Rise - Secondo Atto[Gambe nuove ed Add TS per Kensei]

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  1. -Meika
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    Rise - Secondo Atto


    IV

    La fredda, orribile morsa dell'odio.
    Una sensazione che non mi era sconosciuta ma alla quale non ero affatto abituata. Avevo perduto molto in vita mia per la stupida ed insensata sete di sangue di altri. Mia madre mi era stata strappata via che avevo solo otto anni, uccisa da una folla di Kappa che non ne avevano un reale motivo, spinti ancora dall'odio.
    Già.
    Per quanto difficile fosse da credere, la mia vita sembrava ruotare attorno a quell'atavica sensazione umana. L'avversione verso qualcosa poteva essere tanto forte da uccidere oppure garantire così tanta forza da tenere in vita persino un organismo devastato. Così tanta forza da farlo continuare a muovere finché quell'odio ne alimentava le membra.



    Quando Kensei cadde, schiacciato dalla sua stessa temporanea inutilità, l'odio che riversò in quell'urlo divenne tangibile e contagioso. Ero empatica? No, l'empatia non centrava molto. Era qualcosa di diverso, lui forse ancora inconsciamente mi stava spingendo ad odiare.
    L'aria si fece pesante, arretrai anziché di avvicinarmi al paziente in difficoltà. La mano destra, che aveva tenuto il bisturi che lo aveva devastato ma che gli aveva anche ridato speranza tremava in maniera incontrollata.
    Strinsi il pugno, fissai Kensei come si fissano le bestie pericolose e quasi ero pronta a stordirlo. I miei occhi avevano già cambiato colore quando sentii delle dita cingermi il braccio ed allontanarmi da lì.

    Vidi solo i capelli biondi del Mizukage per un breve istante, poi quando si voltò verso me, ne riconobbi anche i lineamenti. Sembrava più tranquillo di me, abbastanza da essere lucido sul da farsi. Mi disse che la scienza aveva poco a che fare in quel momento ed io annuii.
    Questo è un vero e proprio potere Mizukage... dunque arretrai fino ad uscire dalla stanza, respirando affannosamente.
    Un'infermiera si avvicinò, preoccupata.
    Meika-san, è pallida come un lenzuolo... cosa è accaduto? domandò con fare materno.
    Non ne ho idea risposi Non fate entrare nessuno a meno che il Mizukage non chiami. Se mi cercasse sono nel mio ufficio.
    Ed il paziente?
    In questo momento non ha bisogno di medicine. Dissi solo, con tono enigmatico, voltando le spalle a quella stanza.

    Una volta nel mio ufficio sedetti sulla sedia dietro la mia scrivania. Le mani mi tremavano ancora.
    La sensazione che mi aveva pervaso era stata potente, ma pericolosa. Mi sembrava di essere davanti a Chi-Hi, il Kappa Bruciato (da mia madre), mentre mi confessava il suo crimine. I residui dell'azione di Kensei però mi fecero nascere pensieri che avevo represso. Pensieri vendicativi. Non era sufficiente a farmi rimpiangere delle mie scelte, ma più che sufficiente a farmi ponderare una eventuale futura soluzione più drastica al problema.
    Pensieri che svanirono col passare dei secondi... cosa era diventato Kensei?
     
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16 replies since 28/7/2017, 13:38   290 views
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