Il Soldato dell'Oni

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  1. Jotaro Jaku
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    [6] La difficoltà di restare se stessi



    Con il rituale che proseguiva, Jotaro era circondato da una decina di monaci, seduti attorno a lui in meditazione, mentre tutti i ricevitori che gli avevano conficcato nel corpo vibravano ed emanavano energia come una resistenza sottoposta ad un grosso carico. Il suo corpo si faceva poco a poco sempre più sottile, come fosse sottoposto ad uno sforzo immane, tanto da far scomparire lentamente le masse grasse presenti. Se la cosa fosse durata per molto tempo, sarebbe divenuto poco più che uno scheletro con un leggero strato di tessuti attorno; eppure non si mosse, non emise alcun suono, per tutta la durata del rito. Diversa l'agitazione dell'Antico, che usando il suo corpo come porta, gli continuava a comunicare strategie per combattere contro il nuovo cinque code nella forma lupesca di Sho. Le cose per il momento andavano come programmato, ma era impossibile prevedere appieno il comportamento di una bestia fuori controllo. Nè Jotaro nè il suo ospite sapevano ancora se Sho fosse riuscito a comprendere dove si trovasse, e cosa fosse successo realmente a Kokuo, dubbio che sarebbe stato fugato nel momento in cui il ricevitore penetrò le carni della bestia. Infatti Indra fu in grado di insinuarsi nella mente di ciò che restava del ragazzo, avendo accesso a sensazioni, sentimenti e pensieri, che gli permisero di modificare la strategia. Ovviamente non riferì nulla a Jotaro di tutto questo, o molto poco. Il nonno era molto subdolo.

    Per farla breve, quella dimensione in cui si trovavano, e che lentamente si stava coprendo di un denso strato limaccioso, non era più quella creata dall'Uomo misterioso, ma qualcosa di diverso, generata dall'ospite di Jotaro. La valle sulfurea ribolliva di pece scura, per niente calda, nonostante alla vista potesse dare questa idea, e nel giro di pochi minuti, entrambe le bestie sarebbero state costrette a nuotarvi dentro. Quanto alle bestie...Quella che ormai aveva solo la forma esterna di un cavallo, non era Kokuo, non lo era mai stato; era piuttosto ciò che restava del vecchio Sho, che aveva assunto la forma nota del cavallo. Il nuovo Sho, con tanto di demone cinque code, era la "cosa" che Jotaro e il nonno si trovavano davanti; ed essendo i demoni niente altro che manifestazioni enormi di chakra, potevano essere in qualche modo distorto manipolate, se sottoposte alla giusta pressione energetica ed emotiva esterne; per questo motivo il cinque code aveva assunto quella forma, Sho era stato trasformato in un cacciatore il cui scopo era unicamente uccidere, anima, corpo, e demone; questo si era riflettuto su Kokuo.

    [La Lotta]

    Nessuno dei due nel tag team prese troppo bene il banchetto sulla sfera di energia, ma non c'era tempo per entusiasmarsi dalle stranezze di quell'essere, il ragazzo doveva essere riportato in sè. Quando il Lupo si protese in avanti per lanciare in faccia al cavallo la SUA sfera, questo se la prese in pieno. Il chakra sfrigolava e scoppiava contro le piastre di energia che erano state poste sul cinque code fasullo, tanto da arrivare a sollevarle e piegarle facendo volare via lo strato superiore, e colpendo con ciò che restava della bijuudama, la faccia stessa del cavallo, spingendolo a terra, arrivando a sommergerlo per metà nel liquido nero che continuava a salire di livello. Immediatamente dopo, le code del lupo, apparse dal nulla pochi istanti prima, colpirono nel punto esatto dove si trovava la schiena del cavallo, ma l'Antico, compresa la minaccia, accese di viola gli occhi della bestia, la cui faccia era stata smostrata dalla sfera energetica di Sho, e il livello del liquido aumentò improvvisamente. Le code colpirono comunque il cavallo, ma la pece fornì un cuscinetto sufficiente a evitare che la bestia venisse divisa in due.
    In quel momento, pur restando sempre immobile, come in trance, Jotaro tossì fuori dalla bocca una grossa quantità di sangue, e iniziò a sanguinare anche dal naso, e dall'occhio sinistro. Lo stesso del cavallo colpito dalla sfera.

