Shinobi e mercanti

[Paese del Ferro] Shin e Asami

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  1. Zakira
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    I due shinobi della foglia proseguivano lungo il percorso e raggiungere il Paese del Ferro il prima possibile. Rispose a tutte le domande poste dal giovane, rivolgendogli un piccolo sorriso. E la sua espressione cambiò quando il ragazzo proferì parola. Dapprima perplessa disegnando, successivamente sul suo volto, un'espressione divertita.

    -Shin?-

    Lo guardò stupita, continuando a camminare, ripetendo con voce bassa il suo nome. Portò la mano sulla sua fronte ripensando alla gaffe appena fatta, per poi scoppiare in una risata cristallina. Durò pochi secondi prima di rivolgersi al compagno di missione con un tono divertito.

    -Scusa! Avevo dimenticato il tuo nome. Non l'ho fatto apposta.-

    La mano destra accarezzava nervosamente la nuca mentre abbassava leggermente lo sguardo. Non era la prima volta che dimenticava il volto o il nome di qualcuno. Situazione che invece non accadeva mai ogni volta che doveva studiare le varie nozioni di medicina dai vari tomi.
    Guardava altrove ma le sue orecchie captarono comunque la voce di Shin. Non pensava di avere un cognome tanto famoso. Come non pensava che la mentalità, tanto maschilista degli esponenti, era in realtà conosciuta anche da chi non aveva a che fare con la famiglia. Ma a quanto pare le assurde condizione della famiglia Hoshiyama non erano conosciute solo da chi ne faceva parte. Ormai tutti, all’interno del continente, ne erano a conoscenza. Forse la partenza dell’aspirante medico alla città di Konoha arrivò non solo a tutti gli esponenti della famiglia Hoshiyama ma anche a componenti esterni che commerciavano con essa. Suo padre non era riuscito a salvaguardare la reputazione della famiglia, facendo conoscere la parte peggiore della stessa, forse, per incutere paura o la sua supremazia. Ma cosa ci guadagnava? Rispetto o solo critiche dalle altre nobili famiglie? Dopo quella rivelazione Asami aveva ancora il coraggio di portare quel cognome?

    §...§

    La voce del ragazzo la fece ritornare alla realtà. Alla missione che lei stessa aveva deciso d’intraprendere inizialmente da sola. La sua famiglia aveva mandato il giovane shinobi per scoprire ciò che stava accadendo al paese del Ferro, ipotizzando che in realtà non si trattava di un semplice omicidio. Purtroppo la ragazza non poteva sapere se ciò che aveva detto il ragazzo era vero. Forse la fama della sua famiglia aggiunta all’arroganza che caratterizzava ogni singolo membro della stessa, aveva scatenato l’ira di qualcuno, commettendo infine l’omicidio. Si trattava quindi di un complotto, come sospettava la famiglia di Shin? L’unico modo per scoprirlo era quello di raggiungere il Paese del Ferro il prima possibile e indagare su quello che era successo.

    -Visto che devi occuparti anche dell'omicidio, sarò felice di collaborare con te.-

    Un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto anche se il suo tono era estremamente serio. Non sapeva chi della sua famiglia era stato ucciso. Ma di sicuro aveva intenzione di scoprire la verità e non come aveva detto suo padre descrivendolo come un buono a nulla. In più era felice di collaborare con un ninja di Konoha. Di certo non poteva considerarlo già un amico ma poteva rappresentare un valido alleato, visto lo stesso villaggio di appartenenza. In più avevano una ragione comune per raggiungere quella città e quella collaborazione poteva essere un vantaggio sia per Shin sia per la ragazza dalla chioma rossa. E come in ogni missione gli shinobi erano solito confrontarsi riguardo alle loro abilità. Anche se il ragazzo non aveva intenzione di combattere la sua specialità era proprio il combattimento corpo a corpo. A differenza di Asami che in tutto quel tempo non aveva fatto altro che leggere tomi di medicina. Poteva essere di aiuto in caso di cure ma riguardo ad un combattimento sperava di non dimostarsi troppo inutile o d’intralcio.

    -So qualche Taijutsu e Ninjutsu. Ma in realtà in tutti questi mesi sto studiando per approfondire le arti mediche. Sono diventata una kunoichi proprio per quella motivazione.-

    Stava studiando quella disciplina ormai da mesi. Non era un’esperta ma le nozioni base erano ormai in suo possesso già da tempo. Inoltre da quando aveva appreso la tecnica proibita ideata da Tsunade Senju alcuni concetti sembravano molto più semplici, anche se aveva ancora molto da imparare. Sperava solo, come aveva detto il ragazzo, di non dover usare la violenza. Preferiva un semplice dialogo piuttosto che risolvere la questione nel modo meno pacifico del mondo.

