Rise - Secondo Atto

[Gambe nuove ed Add TS per Kensei]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Tragedia di Kutsu, il Tormento dei Draghi dell'Ovest
    Capitolo Terzo



    Atto VII
    Il potere del Drago


    In cuor suo Koutsu non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere. Si era sempre considerato il più potente, probabilmente, il più cattivo, il più nefasto; il problema di un atteggiamento di questo tipo, però è soltanto uno: definirsi potente rimanda all'idea di Potenza dalla quale discente la tua qualità. È dunque una implicita assunzione di qualcosa di più grande tramite cui confrontarti. Definendoti il più grande, insomma, stai ponendo qualcosa come più grande di te. Il Terrore dei Draghi dell'Ovest era questo: manifestazione della superbia e sua forma subottimale. Ma nonostante tutto ciò, in vita era una creatura terribilmente potente, ben oltre ogni mia possibile capacità di rispondervi, ben oltre ogni mia facoltà. In quel mondo che sembrava sottostare più alle sue regole che alle mie - quando infatti cercai di richiamare a me le mie spade per fronteggiarlo, non accadde assolutamente niente - egli era indebolito dalla morte ma comunque estremamente potente. Vi erano solo le nostre anime là dentro: il mio corpo stava da qualche altra parte nel mondo reale con Itai davanti a sé, martoriato e ricostruito ma verso la via della guarigione; la mia anima, invece si era appena messa nella condizione di morire e vanificare ogni sforzo.
    Continuando a tenere gli occhi su di me, Koutsu li infiammò ancor di più nell'udire la mia risposta. Coloro che mi hanno ucciso erano ninja molto più potenti di te e persino in quel momento hanno dovuto combattere in due per potermi uccidere, tu, storpio, intendi farlo da solo? Disse, con un disprezzo tale che quasi potei sentirmi le parole colpire le membra. Patetico. Ma quando il Drago dell'Ovest riaprì le sue fauci per parlare mi accorsi che quello che avevo sentito non era solo una sensazione. Era realtà. L'ultima parola pronunciata da Koutsu mi schiacciò a terra, costringendomi ad inginocchiarmi. Nessuno era mai riuscito a soverchiare la mia forza fino a quel momento: nessuno era mai riuscito a costringermi in ginocchio fisicamente, figuriamoci col solo potere delle parole. Qualcosa non andava, quel drago non poteva avere tutto quel potere dopo essere morto! Ma fu in quella circostanza che, dovendomi chinare sulle mie gambe, e abbassandosi contemporaneamente la testa, notai qualcosa di strano: vestivo gli abiti cerimoniali Maeda ed avevo entrambe le mani. Cosa? pensai. Com'è possibile? Mentre quell'enorme peso mi giaceva sulle spalle, mi toccai il volto per sentirne le condizioni: era liscio e sano. Le mani si alzarono verso la fronte, sfiorando con i polpastrelli i capelli e sentendone la sensazione tra le dita. Era come se tutto ciò che era successo a Kiri non fosse mai accaduto. Ero Keiji.
    Rifiuti la mia offerta con grandi parole, quando non sei in grado nemmeno di stare in piedi. Patetico. Un nuovo colpo mi investì, costringendomi a portare le braccia su quel tetro pavimento di nulla per non venire schiacciato a terra. Ti credi chissà chi eppure i miei occhi vedono che dentro di te sei ancora quello che credevi. Il tuo odio è flebile, Keiji Kagome. Il Drago mi chiamò col nome con cui non mi ero presentato, si appellò al me col mio vero nome! Come poteva ... Come osi!? Riuscii soltanto a dire, tra i denti, mentre mi opponevo a quella forza estenuante. Se volessi potrei bruciare la tua anima, potrei usare il tuo corpo come vessillo. Il tuo corpo è rotto, è un inutile cartoccio privo di senso, tenuto in piedi dall'abilità di uomini e donne migliori di te. Sei così incredibilmente patetico. Digrignavo i denti, producendo orribili suoni gutturali, mentre la mia rabbia cresceva inesorabile, ferita là dove più fa male, nell'orgoglio. Tu osi chiamare me un fallimento, piccolo umano senza orgoglio. Tu, che ti sei fatto sottrarre la tua spada da un folle che ti ha comandato a bacchetta per questo. Non sei che la disgrazia del tuo clan. Tu, che hai amato una donna che ti ha lasciato, con in grembo un figlio che ha fatto crescere all'uomo che è venuto dopo di te. Tu patetico piccolo uomo che osa dare a me lezioni e che mi vorrebbe liberare. Tutti i miei più grandi fallimenti, tutti i motivi per cui mi ero odiato ed ero diventato quello che ero fino ad annientarmi. Koutsu faceva leva su quello, su ciò che, in fin dei conti, mi aveva ridotto in quelle condizioni: più della bomba di carne di Cantha, più delle protesi metalliche del Mizukage, più dell'operazione