Relax al villaggio[Free Kairi - Shin - Kunihiro]

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  1. Historia
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    Post 1 ~ Incontri decisi dal destino


    Lo shinobi ripose lo shinai con un gesto misurato del braccio. Respirando lentamente, rallentò il ritmo cardiaco fino a farlo tornare normale. Ormai il sole era alto in cielo e la temperatura si era fatta rovente, nonostante il giovane si fosse posizionato al riparo dell'ombra prodotta dal lungo porticato che dava sul giardino. Il ragazzo si deterse il volto imperlato di sudore con un asciugamano, poggiandolo poi sulla spalla. Faceva semplicemente troppo caldo per continuare ad allenarsi. Shin osservò il cielo completamente terso socchiudendo gli occhi a causa della luce intensa. Considerando quanto si era dato da fare negli ultimi tempi, poteva permettersi una pausa, anzi sarebbe stata ben che meritata. Dopo aver riposto gli abiti nel cesto per la biancheria sporca si lasciò cullare dal getto d'acqua gelata della doccia, chiudendo gli occhi. Anche così però numerosi pensieri non smettevano di attraversargli la mente. La sua famiglia era lontana ormai da tempo, ed iniziava a mancargli la sorella minore. Tuttavia l'immagine più vivida apparteneva ad una kunoichi dai capelli neri come il carbone. Nel suo ricordo il suo viso si avvicinava lentamente, anche se nella realtà l'intera scena non era durata più di una manciata di secondi. Spense l'acqua per un riflesso automatico. Ogni volta che tornava con la mente agli eventi di quella sera sentiva il cuore accelerargli in petto e la ragione farsi confusa. Anche se quella era per lui la prima esperienza, non era uno stupido e sapeva cosa gli stava accadendo. Ma per qualche ragione ne era spaventato, probabilmente per l'incognita che accompagna chiunque abbandoni la strada conosciuta per quella ignota. Mentre si rivestiva decise che aveva bisogno di rivederla, per chiarire dentro di sé quello che realmente provava.
    Con un abito di cotone leggero sulle tinte del nero e il coprifronte legato largo al collo, il giovane si diresse con passo sicuro verso la casa dell'amica. Una volta davanti ad essa, tuttavia, la sua determinazione vacillò. Iniziò a immaginare gli scenari peggiori, dove veniva brutalmente respinto, o peggio deriso, ma poi scosse la testa. Kairi non era una persona così superficiale o malevola. Certo, non poteva avere la rassicurazione che lei lo aspettasse a braccia aperte, ma per lo meno era sicuro che si sarebbero potuti confrontare serenamente. Nonostante tali riflessioni, quando allungò la mano per suonare il campanello indugiò ancora diversi secondi prima di allungare il dito per premerlo. Sentendo il suono che si spandeva all'interno dell'abitazione sobbalzò impercettibilmente, intimorito dalla sua stessa audacia. Dopo diversi minuti di febbrile attesa, però, realizzò che con ogni probabilità la giovane non era in casa. Sospirando, ne fu in qualche modo sollevato, se non altro perché la tensione sulle sue spalle andava allentandosi. Ripetendosi che avrebbe avuto comunque modo di incontrarla presto, si infilò le mani in tasca iniziando a gironzolare per il Villaggio. Non aveva nulla da fare a casa, ma neppure qualcuno da andare a trovare lì a Konoha. Aveva sempre avuto pochi, per non dire nessuno, amici, ma dopo il suo ingresso in Accademia era riuscito a stringere dei legami con Shunsui, il marionettista di Suna, Kato, Yotsuki di Oto, ed infine proprio Kairi Uchiha. Tra i tre, aveva finito per legarsi più strettamente proprio con la ragazza. Con lei stava bene, accettava i suoi difetti ed apprezzava i suoi pregi. Anche se accadeva di rado visto l'indole seria di entrambi, quando rideva con lei era felice. Un sorrisetto idiota comparve sul suo viso mentre rifletteva su tutto ciò, e quasi non si accorse di star per fare un passo falso. Voltato l'angolo infatti, si ritrovò in prossimità della gelateria dove, con un po' di elasticità, avevano avuto il loro primo appuntamento. E tra i tavolini esterni, intenta a leggere un libro, stava proprio la donna al centro dei suoi pensieri. Shin si ritrasse istantaneamente al coperto, dietro lo spigolo dell'edificio, per poi ricontrollare con estrema cautela. Si trattava di lei, la presenza dei due lupi ai suoi piedi non lasciava adito a dubbi. Improvvisamente fu preso dal batticuore e si sentì avvampare e debole, come se fosse vittima di un colpo di calore. In effetti il sole brillava sopra di loro impietoso, ma non ne era certo la causa. Prese a camminare avanti e indietro, fino al margine del suo riparo, convinto che il movimento lo aiutasse a prendere una decisione più alla svelta. Fare finta di niente e andare per la sua strada? Tornare sui suoi passi? Andare a parlarle? A quell'ultima opzione si afflosciò contro il muro. Sì, ma per dirle cosa. Si rimise diritto, anche se un po' incerto sulle gambe, respirando a pieni polmoni per calmarsi. Radunando ogni briciolo di determinazione rimastogli, si voltò verso il negozio. D'accordo, facciamolo.
    Il giovane impiegò decisamente più tempo del necessario per percorrere i pochi metri che lo separavano dalla ragazza, che gli dava ancora le spalle. Con il cuore in gola aprì la bocca per poi richiuderla senza emettere suono. Riprovandoci, gli uscì un mormorio appena udibile, ma probabilmente l'Uchiha si sarebbe voltata comunque grazie al suo udito fine. Ciao Kairi. A quel punto, la frittata era fatta. Era in ballo e doveva ballare. Proseguendo con voce incerta, indicò una sedia libera al tavolo della kunoichi. Posso? Se avesse ricevuto il permesso, si sarebbe accomodato, cercando alla svelta di dire qualcosa, pur di non far calare tra di loro un silenzio imbarazzante, certo che lo avrebbe mortalmente paralizzato. Ehm...bella giornata vero? Un po' caldina forse... Dandosi mentalmente dell'idiota per aver scelto tra tutti gli argomenti di parlare proprio del tempo, si allentò un poco il collo della maglia con le dita, come per sottolineare il calore infernale che provava in quel momento per ragioni non solo climatiche. Spostando lo sguardo in giro, provando a non soffermarsi troppo a lungo sulla figura femminile per timore di perdere il suo poco coraggio, notò che la donna reggeva un libro tra le mani. Una scintilla di curiosità lo distrasse un attimo dalla pesante situazione, sciogliendolo un poco. Cosa stai leggendo di bello? Finalmente, alzò gli occhi su di lei per ascoltarne la risposta. Rimase senza accorgersene a fissare più a lungo del dovuto l'ovale quasi perfetto del suo volto, soffermandosi sulle labbra delicate per poi guardarla direttamente negli occhi neri come la notte e profondi come l'abisso, perdendovisi. Si sarebbe anche dimenticato di respirare se il suo corpo non lo avesse fatto in automatico. Un improvviso movimento di uno dei lupi ai piedi del tavolo lo riscosse e il ragazzo abbasso lo sguardo. Senza volerlo si accorse di star sorridendo.


     
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