Il Soldato dell'Oni

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  1. Jotaro Jaku
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    Il Soldato dell'Oni [1]



    Presso l'attacco di Shiro Tagachi alla Foglia, la follia propria dell'Impero dell'Oni aveva lasciato una grossa traccia nel villaggio, ma non solo. Un individuo apparso dal niente, e considerato da pochi, proprio durante la sua apparizione, se ne era andato portando con sè uno delle nuove leve della Foglia, possessore del cinque code. Nessuno dei presenti aveva mai visto prima di allora, a quanto sapesse, l'individuo in questione, eppure non era del tutto sconosciuto agli shinobi.
    L'influenza dello strano Uomo era presente eccome nelle vite di tutto il continente, solo che, almeno fino a quel momento, non era mai stato evidente; qualcosa aveva cambiato questo equilibrio, e lo aveva spinto a mostrarsi in prima persona, ignorando ogni logica, arrivando a farsi vedere in mezzo alla piazza della Foglia per portare via di peso Sho col suo demone.
    In realtà c'era qualcuno che lo conosceva, o meglio, seppur senza averlo mai visto, era convinto di avere un qualche collegamento con quell'individuo; e questo qualcuno aveva appena lasciato Raizen sul monte degli Hokage per cercare di aiutare nel villaggio, quando apparve l'Uomo in questione.
    Jotaro si buttò a terra nella boscaglia, preso come da un senso primordiale di paura, esattamente come i primi uomini quando assistevano agli eventi temporaleschi e si nascondevano nelle grotte, scambiando i fulmini per divinità. Quando quell'individuo apparve nel suo campo visivo, non potè fare altro che appiattirsi contro il terreno, e sperare che il temporale passasse in fretta; ma nonostante questo, ne era anche attratto in maniera singolare. Non potè fare a meno di scendere dalla fiancata della montagna fino nel villaggio, poichè quando l'Uomo apparve nella piazza, il suo istinto gli fece comprendere esattamente dove si trovasse. Ammesso che fosse opera dell'istinto.
    Quando Jotaro fu testimone delle azioni del misterioso estraneo, si rese conto che quello che pensava essere solo un remoto collegamento, doveva essere molto di più. Quella strana pece nera che fuoriusciva dal ragazzo come risposta dell'attacco dell'Uomo, era molto simile a quella che Oboro aveva riportato come seguito dell'iniziazione del cinque code, e non solo, era estremamente simile all'enorme Mare presente nella dimensione interiore dello stesso Ronin. In più, c'era quel dannato suono che l'individuo emetteva senza sosta dal momento della sua apparizione.




    Cosa diavolo era quel suono emanato costantemente da quell'uomo, tanto da entrargli nella testa e farlo quasi impazzire? Nessun altro sembrava farci caso? Forse era quel suono che aveva causato la follia nel gruppo di shinobi che si erano lanciati contro il misterioso estraneo, per finire con la faccia strappata.
    Quando lui portò via Sho in quella che sembrava una pozza palustre, e il suono cessò, fu chiaro al ronin che la risposta alle sue domande era proprio davanti a lui, doveva trovare quel tizio. C'era un altro fatto; passato il momento di estremo fastidio, si rese conto di aver già udito quel suono, quando era bambino, dentro il S.O.M.A.
    Udirlo nuovamente gli aveva riportato alla mente altri ricordi della sua prima infanzia; era certo di essere stato sottoposto a quella dannata fonte sonora molto a lungo in passato, ma per qualche motivo lo aveva rimosso dalla memoria. Non aveva trovato risposte al Soma, nè a Shulva, rimaneva un solo posto, un posto dove non si recava da decenni. Lo aveva visitato l'ultima volta durante una guerra civile, tornarci non sarebbe stato uno scherzo, soprattutto senza poter usare le sue capacità; ma forse quello era l'unico modo per arrivare sulle coste di Cantha senza dare nell'occhio.


    [La Fossa]

    Dei 14 giorni di navigazione tra Kiri e Cantha, sono gli ultimi 3 i più particolari. Il 12° un'imbarcazione è costretta a passare sopra la Fossa. Questo particolare luogo è un avvallamento nel fondale oceanico che circonda completamente l'arcipelago. E' spesso caratterizzato da forti piogge, ma per qualche strana ragione, la superficie dell'acqua resta fondamentalmente piatta, indipendentemente dai venti. Il 13° e il 14° giorno servono ad attraversare la coltre di densa nebbia, dentro la quale, i normali mezzi di navigazione magnetica, cessano di funzionare, e diventa impossibile stabilire i punti cardinali con metodi marittimi classici. Persino utilizzare un recipiente con acqua e un oggetto galleggiante, risulta inefficace. L'unico modo per raggiungere Cantha, dall'esterno, è avere "qualcosa" all'interno, che indichi la strada. Come il ronin pensasse di arrivare nell'arcipelago, era cosa nota unicamente a lui; e forse nemmeno più di tanto.

