che aveva all'epoca provato. Il caposquadra era Eiatsu, un jonin molto capace. Si lasciò sfuggire un tenue sorriso. E' un tipo di poche parole, ma mi ha sempre trattata bene e ha cercato di proteggermi... In realtà era stato proprio lui a sigillare il demone dentro di lei, benché non fosse sua intenzione. D'altro canto se non lo avesse fatto, o se non avesse avuto successo, la ragazza sarebbe morta ed un bijuu si sarebbe liberato nel Villaggio, devastandolo prima che qualcuno potesse anche solo provare a fermarlo. Sai, si prede ancora cura di me, anche se sembra freddo e distaccato ha sempre un occhio di riguardo. Il suo sorriso vacillò, mentre con il pensiero lasciava la tranquillità della sua vita dopo l'incidente per tornare a rivolgersi agli Inferi di Oto. Siamo scesi senza intoppi ai livelli più bassi delle prigioni, poi è successo...qualcosa. Non aveva ricordi del breve tratto in cui era stata incosciente. Dalle parole di Meredora, la guardiana dalle braccia di ragno, sembrava che l'intero gruppo fosse stato colpito da un potente genjutsu. L'ho incontrato lì per la prima volta. Sono stata travolta dal suo odio, dalla sua rabbia, ho rischiato di affogarvi, di essere portata a fondo dalla mia disperazione, dalla mia solitudine, dal mio senso di colpa... La giovane accarezzò con dolcezza l'interno coscia su cui era stato posto il sigillo di confinamento, quasi lisciasse il pelo di un docile animale. ...ma c'era ancora un seme di speranza, un filo di luce in quell'oscurità. E ci siamo salvati, aggrappandoci l'uno a l'altra, unendo i nostri destini. Abbiamo fatto un patto, e ho intenzione di rispettarlo. Lo sguardo improvvisamente serio della kunoichi avrebbe forse sorpreso Kairi, tutt'altro che abituata alla luce decisa che brillava negli occhi solitamente timidi di Harumi. Mi chiederai se il demone ha fatto del male. Sì, senza alcun dubbio. Ho scrutato nei suoi ricordi, percepito i suoi pensieri. Mi chiederai se è malvagio. Ebbene, non lo è. Per lui la violenza è un metodo come un altro per ottenere ciò che vuole. Ma non è nato così: lo ha imparato dagli uomini. A quel punto Harumi rilasciò lentamente il pugno che aveva inconsciamente stretto mentre parlava, assumendo nuovamente la sua espressione mite. Mi dispiace per le parole che ho pronunciato in precedenza, non ero in me. Non credo veramente di essere un mostro, né tanto meno di esserlo per aver accolto il nekomata dentro di me. O almeno lo spero. La ragazza aveva ancora molte cose da dire alla fogliosa, ma prima voleva togliersi un dubbio che la rodeva da tempo ormai, fin da quando si era resa conto di ciò che era diventata. Tu...mi vuoi ancora bene, vero?

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    Kairi accetterà Harumi anche nella sua nuova condizione di forza portante?

     
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