    -Sai Shin... spero davvero di non usare la violenza per scoprire qualcosa di più su questa storia.-

    Il suo pensiero poteva essere condiviso anche dal compagno di squadra. Ma a differenza dello shinobi, la diciannovenne non aveva minimamente pensato di affrontare uno scontro con qualche impostore. Anche se le armi e i vari accessori che aveva portato con sè potevano tradirla. I due davvero stavano per affrontare una semplice indagine? O c’era dell’altro?

    [...]

    Asami, in compagnia dello shinobi, aveva appena superato l’ingresso principale della città. I suoi occhi chiari osservavano con cura tutto ciò che la circondava. Era stata attratta dalla città già prima di arrivare alle mura. Forse perchè era completamente diversa da Konoha. Oppure perchè non aveva visitato altre città al di fuori di quest’ultima. La nube che copriva la città, aveva già catturato la sua attenzione. Ma quando iniziò a muovere i primi passi all’interno di essa rimase senza parole. Era completamente diversa dal villaggio della foglia, dall’aria pulita e mite. Quella di Ideekusa era quasi irrespirabile per colpa della nube generata dai numerosi camini. Per non parlare dei numerosi palazzi che riempivano la città. Un posto completamente nuovo per i suoi occhi. Per sua sfortuna non si trovava in vacanza e quindi non poteva visitarla come lei desiderava. Lanciò un’ultima occhiata ai samurai all’ingresso prima d’inoltrarsi all’interno della città al fianco del suo compagno di missione. E fu proprio Shin a proferire parola, attirando l’attenzione dell’aspirante medico.

    -Da dove dovremmo inizia…-

    Anche se il giovane aveva smesso di parlare, Asami aveva completato mentalmente quella frase, visto che proprio in quell’istante anche lei aveva pensato la stessa cosa. Continuò a camminare osservando i palazzi che s’inalzavano di fronte a sè mentre rivolgeva la parola a Shin. Aveva un tono sorpreso poichè era ancora stupita dalla città.

    -Non saprei... Magari visitando la città scopriremo qualcosa d’interessante.-

    La città, una volta raggiunta. sembrava ancora più imponente. I palazzi e la nube creavano uno spazio chiuso e ricco di misteri. Spostò il suo sguardo verso il ragazzo ma al suo fianco non vide nessuno. Dov’era andato Shin? Si era perso oppure, senza accorgersene aveva camminato più velocemente di lui? Guardò subito dietro di sè ed infatti il giovane si trovava a pochi metri dietro di lei. Vide solo un gesto compiuto da lui. Lasciò alcune monete ad un bambino, dagli abiti piuttosto malconci che subito scappò via. Il suo sguardo era puntato su di lui, che cercava di allontanarsi. Forse si apprestava a raggiungere la sua famiglia. Sempre se ne aveva una. Voleva avvicinarsi a Shin per esprimere nuovamente il suo parere quando una voce a lei del tutto sconosciuta si era rivolta al giovane ninja della foglia. La ragazza, si voltò ritrovandosi davanti a se un uomo con indosso un cappotto e dal viso completamente ignoto. Ma a quanto pare Shin lo conosceva rassicurando la ragazza che, nel frattempo, lo guardava con aria perplessa. Chi era? E perchè aveva ordinato ai due di seguirlo? Lanciò un’occhiata al ragazzo che nel frattempo cercò di rassicurare la giovane Hoshiyama, ancora scossa dalla nuova apparizione.

    -E' sempre un tipo di poche parole.-

    -Ma chi è?-

    Cercò di non farsi sentire dall’individuo avvicinandosi al ragazzo e parlando a bassa voce. Nel frattempo i suoi occhi osservavano l’ambiente che li circondava. La prima impressione era stata positiva , ma quello che aveva assistito in quelle vie strette e buie era stato qualcosa d’inaspettato. Una città composta da operai, che tornavano nelle loro abitazioni con facce stanche e sporche di olio o di una polvere nera. Ad ogni angolo i mendicanti, alcuni anche con alcuni arti amputati, chiedevano del denaro proprio come aveva fatto qualche minuto precedentemente il fanciullo. Non era l‘unico in quelle condizioni poichè numerosi bambini popolavano la strada. Completamente soli. Il tutto aveva come sfondo numerosi palazzi monocolore e un fiume, inquinato, che scorreva poco distante. Il volto della genin si rattristò, soprattutto quando potè osservare da vicino le condizioni di quella zone della città. Ognuno di loro viveva di stenti mentre gli operai, in quel caso più fortunati, guadagnavano respirando l’aria malsana. Una realtà completamente diversa da quella che aveva vissuto fino a quel momento. In una famiglia dove il denaro era tutto e lo spreco era all’ordine del giorno. In una famiglia dove poteva tranquillamente sfamare ogni singolo abitante in quella parte della città. Era l’unica Hoshiyama a vedere quelle ingiustizie? Solo guardare quelle scene si rese conto solo in quel momenti di essere stata una delle persone più fortunate in quel continente. Da piccola aveva tutto. Forse anche più del necessario. E quasi aveva vergogna di portare il suo cognome e il suo passato in quel degrado. Erano quelle famiglie che, navigando tra il lusso e puntando al potere, creavano situazioni di degrado e povertà, sfruttando ogni vantaggio.

