Rise - Secondo Atto[Gambe nuove ed Add TS per Kensei]

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  1. -Meika
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    Rise - Secondo Atto


    II

    Ciò che mi chiedeva, riguardo la sua morte, non ritenevo sarebbe potuto rimanere realmente segreto. Non sarei stata sola in quella Sala Operatoria ed anche se il Mizukage avesse deciso di mettere quell'informazione come top secret, già era compromessa.
    Avevo detto a Febh Yakushi che Keiji aveva bisogno di nuovi arti, non appena l'Otese avesse visto Kensei avrebbe compreso che in realtà era Keiji Kagome.
    Tuttavia non c'era alcuna reale utilità militare in quel cambio di identità. Era un segreto che lui intendeva tenere, per cui anche se in un futuro fosse venuto a galla nessuno ne sarebbe uscito realmente danneggiato, se non forse il suo orgoglio.
    Sospirai a quella richiesta, ma annuii.
    Farò in modo che il Mizukage ne venga informato e dirò a chi assisterà all'operazione ciò che dovrà succedere... non posso garantirti che mai nessuno in futuro scoprirà di questa tua rinascita, ma è il meglio che si può ottenere nelle circostanze attuali.



    [Abilità] Conoscenza Chirurgica [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può effettuare operazioni chirurgiche tramite il chakra, potendo compiere efficaci interventi senza l'utilizzo di nessun kit medico. L'entità di rigenerazione giornaliera delle ferite del paziente alle cure di pronto soccorso dell'utilizzatore è raddoppiata. L’interventi per la rimozione degli status richiede 1 slot azione/tecniche per status Leggero, 2 per status Medio, 3 per status Grave; sono esclusi gli status causati dai veleni.

    Conoscenza Medica (Intermedia) [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare anche status Medio; richiedono 6 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di leggera ogni giorno. Possiede conoscenze anatomiche che gli permettono di individuare i punti deboli e resistenti degli avversari, anche nella concitazione della battaglia. Può possedere slot [Veleno] per antidoti. ( [Richiede Conoscenza Medica (Base)] )

    Indole Guaritrice [0]
    Speciale: L'utilizzatore può guarire una maggiore quantità di ferite tramite la tecnica delle Mani Curative. La Guarigione Massima delle Mani Curative è Medioleggera per grado anziché Leggera per grado.


    Il bisturi affondò a fondo, Tagliai la pelle ed i muscoli, recidendoli, facendo un danno irreparabile. Scavai a fondo ma con attenzione, perché dovevo preservare i nervi.
    Il nuovo braccio aveva una struttura che in termini di innervazione ricalcava quella umana, ma ciò che era importante era anche l'interfaccia tra il sistema nervoso naturale e quello artificiale. Fortunatamente gli impulsi nervosi non erano altro che segnali elettrici, potenziali d'azione trasmessi con una certa frequenza che stimolavano i muscoli a compire una certa azione. Per cui immaginare l'interfaccia non era stato difficile, ma a quel punto era necessario collegare ogni nervo alla sua inserzione nel sistema di ancoraggio e nulla era casuale.
    Per cui era necessario che non recidessi casualmente nervi, che li recidessi al punto giusto.
    Vicino al tavolo operatorio c'era un foglio in una custodia trasparente sterile dove c'era uno schema che avevo preparato per capire come collegare i nervi.
    Dovevo cercare il plesso brachiale e seguire i tre tronchi fino a che dopo divisioni e riunioni non diventavano tre code e tagliarle al punto giusto. Dovevo essere precisa. Se avessi reciso il tronco superiore prima dell'emergenza del nervo frenico gli avrei paralizzato il diaframma e l'avrei condannato all'impossibilità di respirare autonomamente. Sarebbe stato troppo per lui dotarsi di un respiratore meccanico che produceva strani suoni ad ogni esalazione.
    Aprii la pelle dalla spalla fino al collo, fino a trovare l'emergenza di quei tre grossi nervi che a loro volta erano formati dalla fusione di diverse radici nervose che provenivano dal midollo spinale.
    In quel caos di sangue e muscoli non era facile individuarli, dovetti far girare il corpo di Keiji di novanta gradi e poggiarlo sul suo braccio destro per avere campo libero. Una volta individuati seguii quello superiore con il dito finché prima si divise e poi si fuse con un ramo di quello medio, formano un unica corda.
    Era quella che dovevo tagliare. La tagliai con le forbici, tenendola ferma nella pinzetta e dunque la segnai con una fascetta colorata. Feci la stessa cosa con le altre due corde, tagliando la media circa alla fine della sua lunghezza e la inferiore