di Meika Akuma. Keiji Kagome non potrà mai rialzarsi dal peso della sua pateticità. Resta lì e muori, consumato dal mio odio. Tutt'intorno a me le fiamme erano tornate ad ardere e questa volta riuscivo a sentirne addosso il calore ... calore vero, non più freddo sentimento oscuro. Ero soggiogato, ancora una volta e non potevo stare in quel modo se volevo rimanere vivo. Dovevo rialzarmi. Mi sforzai spingendo con le braccia con tutta la forza che avevo, provai a concentrare il chakra, a superare ogni mio limite ma non riuscivo a muovermi di un centimetro. La Forza non serviva, la forza non bastava. Moralmente a terra, oltre che fisicamente, la mia bocca iniziò a muoversi da sola, come per istinto di sopravvivenza. Io non ho mai deluso la mia stirpe. Cominciai. Stavo attingendo ai segreti di quel luogo, stavo cercando di scavare io, questa volta, dentro l'anima del Drago Nero. Con me non è morta nessuna idea. Koutsu, col suo fallimento infatti, aveva resa vana la corruzione dei Draghi dell'Est. Ciò per cui viveva non si era mai realizzato. Io ho riportato il mio Clan nel luogo che gli apparteneva. Mentre parlavo la forza che faceva presa su di me sembrava quasi, lentamente affievolirsi, pur rimanendo, in quelle fasi iniziali, ancora troppo soverchiante. Io ho sacrificato la mia vita privata per il bene di Taki, della mia città natia. La voce si faceva sempre più alta, la gola iniziava a gridare con rabbia tutto ciò. Io ho servito Kiri fino a sacrificare la mia stessa vita per il mio obiettivo, ho salvato la vita dei miei compagni col martirio del mio corpo! Piano piano le forze diventavano maggiori e le braccia riuscirono a tirare su il busto, tornando in posizione eretta, tuttavia ancora in ginocchio. Io non sono mai stato sconfitto in combattimento. I miei occhi tornarono a cercare quelli fiammeggianti di Koutsu. Ma hai ragione. Anche io ho qualche piccolo fallimento nella vita, qualche errore collaterale, qualche situazione che mi ha costretto all'adattamento, alla metamorfosi. Ma sai perché? Tutt'attorno a me sarebbe stata nuovamente visibile quella sottile patina di chakra nero che anche Meika in precedenza aveva visto. Koutsu era molto più simile al Mizukage, però, il quale non fu minimamente influenzato da quel potere almeno non a livello conscio. Perché non ho mai perso di vista lo scopo, il motivo della mia vita. La Giustizia. Mi dirai su sui miei piedi. Lentamente, ancora con tutto quell'enorme peso addosso, cercai di muovere di passi, dirigendomi verso le fiamme che sentivo ardere. Il mio scopo mi ha fatto comprendere che il passato non è necessario, che gli unici legami importanti sono quelli delle passioni o quelli teleologici. Lo Scopo mi ha fatto comprendere che ero una pedina di qualcosa di più grande. Oramai ero molto vicino a quelle fiamme. Ma anche quello non è bastato: essere un Simbolo significa agire per qualcosa,
    porre qualcosa al di sopra di sé stessi ma sopra di me, non c'è ...
    entrai nelle fiamme. NIENTE. Lentamente il mio corpo iniziò ad ardere, i miei vestiti a carbonizzarsi, i miei capelli bruciarono velocissimamente lasciando poc'altro che una testa glabra. La carne sul mio viso iniziava a deturparsi, a sciogliersi, a butterarsi. Le mie gambe, esattamente come cera, si liquefacevano mostrando sotto di esse duro metallo, forte acciaio. Insieme a loro anche il mio braccio sinistro. Fu in quel momento che riemersi dalle fiamme. Così ho deciso di morire. Ho deciso di diventare Kensei, l'Inquisitore di Kiri, una Promessa. Io sono diventato l'Odio,
    non ne sono più una sfaccettatura. Sono diventato la Rabbia, non un uomo rabbioso. Io ho sconfitto la morte elevandomi sopra di essa.
    Riposai i miei occhi sui suoi. Per ultima l'iride cambiò lentamente colore mostrando quel giallo e quel rosso malati e profondi che si erano manifestati, durante la mia sofferenza, per primi. E tu, invece? Che cosa hai saputo fare se non essere rinchiuso in un guanto per l'eternità?




    StatisticheStatus
    Forza: 700
    Velocità: 600
    Riflessi: 600
    Resistenza: 575

    Agilità: 600
    Precisione: 600
    Concentrazione: 600
    Intuito: 500

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
    [Slot Difesa III]


    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica]

    [Slot Tecnica]



    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    Citato!
    Parlato!
    Pensato!
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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16 replies since 28/7/2017, 13:38   290 views
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