    In quel momento, con il cavallo ancora per buona parte sommerso, dieci tentacoli avrebbero spaccato il suolo attorno al lupo, formando una circonferenza, uscendo dallo strato roccioso. Ognuno aveva sulla sommità lo stesso tubolare che Sho si portava dietro conficcato nella spalla, e tutti e dieci schizzarono verso l'alto, non per chiudere il lupo in una gabbia, ma per impalarlo incrociandosi, per trafiggerlo con i pali neri, impedendo una fuga in qualunque direzione, se non un salto verso l'alto. [Vel 850][For850][Attacco Doppio][Pot50 ogni attacco][Slot azione 1]




    Nel frattempo, il cavallo tornava sulle sue zampe, e nonostante parte della schiena e del volto fossero gravemente danneggiati [Grave] Le placche di armatura vennero ricostruite, tornando al loro posto, con lo stesso suono di piastre metalliche che sbattevano tra loro.
    Il cavallo avrebbe indirizzato una nuova sfera di energia nella direzione in cui si sarebbe quindi trovato il lupo, per evitare di essere trasformato in un puntaspilli con la pelliccia. [Azione Rapida][Bijuudama Pot 90][Vel 850][Slot Tecnica]
    Mentre l'Antico continuava a bombardare il lupo con tutto quello che aveva a disposizione, nella mente di Jotaro apparivano dei flash, come risultato di quello che gli arrivava dal ricevitore conficcato nella spalla del Lupo; non era molto, dal momento che Indra filtrava praticamente tutte le informazioni, ma in mezzo ai vari bagliori di completa oscurità presenti nella mente del ragazzo, una figura continuava ad apparire, seguita da un nome. Era l'unica cosa chiaramente visibile, in tutto il delirio che l'Uomo misterioso aveva combinato nella mente di Sho. Secondo Jotaro, il suo ospite era estremamente ossessionato dall'idea di pestare a sangue Sho, cosa che a lungo andare sarebbe stata forse funzionale, se lo scopo era friggergli il cervello, ma considerata la quantità di energia emanata dal rituale, oltre al fatto che a breve persino lui sarebbe morto per lo sforzo, chiunque avrebbe potuto localizzare la fonte di tutto quel delirio energetico, quindi la cosa andava risolta in fretta, e con astuzia, piuttosto che con la forza bruta.

    Quindi, con l'entità dentro di lui che gli si rivoltava contro perchè si attenesse agli ordini, e continuasse a catalizzare energia per permettergli di continuare a sparare bijuudame a Sho, Jotaro sollevò lentamente le mani, con grande difficoltà, dato che i tessuti muscolari avevano perso una discreta massa dall'inizio del rito, e le avvicinò nel sigillo della capra.

    [Nella valle]

    Con un violentissimo PUFF, capace di spostare grandi quantità di pece oscura, il cavallo in armatura fu avvolto da una nuvola bianca molto densa.




    [Trasformazione] Dal quale, sarebbe uscito in tutta la sua maestosità un Oda gigante [50 slot dimensionali]. Se il lupo fosse stato a portata, gli sarebbe arrivato in faccia con un diretto [Slot azione][Potenza 900] altrimenti avrebbe "percorso" come un gigante impazzito, la distanza che li avrebbe separati, per colpirlo nello stesso modo. [2 Slot azione]
    In entrambi i casi, il ricevitore sulla spalla di Sho avrebbe risuonato poco prima dell'attacco, con una forte scarica energetica, riducendo i Riflessi del lupo [-5 Tacche]

    In ogni caso, Oda il gigante si sarebbe "lanciato" sul lupo, per placcarlo, non in maniera offensiva, ma per trattenerlo in un abbraccio dall'altissima potenza fratellare, per urlargli addosso.

    - BASTA, STUPIDO! -



    L'Antico dentro il ronin avrebbe cessato ogni forma di comunicazione, a metà strada tra la rabbia e la delusione. In quel momento il ronin aveva capito che il benevolente ospite che gli forniva sapere e capacità, non era così benevolente. Avrebbe cercato di prendere il controllo sulla sua persona qualora avesse ritenuto saggio farlo. Non sapeva Jotaro quanto fosse fondo l'abisso che portava dentro, e quanto l'entità potesse leggergli nei pensieri, ma sapeva in cuor suo, che prima o poi la sua volontà e quella dell'Antico avrebbero iniziato a scontrarsi, proprio come Jashin, e in quel momento le cose avrebbero potuto prendere pieghe molto diverse.
     
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