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    A quel punto potevo tagliare il resto del braccio con tranquillità. Clampai l'arteria ascellare e la recisi, dopodiché aprii l'articolazione, tagliandone i tessuti dalla scapola, tagliando via tendini e legamenti che non sarebbero più serviti. Sempre col segetto tagliai via la cavità glenoidea dalla scapola, ossia la superfice articolare che similmente ad una protuberanza accoglieva al suo interno la testa dell'omero e dopo le ultime rimozioni e chiusura dei vasi fui pronta ad iniziare l'inserimento del sistema di ancoraggio.
    Feci rimettere Keiji prono e dunque con un trapano scavai una cavità all'interno della scapola, per quanto possibile data la piattezza dell'osso. Con poca delicatezza vi inserii il dispositivo, infilandone la protuberanza nella cavità che avevo scavato, per poi fissarne la placca esterna con delle viti al corpo della scapola.
    Quando ebbi finito ormai la scapola non somigliava più neanche ad una vera scapola.

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    A quel punto cominciai una lenta opera di ricollegamento dei nervi. Così come un elettricista inserii il nervo nel suo inserto, stringendo poi una vera e propria vita conduttrice fino a farlo rimanere perfettamente fermo nel suo scompartimento. Talora dovetti usare una piccola prolunga, un vero e proprio nervo artificiale di quelli simili al braccio, visto che l'aatomia normale era stata totalmente sconvolta. Feci così per tutti e sei i nervi dei quali dovevo preoccuparmi, dunque, ricollegai i tendini dei muscoli residui al sistema di ancoraggio, fissandoli per i tendini usando delle speciali viti biocompatibili.
    Quei muscoli erano inutili oramai, non avevano più un arto da muovere, tuttavia preferii mantenerli in sede per evitare limitazioni dei movimenti che non avevo previsto. Cercai di basarmi il più possibile sull'anatomia normale laddove avevo distrutto l'inserzione precedente ed alla fine, dopo ore ed ore di lavoro, sporca di sangue ed esausta, potei dire di aver finito.
    Iniziai una lenta operazione di chiusura utilizzando il chakra curativo [Mani Curative], prendendomi il mio tempo per far saldare correttamente ogni muscolo, la pelle con la pelle, fino a richiudere totalmente la ferita. Avrebbe sofferto sufficientemente nell'apprendere che controllare quegli arti era difficile, il dolore poi non avrei potuto cancellarlo nemmeno volendolo: tutto sarebbe stato indolenzito per diversi giorni, ed appena risvegliato sarebbe come se fosse andato a fuoco.
    Alla fine Kensei era più deturpato di prima. La spalla non esisteva più ed al posto di essa si apriva una cavità metallica dall'aspetto anonimo.
    Sembrava quasi un giocattolo.



    Avrebbe sentito dolore dopo alcuni minuti dal suo risveglio. Una bruciante sensazione dolorosa. I nervi stretti nei loro inserti soffrivano e per un lungo istante a Kensei parve di riavere il braccio. Lo sentiva lì, che doleva, un sordo dolore costante che non avrebbe accennato a placarsi.
    Mai.
    Quando entrai lo sentii parlare.
    È finita venti ore fa Kensei. Sarai addolorato nel sapere che ieri uno Shinobi di Kiri, Keiji Kagome, è deceduto in questo stesso ospedale. Dissi, con voce atona, avvicinandomi a lui. Non c'era alcuna medicazione, avevo richiuso tutto con il chakra.
    Sentirai dolore. Dissi, posandogli sulla mano un pulsante. Questa è morfina, ti aiuterà a superarlo. Premi e sarà erogata. È andato tutto bene... vuoi provare il braccio?
    Ora, non avevo idea di cosa sarebbe accaduto quando avessi inserito il braccio nel suo scompartimento. Se avesse acconsentito avrei preso il braccio che era nella stanza e con cautela, avrei inserito il perno sulla sua estremità superiore nella cavità del sistema di ancoraggio.

    Il mondo di Keiji sarebbe divenuto fuoco. Forse i nervi erano impazziti, o forse c'era qualche cosa di carico, ma quel braccio faceva male. Un dolore costante, indomabile, furioso come l'odio che lo stava tenendo in vita nonostante tutto.
    Un dolore in grado di uccidere.
    Un dolore in grado di fargli scoppiare il cuore.
    Un dolore in grado di risvegliare in lui qualcosa di ben più spaventoso dell'oscurità che avevo accettato qualche tempo fa.

    Soffri. Scatena il tuo potere nella sofferenza.




     
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