Il Soldato dell'Oni

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    Luce alla fine del tunnel





    Nemmeno il tempo di un abbraccio, neanche il tempo di godermi la visione del mio ritrovato fratello che tutto cambiò di nuovo.
    Avevo lasciato la desolata landa che mi aveva visto combattere con l'enorme demone, mi trovavo in quello che sembrava un tempio, nudo, circondato da monaci che si affrettarono a corrermi incontro. Non era un'illusione, il mio corpo era davvero lì, stremato dal rituale e dai traumi fisici e psicologici subiti nel mese precedente, ma in salute. Mi osservai cercando segni di cicatrici, ma non vi era nulla, eppure ricordavo chiaramente del rituale , dei pugnali, delle torture, di tutto.
    Ma come avevo fatto ad arrivare in quel luogo? A fuggire da Shiro? Osservai l'uomo, o quello che ne rimaneva, di fianco a me, il suo corpo sembrava essere stato prosciugato da uno sforzo immane, attorno a lui notai alcuni spuntoni neri, simili a quelli che impugnava il Gobi nella nostra grande battaglia: era sicuramente legato al mio recupero.
    Non ebbi però tempo per ringraziarlo, né per chiedergli niente, entrambi fummo infatti soccorsi dai monaci che ci potarono in luoghi separati per curare inostri corpi; nonostante non presentassi evidenti ferite ero infatti completamente intorpidito, sfiancato, come se il corpo in cui mi trovavo fosse nuova, completamente non abituato ai movimenti più naturali.
    Caddi in un sonno profondo, necessario a riordinare più la mia psiche che il mio corpo.
    Una volta risvegliato i monaci mi dissero che avevo dormito per quasi due giorni; parlando con loro imparai di essere a Cantha, praticamente nella base del nemico, ma come potevo essere al sicuro da Shiro ed il suo maestro se gli ero così vicino? Come potevano tutti loro vivere una vita normale? Ringraziai gli uomini per l'aiuto e chiesi di passare qualche attimo da solo, avevo bisogno di parlare con Kokuo dopo tutto quello che era successo.
    Chiusi gli occhi ed in un attimo fui nel mio mondo interiore, sembrava cambiato, non sapevo come, ma non lo percepivo allo stesso modo; davanti a me si parava una fitta nebbia che mi separava dalla gabbia del grande demone, mi avvicinai ad essa alla ricerca dell'enorme equino ma, non appena fui abbastanza vicino ad essa dal vederne attraverso le sbarre dorate, sussultai, era vuota.
    La porta spalancata e del Gobi nessuna traccia.

    Non temere.


    Sentii alle mie spalle, mi voltai di scatto mentre la nebbia si diradava e mi permetteva di vedere l'immagine di un enorme lupo nero con cinque code, simile a quello di cui avevo assunto la forma in precedenza.

    -Tu...tu.. Kokuo?-

    Sussurrai con un filo di voce.

    Chi altro dovrei essere. Non badare alla prigione, non ne ho.. non ne abbiamo più bisogno, hai dimostrato il tuo valore in battaglia, hai dimostrato di essere un degno proprietario di questo potere, il rituale a cui sei stato sottoposto non ha afflitto solo te, ma anche me, eppure lo abbiamo sconfitto, o almeno così pare, Shiro ed il suo maestro non sono riusciti a strapparmi a te e tutto questo ha reso il nostro legame ancora più forte, hai dimostrato di fidarti di me anche quaqndo non lo meritavo , Sho, adesso è arrivato il momento che io mi fidi di te.



    Il demone lupo davanti a me sembrava davvero Kokuo, le sue parole quasi mi commossero, temevo di trovarmi davanti un essere furioso per l'affronto che gli avevo fatto nel combatterlo, ma mi sbagliavo, probabilmente l'intero scontro era ben lontano dall'essere una "semplice" battaglia col demone.

    -Ma.. il tuo aspetto...-

    Cosa ha il mio aspetto che non va?



    -...Niente...-

    Capii allora che qualcosa di molto più profondo di quello che mi sarei aspettato era successo, qualcosa di cui avrei dovuto parlare con Razien, ero convinto che , per la prima volta, non fosse il demone a modificare me, ma io a modificare lui, come se il nostro legame fosse diventato così profondo da essere ambivalente.
    Avanzati lentamente ed allungai la mano destra il nodo da toccare il pelo corvino di una zampa del lupo, anche al tatto sembrava reale. Sorrisi.

    [...]



    Il terzo giorno riuscii ad alzarmi e camminare, eseguu veri movimenti che mi permettessero di saggiare la mobilità delle mie articolazioni e provai a fare un richiamo mentale dei miei vari ricordi, sembrava che ci fosse tutto, sembrava che fossi davvero io, eppure qualcosa era cambiato, ma cosa?

    -Pff..-

    Sbuffai, qualcosa poteva essere cambiato, doveva esserlo, ma importava davvero? Ero fortunato ad essere vivo dopo aver visto così da vicino un nemico così potente ed avevo persino la possibilità di tornare a casa, qualunque cosa fosse era una perdita che avrei accettato.
    Mi misi quindi a girovagare per il tempio, curiosando tra le meravigliose strutture architettoniche e giardini, di lì a breve sarei stato in grado di andarmene e cercavo di passare il mio tempo restante in maniera costruttiva.
    Passando di fianco ad una stanza notai che, seduto nella posizione del loto al centro di essa, vi era l'uomo accanto al quale mi ero risvegliato, era avvolto da un kimono nero e sembrava aver recuperato le forze; lentamente mi avvicinai per sedermi nella medesima posizione di fronte a lui, a circa un metro.

    -Penso che un ringraziamento sia d'obbligo.-

    Esordii.

    -Per caso ti ho già visto? Mi sembra di ricordarmi di te alla riunione della foglia. Ma, se posso permettermi, chi sei? E come hai fatto a salvarmi? O anche solo a trovarmi? Sai per caso cosa volevano farmi e perché non ci sono riusciti? Inoltre non posso fare a meno di notare che somigli in maniera inquietante al maestro di Shiro, non penso sia una coincidenza con tutto quello che è accaduto, sbaglio?-

    Attesi quindi la risposta dell'uomo davanti a me, ansioso di scoprire, almeno in parte, i misteri che avvolgevano quel luogo e quello che mi era accaduto.
     
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