    [La deriva di Sho Saitama]

    Durante il "viaggio" Sho non si rese conto di nulla, fu rapido come un battito di ciglia, e una volta dall'altra parte, un forte senso di nausea lo avrebbe investito con forza, obbligandolo a rimettere. Si trovava in uno sterminato palazzo di architettura orientale, gigantesco. Tutte le superfici erano costruite in legno, un legno meraviglioso con una gradazione rossastra, intervallato da colonne e bassorilievi di giada. Sembrava non il palazzo di un nobile, ma la reggia di un imperatore; adornata con materiali che il chunin forse non aveva nemmeno mai sognato nei suoi migliori sogni; ma quel luogo aveva qualcosa di particolare. Persino un chunin esperto come lui, nonostante le ferite, sarebbe stato capace di rendersene conto, tutto il posto era completamente vuoto, come se fosse stato abbandonato. Non c'erano servi, nè oggetti di alcun tipo.
    Erano presenti unicamente lui, l'Uomo, e Shiro, che si comportava più come un cane che era appena stato bastonato, che come il guerriero terrificante che gli shinobi avevano potuto ammirare in battaglia sul continente.
    Lo strano individuo lasciò andare il ragazzo dalla sua presa sul volto, che non si era mai placata, nemmeno durante l'episodio di vomito, causando una serie di spruzzi in direzioni casuali, dato il palmo che copriva la cavità orale.
    Colui che lo aveva rapito, lo lasciò a terra, e compose una ventina di sigilli, prima di puntare il palmo della mano destra al ragazzo, sul cui ventre (privo di abiti a caso dell'attacco subito alla Foglia) apparve il sigillo di estrazione demoniaca.

    ...vai.

    Rivolto a Shiro. L'Oni estrasse una delle sue due spade più grandi, e con un colpo estremamente preciso [Statistiche 1000] recise la testa del ragazzo con un solo fendente, esattamente sotto il pomo d'Adamo, facendola rimbalzare un paio di volte a terra, prima che si fermasse in una pozza di sangue.
    Dal corpo di Sho, dal collo per la precisione, iniziò a defluire lo stesso liquido nero di cui erano stati testimoni alla Foglia, e per qualche strana ragione, il chunin non perse coscienza, nonostante la sua testa si trovasse ad un buon metro di distanza dal corpo.


    - Maestro, col vostro sigillo il demone sarebbe dovuto uscire, perchè non accade? -



    L'Uomo osservò il ragazzo per qualche secondo, stringendo appena gli occhi, come a volerlo analizzare a fondo. Quindi si portò una mano al mento, scoperto dal tessuto rispetto al resto della testa, assieme al volto, e iniziò a grattarsi in quel punto. Non era confuso, era più seccato, come se sapesse benissimo cosa stesse succedendo, ma sperasse di essere in torto.
    Quanto a Sho, il ninja avrebbe perso ogni percezione del momento presente, restando come in una specie di limbo. Avrebbe avuto la sensazione di tornare in quel corridoio. Il corridoio infinito dove era capitato durante il rituale del cinque code. Quella lunga linea retta, piena di voci impossibili da localizzare, luce soffusa, e niente altro, per chilometri.
    Pochi istanti dopo, avrebbe avuto nuovamente pieno controllo di sè. La sua testa era nuovamente sul suo collo, attaccata, come se niente fosse accaduto, ma il ricordo del taglio era rimasto, così come il ricordo della sensazione fisica del taglio. Mentre era in quel corridoio dovevano averlo riparato in qualche modo, anche se lui non aveva avvertito assolutamente nulla.

    ...di nuovo.

    E un suono sordo si sarebbe ripetuto, con la testa del chunin che rimbalzava per terra, spiattellandosi sul sangue ancora presente sul pavimento; senza che Sho potesse farci nulla. Il suo corpo era distrutto all'inverosimile dopo gli eventi di Konoha, e Shiro troppo forte o veloce perchè potesse opporsi.
    Quanto all'Uomo lì presente, si limitava ad osservare, con una mano dietro la schiena, e una sul mento, come stesse osservando una cavia, o un motore che cerca di accendersi, bofonchiando tra sè. E ci fu di nuovo solo il corridoio. Per altre due, tre, dodici, trentotto volte.
    Quando Sho apparve nel palazzo, dalle finestre aveva potuto notare come, dalla luce del sole, fosse prima dell'alba; e sarebbe rimasto lì, a farsi decapitare dall'Oni per un giorno intero.
    Solo dopo il tramonto, senza pause, senza una parola per lui, l'individuo interruppe il loop di esperimenti.

    ...che seccatura, si è davvero guastato.

    In quel momento, se Sho ne fosse stato in grado, avrebbe potuto percepire come un brivido di insicurezza nel modo in cui Shiro stava impugnando la sua spada, un istinto come quello del cane bastonato a ritrarsi in sè stesso, alla vista del bastone. Fu appena impercettibile, ma presente.


    - Cosa ne dobbiamo fare? Sembra essere legato a voi, forse a caus.. -

    ...al Serraglio. Occupatene, mandami il Cervo.

    Shiro ripose la lama, e chinò la testa. Avrebbe afferrato Sho per la collottola, o per un braccio o una gamba, in base alla resistenza del ragazzo. Lo avrebbe preso a calci in faccia se avesse provato a muoversi, in ogni caso lo avrebbe trascinato via, e durante l'uscita da una delle grandi sale del palazzo, Sho avrebbe chiaramente potuto notare come una figura conosciuta li stesse incrociando, per recarsi dall'Uomo misterioso, era il Cervo. Molto simile a come lo aveva incontrato nelle fogne del palazzo, ma con qualche dettaglio differente, nel vestiario, e nell'energia che emanava. Sembrava reale.
    Pochi istanti dopo, Shiro lo avrebbe gettato in un pozzo, o qualcosa di simile. Un foro circolare fondo una cinquantina di metri, completamente in pietra, sul fondo del quale, Sho si sarebbe sfracellato, perdendo i sensi, ma inspiegabilmente vivo.


    Ot
    Ha inizio la giocata per dare una sistemata al tuo pg. Sei già un torturatore, e lo splatter non avrebbe il minimo effetto. Quindi con l'aiuto di Shiro, distruggeremo la tua mente. La tabella di fine post non sarà necessaria.
     
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19 replies since 4/10/2017, 00:26   550 views
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