Una nuova foglia

[Corso delle Basi] Shin e Ryutaru

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  1. Ryuzen
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    Erano le 4:20 del mattino.
    Ryutaro era in piedi davanti alla finestra della sua stanza, coi gomiti poggiati sul davanzale.
    Non riusciva a dormire quella notte. Probabilmente in molti non sarebbero riusciti a chiudere occhio dopo aver ricevuto durante in giornata quella missiva che ora giaceva ancora aperta sul tavolo. Gli era stata spedita da un ninja incaricato dall'accademia che circa tre ore più tardi avrebbe dovuto incontrare al campo d'addestramento numero sette.
    Ma non era per quello che non riusciva a prendere sonno. L'insonnia lo tormentava. Come ogni notte il passato tornava a galla e come ogni notte sentiva dentro di sé quel fuoco che per qualche ragione associava alla carriera ninja. Nemmeno lui era sicuro di cosa fosse davvero, ma gli serviva una risposta. La bramava. E sapeva che quella che stava per intraprendere l'unica strada sulla quale avrebbe potuto trovarla.

    Allo scoccare delle 7:30 esatte, Ryutaro varcò la soglia del campo d'addestramento indicatogli. Arrivò con una puntualità chirurgica, maniacale. Vestito, come al solito, con un'ampia maglia nera con maniche incredibilmente lunghe e larghe, tanto da nascondergli le mani, e tipici pantaloni neri da lavoro ricchi di tasche, approfittò di qualche secondo per assestare una rapida occhiata a ciò che lo circondava prima di andare incontro a quell'uomo che già stava venendo da lui. Uomo, o forse era meglio definirlo ragazzo. Pareva avere più o meno la sua stessa età, forse era addirittura più giovane, ma l'abbigliamento, le due wakizashi che portava al fianco e, sopratutto, il coprifronte di Konohagakure che portava al collo erano ben difficili da confondere. Quel ragazzo che aveva davanti era un ninja fatto e finito. Poi lo confermò anche dalle sue parole mentre Ryutaro prese una mano con l'altra dietro la schiena, gambe aperte alla larghezza delle spalle, sguardo fisso in avanti, mento alto, petto in fuori. Shin Kinryu, si chiamava. Era ironico, entrambi avevano Ryu nel proprio nome. E Ryutaro, nello specifico, significava Figlio del grande drago. E ora un Drago era apparso di fronte a lui in qualità di Sensei.
    Uzumaki Ryutaro. L'onore è mio, Sensei. Rispose il ragazzo dai capelli cremisi con tono alto, sicuro, telegrafico e tremendamente formale. Il tono di un soldato che risponde ad un suo superiore.
    Quando Shin Kinryu-sensei iniziò il suo discorso, ci tenne a ribadire che in quelle prossime ore avrebbe dovuto valutare l'attitudine dell'Uzumaki alla carriera Ninja. Nulla di nuovo, insomma. Già dal primo momento in cui consegnò i moduli all'accademia aveva incontrato le prime valutazioni, spesso negative per via dell'età già avanzata, secondo alcuni, ma anche per il fisico, troppe esile e magro, secondo altri. Eppure era lì, grazie a volontà e determinazione. Persino il ninja sottolineò il loro valore nella sua situazione e mentre lo faceva, Ryutaro rimaneva impassibile ma attento seguendo con gli occhi i movimenti delle labbra di Shin-sensei.
    Poi, forse, giunse una di quelle domande a cui avrebbe odiato rispondere. Sperava di evitarla dopo aver già compilato l'apposito spazio sui moduli. Il ninja gli domandò le sue motivazioni, ovvero il Nindo, e pareva davvero che ci tenesse particolarmente a sentirle direttamente da lui.
    Respirò a pieni polmoni prima di rispondere. Provengo da un piccolo paese di pescatori situato sulla costa orientale del Paese del fuoco. Lontano dai grandi villaggi, in quelle zone, spesso, si consumano eventi che nessuno verrà mai a sapere. Tragedie che vengono dimenticate dallo scorrere del tempo. Si fermò un istante per riordinare le idee, cercando le parole più adatte. Poi, guardando negli occhi il ninja proseguì: Io stesso ho vissuto una di quelle tragedie in prima persona. Sebbene sia restio a parlarne apertamente, scendendo nei dettagli, non ha mai nascosto il suo passato quando gli veniva chiesto. Non ne aveva ragione, non rappresentava una debolezza. Ha scoperto, invece, che poteva addirittura essere una risorsa.
    Strinse il pugno e lo alzò a pochi centimetri dal suo stesso petto, lo fissava intensamente mentre la mano tremava dalla forza che stava usando per serrare le dita. Poi continuò mentre nei suoi occhi si accese una scintilla di tristezza e rabbia: Ho scelto questa strada perché, forse, è l'unica che mi permette realmente di contribuire affinché certe tragedie non si ripetano, affinché non nascano altri Ryutaro Uzumaki. Abbassò il pugno e riportò la mano dietro la schiena sovrapponendola all'altra. Nelle sue parole così come nella sua espressione c'era sentimento, o quantomeno sembrava che ci fosse. Perché mentiva ed era diventato dannatamente bravo a farlo. Non gli importava assolutamente nulla di impedire il ripetersi di stragi simili. Nulla l'avrebbe riportato indietro e riteneva inutile struggersi più di tanto per un passato che già di notte lo tormentava. Lui non possedeva reali ragioni per diventare un Ninja, era solo un desiderio che nemmeno lui comprendeva appieno e di sicuro non era per qualcun altro.


    CITAZIONE
    Era parecchio che non ruolavo, riprenderci la mano è più complesso di quanto sembri. Comunque, tempo fa ero solito a citare il parlato degli altri PG/PNG riportandolo pari pari invece che includerlo nelle descrizioni come ho fatto in questo caso. Dimmi pure come ti ci trovi con questo metodo, altrimenti ricomincio ad usare le citazioni.

    PS: Non badare troppo alla grafica del post, per ora. Devo ancora prenderci la mano con le varie classi dei codici della Legend ^^

     
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11 replies since 9/8/2017, 21:51   300 views
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