Shinobi e mercanti[Paese del Ferro] Shin e Asami

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    Shinobi e mercanti


    Post 4 ~ Fascicolo


    Mentre i due shinobi della Foglia si spostavano nei vicoli della cittadina, passando inosservati da un'ombra all'altra, il Kinryu riassunse le poche altre notizie raccolte da Nobou. A parte la descrizione dei locali che più interessavano alla kunoichi, aggiunse delle voci riguardo al defunto. Sembra che Kusogawi fosse stato incaricato dal clan di trattare con i Nakamura, una delle tre corporazioni che gestiscono l'esportazione di materiali ferrosi fuori dal Paese, affinché rivedessero la loro posizione sulla diminuzione del volume di affari. Si trattava di un incarico fallito in partenza, le decisioni della triade sono inappellabili, ma probabilmente gli Hoshiyama ne hanno approfittato per togliersi di torno un elemento poco raccomandabile, mandandolo dove non poteva fare danni. O per lo meno questo doveva essere il piano, dubito che desiderassero la sua morte. Shin aveva riportato fedelmente le parole del collaboratore, aggiungendo solo in un secondo momento le sue considerazioni personali. Potrebbe essere che Kusogawi, ignaro di tutto, abbia preso troppo seriamente il suo incarico ed abbia tentato di forzare la mano, forse minacciandoli o dicendo qualcos'altro di inopportuno. Oppure si tratta solo di una coincidenza, ed è rimasto vittima di qualche malintenzionato incontrato nel locale che frequentava. Magari ha spennato al gioco qualcuno che non sa perdere, o che ne so... Sto praticamente sparando a caso, non abbiamo ancora nessun elemento su cui elaborare ipotesi al momento. Speriamo di avere fortuna stasera, per poter gettare un po' di luce sull'accaduto. Il giovane sorrise alla ragazza, fiducioso.
    Il giovane lasciò che fosse Asami a guidarli. Aggirarono l'ingresso principale della stazione di polizia, avvicinandosi da una strada secondaria decisamente meno in vista. Qui, proprio come indicato da Nobou si trovava una porticina sprangata, che tuttavia la kunoichi non avrebbe avuto difficoltà a forzare con un po' di impegno. Nel frattempo il giovane verificò che non vi fossero telecamere o movimenti sospetti in zona. La sorte sembrava essere dalla loro, perché doveva trattarsi proprio di un ufficio di scarsa importanza. Il fatto che avessero affidato proprio a loro l'indagine tuttavia insospettì Shin, che però preferì non esternare i propri dubbi ad alta voce in quel delicato frangente. Finalmente, con un lievissimo clangore metallico, la compagna era riuscita ad avere la meglio sulla serratura. Aprirono la pesante porta con la massima attenzione, facendo in modo che non cigolasse, ed entrarono con passo felpato. Davanti a loro si trovava uno stretto corridoio, un lato costituito da sbarre arrugginite e porticine che conducevano a tre piccole celle, solo una delle quali era occupata da quello che all'apparenza era un barbone che aveva bevuto troppo, a giudicare dall'odore di alcol. L'uomo se ne stava raggomitolato nei suoi cenci, disteso su un fianco, e russava rumorosamente, fortunatamente. Al termine del passaggio, la loro strada era sbarrata da un'altra porta, questa volta lasciata aperta. Probabilmente gli agenti non avevano considerato il loro ospite una minaccia tale da innalzare la sicurezza. Sbirciando oltre ad essa, videro un ambiente immerso nella semioscurità, una specie di anticamera. Il sottile fascio di luce che la rischiarava giungeva dallo spazio poco oltre, quella che doveva essere l'accettazione e la guardiola. I due agenti di turno dovevano trovarsi di là. Per fortuna Shin e Asami poterono sgattaiolare nel retro, dove erano situati gli uffici, senza disturbarli, ma ora veniva il difficile. Decine di faldoni e fascicoli ingombravano la scrivania, e i ninja potevano aiutarsi solo con la luce di una piccola torcia per trovare quello che cercavano, sempre badando a non far rumore. Ci impiegarono più di quanto avessero desiderato, ma alla fine riuscirono a recuperare quella con il nome della vittima. Siamo stati qui dentro anche troppo, meglio se la leggiamo fuori. Avrebbe sussurrato il genin alla collega. Fecero quindi il percorso a ritroso, attenti a non farsi scoprire, ma proprio quando pensavano di avercela fatta, il fato decise di voltar loro le spalle. Stavano infatti ripassando davanti alle celle quando il barbone si riscosse improvvisamente, aprendo gli occhi e, viste due ombre muoversi nell'oscurità, iniziò a gridare terrorizzato e, subito a seguire, il rumore di sedie e di passi nella loro direzione.Via! Abbandonando ogni proposito furtivo, gli shinobi corsero fuori dall'edificio, allontanandosi dalla struttura fino a quando non furono certi di non essere seguiti. In teoria non erano stati visti in volto, quindi potevano essere relativamente tranquilli, ma da lì in avanti avrebbero dovuto essere ancora più prudenti. Ci è mancato poco, non è vero? Shin guardò la kunoichi con il volto che tornava a rilassarsi. Si sta facendo tardi, io studierei il fascicolo più tardi e approfitterei del tempo che rimane prima che albeggi per indagare altrove, che ne dici? Ancora una volta, avrebbe lasciato la decisione finale ad Asami. Indagare sull'omicidio era qualcosa che aveva a che fare con il suo clan, piuttosto che con i Kinryu. Non sarebbe comunque tornato neppure lui a casa a mani vuote, poteva sempre contare sulle informazioni raccolte da Yoko in fondo.

     
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