Shinobi e mercanti

[Paese del Ferro] Shin e Asami

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  1. Zakira
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    Il corpo del parente defunto era stato trovato. Diversi segni avevano attirato l’attenzione dell’aspirante medico, che fin dall’inizio era intenzionata ad osservare il cadavere da vicino. Il rossetto viola stampato sul suo viso poteva essere un indizio o solo la prova del suo brutto vizio che aveva per le donne.
    Dopo averlo esaminato, i due shinobi della foglia uscirono dall’edificio raggiungendo, alle prime ore dell’alba, la piccola stanza dove incontrarono Yoko, l’esperta ricercatrice d’informazioni. La stessa che, dopo il rientro, li accolse con brutte notizie. Consigliò ai due di lasciar perdere quella faccenda ma prima di congedare i due si rivolse alla ragazza dalla chioma rossa, ponendola di fronte ad una scelta. Intraprendere la via della vendetta o sapere semplicemente la verità.
    La sua vita era completamente cambiata da quando aveva lasciato la sua dimora e cambiare radicalmente la sua ambizione di vita. Oltre allo studio, si ritrovò ad affrontare situazioni difficili e pericolose. Mai aveva immaginato di affrontare una minaccia come quella di Cantha. Mai aveva pensato di ritrovarsi un giorno senza forza, nemmeno per alzare lo sguardo. In quegli anni aveva sperimentato sulla sua pelle le vere difficoltà che uno shinobi, rendendosi conto del pericolo costante che si affrontava ad ogni missione. La sua scelta di diventare un ninja medico poteva aiutare non solo il suo Paese ma anche i ninja del continente stesso a non perdere la vita di fronte ad ogni possibile minaccia.
    Aveva raggiunto il Paese del Ferro per scoprire di più sull’omicidio. Voleva solo sapere il colpevole di tutta quella storia e la sua motivazione. Ma la faccenda era più complicata del previsto. Chi aveva messo fine la vita di Kusugawi Hoshiyama era conosciuta come il Giglio Viola. Una mercenaria specializzata nei veleni, potente e sconsigliabile d’affrontare per i due shinobi della foglia.

    [...]

    -Cos-!?-

    Alle ultime parole della ragazzina, l’esclamazione di Asami venne coperta dalla risposta del giovane. Agli occhi della kunoichi, Shin gli sembrava piuttosto imbarazzato dall'affermazione di Yoko, che molto probabilmente amava prenderlo in giro in quel modo. La genin si limitò solo ad ascoltare le inutili scuse del ragazzo, con braccia conserte e il sopracciglio sinistro alzato. Il suo sguardo non si spostò da lui, osservando come, disperato per quella situazione, coprì il suo viso, forse per la vergogna.

    §...§

    La sua attenzione si spostò dallo shinobi dai capelli corvini a Nobou che espose la sua consiederazione sul Giglio Viola e sul paese del ferro.

    -Per come la vedo io, Asami, dovremmo rientrare al Villaggio. Io comunicherò ai miei superiori le informazioni raccolte da noi e da Yoko, poi penseranno loro al da farsi. Te invece come intendi agire? Lo dirai al tuo clan? E se anche lo facessi, come pensi reagirebbero? La vita di quell'uomo vale di più dei contratti commerciali che ci sono in ballo?-

    §...§

    Aveva raggiunto quel luogo all'insaputa di tutti per scoprire la verità. Ma purtroppo lei stesa si ritrovò in un vicolo cieco. La pericolosità dell’assassina, esperta nei veleni, era un ostacolo per lei che non aveva mai provato e avuto l’occasione di neutralizzarne uno. Solo una delle tre famiglie ebbe la crudeltà di assoldarla e di mettere fine alla vita dell’ingenuo Hoshiyama, in quei momenti preso in giro dalla donna. Ma doveva davvero riferire tutto ciò a suo padre o suo zio? Entrambi volevano tenerla all'oscuro dell’accaduto ma lei volle indagare per conto suo riguardo a quel cruento delitto.

    -Non dirò niente a nessuno. Sono venuta qui all'insaputa di tutti... non vorrei alzare un polverone...-

    Aveva deciso per la strada più semplice, anche se significava mentire ai suoi stessi parenti.

    [...]

    I due shinobi della foglia s’incamminarono in direzione del Paese del Fuoco. La città era ormai lontana ma una sensazione, simile a quella di un macigno sulle spalle, aveva preso il sopravvento nell'animo della giovane nobile. Era consapevole di aver lasciato andare l’assassina che aveva commesso quel reato. Com’era consapevole che il vero mandate di quell'omicidio l’aveva scampata.

    -E' vero, la vendetta non porta niente di buono. Inoltre quella donna stava agendo per conto di qualcun'altro… Avrei scatenato la mia ira sulla persona sbagliata. Lei stava svolgendo solo il suo sporco lavoro.-

    §...§

    Il suo sguardo era dritto sulla strada del ritorno ma la sua mente era altrove. Non era diventata una kunoichi per cercare vendetta o dimostrare di essere la più forte. Il suo obbiettivo era solo quello di aiutare i cittadini del continente in difficoltà e l’arte medica era l’unico modo per aiutare senza ferire. Ma davvero doveva lasciare quella situazione senza una soluzione definitiva? Il Giglio Viola doveva restare a piede libero, uccidendo su commissione delle povere vittime? Ma ciò che non le dava pace era il vero mandate dell’uccisione del suo parente. Chi voleva la sua morte?
    Alle parole del ragazzo dai capelli corvini la sua attenzione era ritornata sulla strada che stava percorrendo. Delle tante parole una frase aveva colpito la sua attenzione.
    Diventare ninja medico non significava per lei sottrarsi dai pericoli. La sua vita, anche in quel caso, era in costante pericolo. La vendetta non era la strada da prendere ma quello non era l’epilogo che desiderava. Era troppo debole per affrontare un avversario di quella pericolosità ma la sua determinazione nel scoprire il vero colpevole era troppa per starsene con le mani in mano riguardo a quella storia irrisolta. Guardò lo shinobi con aria irritata, fermandosi di colpo su quella strada che la stava conducendo al confine.

    -Shin... la mia intenzione è quella di diventare un ninja medico ma questa storia non finisce qui. Scoprirò il mandante dell'omicidio di Kusugawi Hoshiyama.-

    Fece un brevissima pausa prima di osservare con più insistenza il volto di lui, per poi continuare a camminare lungo la strada rivolgendosi al ragazzo.

    -Con o senza il tuo aiuto.-

    Un tono freddo, ripensando il cadavere che aveva quella notte stessa. Nonostante le parole di Yoko, sperava di trovare un alleato per inserire l’ultimo tassello e chiudere quella storia definitivamente.
     
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