Ab umbra veritas

Paese del Ferro

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Situazioni... al limite.



    Quando vidi tutta la potenza del mio pugno scaricarsi sul viso del forsennato ninja di Konoha, assieme ovviamente al'esplosione del Chakra Elettrico, rimasi per un attimo bloccato. Era stato così semplice? La conferma comunque giunse qualche istante più tardi, ovvero quando accasciato a terra lo Shinobi del Paese del Fuoco svenne, in seguito alla violenza del mio colpo.

    Fu la prova evidente che non era un mio nemico... ma semplicemente un pazzo che aveva seguito gli ordini sbagliati e non solo non aveva pensato per un solo istante a quello che stava facendo. In pratica mi ero appena creato un zavorra; già, perché attorno a me stava avvenendo una sorta di inferno. Le esplosioni avevano generato una serie di effetti collaterali che si stavano brutalmente manifestando in tutta la valle! Infatti con una violenza inaudita pezzi interi di roccia stavano staccandosi dalla parte principale e stavano crollando sull'intera carovano, schiacciando uomini e bestie. Che fosse una consegueza voluta o meno da parte degli assaltatori una cosa era certa: non potevo stare più fermo in quella posizione e... aimé dovevo cercare di salvare entrambe le persone alla mia portata: la piccola Togan, completamente sopraffatta dagli eventi, e quel Ninja di Konoha. Già, per forza dovevo salvarlo. Alla fine era pur sempre un mio collega.

    Prima di agire mi guardai attorno per capire che possibilità avevo e con la coda dell'occhio notai le due guardie del corpo di Sakurai svanire nel nulla, inghiottite anche esse dalla frana. Avevo poco tempo per decidermi e fu in quelli istanti così concitati che realizzai che potevo fare solo una cosa: giocarmi il tutto per tutto. Con la massima rapidità d'azione cingendomi alla destra la mercante scattai verso il Ninja di Konoha raccogliendo alla bella e meglio con l'altro braccio e sfruttando tutta la forza e l'adrenalina che mi scorreva in corpo presi a salire, con il chakra adesivo, quella parte di montagna che non sembrava pericolante, o quantomeno molto più stabile delle altre.Così, con il fiatone e con appresso due massicci pesi morti, scalai verticalmente la parate sperando passo dopo passo, secondo dopo secondo, che quella parte non avrebbe ceduto.

    Non osai guardare verso il basso, non per via delle vertigini ma per non vedere il magro destino che era capitato al resto di noi. Del nostro gruppo, dei manovali e dei braccianti. Serrando gli occhi mi promisi che avrei scoperto il mandante e gli esecutori e, senza pietà, avrei calato la mia vendetta su di loro. Tuttavia i miei pensieri furono presto interrotti. Già, perché quando ormai mancava così poco a raggiungere un punto piano e stabile la roccia iniziò. Sorrisi. Sì, perché se volevo salvarmi dovevo lasciare entrambi i pesi... oppure morire con loro.

    Non ci avrei messo molto a decidermi ma di nuovo, per la seconda volta in così poco tempo, avvenne l'imprevedibile. Una miriade di linee verdi, intense, si propagò lungo l'intero margine di quella montagna. Linee che ricordavano precisamente l'azione di un Funjustu. Un verde che letterlamente mi salvò la vita in quanto andarono ad infiltrarsi tra la roccia, come a creare una regnatela intera. Una rete di sostegno. Un aiuto che mi consentì di sforzare il mio corpo per l'ultimo tragitto, piccolo pezzo, fino a trovarmi così sul margine superiore. Sul piano.

    E a trovarmi di fronte niente altro che lei. Jae-Eun-Sun.





    - Non credo sia un caso giusto? -




    Diverse ore dopo...


    Il Foglioso si sarebbe risvegliato in un ambiente decisamente diverso. Molto diverso. Per prima cosa avrebbe percepito una sensazione di benessere data in primo luogo dalla comodità di un letto morbido e in secondo luogo da una sensazione costante di calore nel volto. Se si fosse toccato il viso avrebbe percipito la presenza di alcune linee trateggiate sulla pelle. Con tutta probabilità Funjustu curativi. Dalle finestre invece il Ninja avrebbe realizzato che si trovava disteso in una piccola ma graziosa e ben arredata casa di legno, immersa in una folta vegetazione boschiva, almeno a intravedere dalla finestra.

    - Buongiorno, signorino Horikawa - quello che avrebbe accolto il risveglio del Foglioso sarebbe stata una voce leggera, ma allo stesso decisa. La voce di una donna che meritava rispetto – Attaccare frontalmente uno Yotsuki non è mai un'idea saggia, sa? Comunque mi permetta di presentarmi. Kato, ovvero il suo collega ninja, mi conosce già ma io sono Jae-Eun-Sun, principale veggente del Paese del Ferro. Moglie di Dong Ryuk Sun, Gran Maestro fabbro accademico. - Nel frattempo mi sarei avvicinato al foglioso, portandomi appresso la sedia. Una volta vicino mi sarei solo limitato a pronunciare tre semplici parole: - Piacere di conoscerti. Kunihiro Horikawa. Ah già, come so il tuo nome? Sono segreti che Sun non mi ha mai rivelato – il mio sguardo si spostò verso la piccola Togan ancora addormentata, stremata dalla serie di eventi – Ebbene, due giorni fa ho previsto una grande sciagura, e tragedia, qui vicino e purtroppo... non ho avuto in modo di prevenirla completamente. Tuttavia sono riuscita a salvare alcune vite umane e questo mi rincuora. - La vecchia si alzò dirigendosi verso la finestra, dando così le spalle ad entrambi – Raramente mi capita di sbagliare una previsione e questo succede quando potenti forze entrano in gioco. Forze che obnubilano la mia mente. La mia capacità di indagare.- con un dito andai a punzecchiare la tempia del foglioso – Ora senti cosa ha da dire la signora... - Jae si voltò di nuovo e posò il suo sguardo, dannatamente serio, su entrambi: - Ninja... dovete ritornare in quel luogo. Indagare e cercare i sopravissuti. Non possiamo lasciare impunita un'azione del genere! - Mi alzai così dalla sedia, rivolgendo il mio capo verso Kunihiro...

    - Se mi prometti che non farai altri idiozie... posso anche accettare la tua mano. Alla fine dobbiamo assicurarci che il tuo mandante sia ancora vivo, no? -


    Era una proposta di collaborazione. Una sincera proposta.
     
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