Shinobi e mercanti

[Paese del Ferro] Shin e Asami

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  1. Zakira
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    I due shinobi della foglia avevano appena raccolto il fascicolo del caso che l’aveva condotta al paese del Ferro e si apprestavano a lasciare l’edificio. Sfortunatamente gli agenti si accorsero della loro presenza e i due genin furono costretti a scappare. Il loro passo veloce superò quello dei due poliziotti, seminandoli. Avevano evitato un grosso pericolo, salvaguardando la loro missione personale e continuando le indagini.
    Inoltre Asami poteva sfruttare le sue capacità mediche, anche se non ancora del tutto sviluppate, per esaminare il corpo del parente ormai defunto e confrontarle con le informazioni scritte all'interno del fascicolo. Espose la sua idea a Shin che fu d’accordo con il piano proposto dalla giovane. Per fortuna tra i due c’era collaborazione e la ragazza dalla chioma rossa, subito dopo la risposta di Shin, gli aveva rivolto un mezzo sorriso mentre pian piano riprendeva fiato dalla corsa appena compiuta.
    Ma il suo scarso senso d’orientamento bloccò di colpo la ragazza facendosi guidare dallo shinobi dai capelli corvini.

    -Non preoccuparti, è normale considerando che non conosci il luogo. Di qua…-

    §...§

    Osservava il ragazzo mentre la guidava verso la nuova destinazione. Purtroppo perdeva il senso dell’orientamento anche a Konoha. Abitava al villaggio da più di due anni ma non era ancora riuscita a memorizzare ogni incrocio o punto di riferimento per non perdersi nella città più importante del Paese del Fuoco.
    Cominciò a seguirlo, percorrendo numerose stradine tra gli enormi e tetri palazzi della città.

    [...]

    Dopo l’avvertimento esposto dalla kunoichi, i due si avvicinarono all'edificio della famiglia Takezuki. Il corpo si trovava proprio al di la di quella porta che era impossibile da aprire, nonostante i numerosi tentativi della ragazza.

    §Un ultimo tentativo...§

    La sua determinazione ad aprire quella porta era tale da dimenticarsi della presenza del suo compagno di missione e insistere con la serratura di quella porta. A fermarla fu proprio il ragazzo che la trascinò di peso in un vicolo buio. La donna non si oppose a quella forza travolgente che la portò di nuovo a faccia a faccia con lo shinobi. A differenza della nobile, il genin aveva un’altra soluzione per riuscire ad entrare all'interno di quell'edificio. Spezzando un singolo sigillo, quello della Capra, assunse le sembianze di un agente di polizia. Non ci volle molto per la giovane Hoshiyama per intuire il piano del suo alleato, così spezzò anch'ella il medesimo sigillo assumendo l’aspetto di una poliziotta dal viso anonimo, così da iniziare la recita. Quando la porta si aprì, davanti a loro si presentò un uomo basso, molto probabilmente il proprietario di quell'attività. Col semplice stratagemma dello shinobi, l’uomo seguito da altre due persone, si allontanarono dalla porta d’ingresso permettendo ai due ninja di invadere l’interno dell’edificio e raggiungere l’obitorio.

    [...]

    Gli occhi della ragazza scrutarono quel luogo freddo e oscuro. La pelle del suo viso, colpita dal calo di temperatura improvviso, si raffreddava secondo dopo secondo. I suoi occhi chiari quasi simili al colore di uno smeraldo osservavano ogni angolo di quella stanza per trovare la collocazione del corpo di Kusugawi. Non ci volle molto per trovarlo e, con l’aiuto di Shin, lo posizionò sul apposito tavolo. Ciò che notò, prima di qualunque altra ferita, fu un segno all'altezza delle costole. Bastava poco per trasformare quel colpo in una ferita mortale e, molto probabilmente, l’aggressore era riuscito ad arrivare al cuore, trafiggendolo.

    -E’ stato trafitto con un arma all'altezza delle costole. Molto probabilmente è stato colpito anche il cuore…-

    La pelle della vittima era ormai biancastra ma sul corpo erano presenti diversi segni che Asami analizzò accuratamente. Quando notò dei segni circolari sul collo non si scandalizzò. Nonostante l’appartenenza alla nobile famiglia era solito frequentare di locali notturni, da quanto gli avevano detto. Con sguardo ormai rassegnato osservò anche il rossetto viola sulla guancia.

    §...§

    Il corpo pallido era caratterizzato da una sfumatura bluastra soprattutto sulle punta delle dita e, inspiegabilmente, anche sotto al rossetto. Non sapeva da cosa era dovuta la causa ma, da quello che gli aveva detto lo shinobi, la sua morte era dovuta dopo una colluttazione con un ladro. Ma stranamente non c’era nessun elenco dei vari oggetti rubati e la vista di quel rossetto insospettì la giovane Hoshiyama riguardo a quella storia.

    -Sono d’accordo con te. In questa storia non c’è nulla di chiaro.-

    Per evitare di essere scoperti, i due risistemarono il corpo e ritornarono al loro nascondiglio, sotto la luce dei primi raggi solari. Era passata una notte e il suo obiettivo di vedere il corpo del parente ormai defunto era stato completato. Ma ciò non bastò a mettere a luce ciò che accadde per davvero.
    Ritornarono alla base per riposare e attuare un nuovo piano per scoprire ancora di più su questo caso. Ad accoglierli fu Yoko che, sorridendogli, gli chiese gli indizi che trovarono quella sera.

    -Abbiamo visto il corpo… E' presente una ferita all'altezza delle costole. Inoltre tra i vari segni sul suo corpo, abbiamo trovato impresso sulla guancia sinistra l’impronta di un rossetto viola. Forse c’è un…-

    Improvvisamente venne interrotta dalla ragazzina, consigliando ai due giovani di lasciare perdere quell'incarico. Lo sguardo confuso si spostò dritto negli occhi della giovane. Perchè gli fu consigliato di lasciar perdere quelle indagini? Cosa aveva scoperto?

    -Dimmi: desideri scoprire la verità, o ottenere vendetta?-

    -Vendetta?-

    A quella frase la ragazza si bloccò di colpo, con gli occhi puntati su Yoko. In quei giorni era stato ucciso un esponente della sua famiglia. Nonostante tutti i difetti che, come aveva potuto osservare sul suo corpo morto, non rendevano nobile la famiglia si trattava comunque di un essere umano con il suo stesso sangue. La reazione di qualunque shinobi sarebbe stata quella di trovare il colpevole e infliggergli lo stesso trattamento.
    Ma a quale prezzo? Per avere un’altra vita spezzata?

    -Basta misteri. Dimmi cosa sta succedendo.-

    Con determinazione, espressa sia nella voce che dalla sua espressione facciale, si sarebbe rivolta alla ragazza pronta per la verità.
     
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