    [...]

    -Dove stiamo andando?-

    Si avvicinò nuovamente al ragazzo, sussurrando al suo orecchio. Anche se lui stesso aveva detto di poter stare tranquilla, lei non si fidava dell’uomo. Stavano camminando da svariati minuti, percorrendo diverse strade e restando in silenzio.
    Finalmente i tre arrivarono dinanzi una porta, rilevandosi poi quella di un’osteria. L’uomo la aprì completamente facendo entrare prima i due giovani. Un posto dalla scarsa illuminazione e, per i suoi gusti, troppo silenzioso.

    §Bel posto...§

    La ragazza fece qualche passo in avanti, aumentando di poco la distanza dal suo compagno di squadra. Puntò i suoi occhi verso l’uomo che si trovava al di là del bancone e che non li degnò neppure di uno sguardo. Sapeva qualcosa su quello che era successo? Perchè erano entrati in un posto così malinconico? Sentì i passi dell’uomo raggiungere le scale dell’osteria. Davvero doveva fidarsi di lui?

    [...]

    Una volta sorpassata la porta la ragazza si ritrovò in una normalissima stanza. Ma una figura incappucciata comparve dal nulla, mettendo in allerta la giovane Hoshiyama. Soprattutto quando si avvicinò al giovane.

    §Ma che...!?§

    Cosa aveva intenzione di fare? E perchè in quegli attimi lo stava abbracciando? Lo sguardo della giovane implorava un chiarimento in tutta quella situazione. Da quanto aveva capito dalle parole del giovane era l’unico ad occuparsi di questa faccenda. Per quale motivo avevano incontrato quell’uomo? E quell’altra persona chi era? Cercò di ascoltare la conversazione dei due, scoprendo infine la vera identità della figura misteriosa che si rilevò una giovane ragazza. A quanto pare i due erano parenti quindi si rilassò, danto un’occhiata all’interno della stanza. Quando furono le parole della nuova comparsa ad attirare l’attenzione della kunoichi della foglia.

    -Sei in un romantico viaggetto con la tua fidanzata, Shin-kun?-

    Girò il suo volto di scatto verso il viso della ragazza. Guardandola per un istante prima di proferire parola. Una semplice parola che non riuscì nemmeno a completare, forse per lo stupore della domanda appena fatta.

    -Cos..!?-

    Lanciò una fugace occhiata verso il ragazzo per poi iniziare a ridere senza un motivo valido. Trovò divertente soprattutto la reazione del giovane ragazzo, che sembrò in difficoltà in quella situazione. Shin ritornò serio mentre la ragazza dai capelli rossi, ancora con il sorriso tra le labbra si accomodò sull’unica sedia disponibile.
    A quanto pare anche la ragazza era impegnata con un caso assegnato sempre dalla loro famiglia. Incominciando la sua indagine nel Paese dell’Erba, una pista l’aveva portata ad Ideekusa.
    Era da due giorni in quella città, osservando e comprendendo che la maggior parte della popolazione era formata dai vari lavoratori ed occupavano la parte bassa della stessa. Dettaglio che già lei stessa avevano notato durante quel breve tour turistico prima di arrivare all’osteria. La fascia media era occupata dai vari mercanti dove avvenivano i vari scambi commerciali. Mentre nella parte alte della città era occupata dai tre capifamiglia che dividevano cariche amministrative e ricchezze in parti uguali. Anche se da come aveva detto la ragazza dai capelli biondi qualcosa stava cambiando.

    -A proposito, qual'è il tuo nome? Voi da dove iniziereste ad indagare?-

    Lanciò uno sguardo a Shin e successivamente all’uomo che fino a quel momento non aveva detto una parola su quella storia. Le informazioni che aveva raccolto la ragazza era molte ma lui non aveva niente da dire a riguardo rispetto a quella storia? Davvero doveva fidarsi di lui?
    Nonostante ciò decise di fidarsi Yoko rivolgendosi, in quel momento, solo ed esclusivamente a lei. Escluse la possibilità di trovare indizi nella parte bassa di Ideekusa. I vari lavoratori e i mendicanti non potevano sapere di quello che succedeva ai piani alti. Allo stesso tempo cercare di raggiungere la parte più ricca della città poteva essere difficoltoso con i numerosi controlli che potevano incontrare. Ma allo stesso tempo poteva essere un’ottima soluzione per scoprire al più presto il mistero dietro a quell’omicidio.

    -Il mio nome è Asami… Asami Hoshiyama...-

    Aveva detto il suo cognome ma solo perchè si fidava di Yoko e voleva aiutarla riguardo quella faccenda.

    -...e il mio istinto mi suggerisce di raggiungere la fascia media della città. I mercanti potrebbero sapere qualcosa riguardo all'omicidio... o dell'indagine che stavi effettuando al Paese dell'Erba-
     
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