Destino Incerto

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  1. Kairi Uchiha
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    Destino Incerto


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    Probabilmente la persona uscita più illesa, perlomeno a livello fisico, da Cantha dopo Yato, Kairi non era stata ricoverata neppure un giorno in ospedale, seppure vi fosse passata per alcuni controlli di sicurezza e per lenire i colpi ricevuti a causa dell'esplosione.
    Aveva passato i giorni successivi all'attacco in casa al riposo visto il congedo che le era stato concesso dallo stesso villaggio, qualche "ferie" per riprendersi da ciò che era appena successo, come se fosse davvero possibile: aveva smesso nuovamente di dormire, consapevole del fatto che sua madre fosse ancora viva e vegeta a combattere al fianco di uno dei più grandi nemici di Konoha e forse dell'intero continente. Aveva visto la loro potenza, aveva toccato con mano quanto potessero essere forti e pericolosi e quanto le sue capacità non fossero mai abbastanza. Ultimamente aveva la pessima sensazione di collezionare un fallimento dietro l'altro e questo stava influenzando completamente il suo umore e la sua psiche, in peggio.
    Di certo non la condizione migliore per affrontare al meglio ciò che aspettava agli shinobi della foglia; il villaggio era in pericolo ed ora dovevano anche occuparsi della sparizione di uno dei migliori shinobi della foglia, Sho, rapito subito dopo l'attacco di Cantha senza che nessuno potesse fare nulla per aiutarlo. Era sicura che prima o poi sarebbe partita una spedizione per ritrovarlo, spedizione in cui avrebbe volentieri voluto partecipare: sistemare sua madre era sua responsabilità, per togliersi di dosso il peso del tradimento che sentiva sulle sue spalle. Anche se non ne era in alcun modo collegata il solo condividere il suo sangue la faceva sentire sporca e, in maniera inconscia e fondamentalmente priva di logica, colpevole.

    E poi c'era l'Hokage...non sapeva cosa fosse successo esattamente quella notte a Raizen non avendo avuto il coraggio di chiederlo ma era evidente come all'uomo fosse successo qualcosa di realmente grave, la sola mancanza del braccio era un segno più che evidente di come la battaglia per lui non fosse per nulla andata come sperava.
    Anche per quel motivo quel giorno aveva deciso di raggiungerlo in ospedale, dove l'uomo era ricoverato da quando era finito l'attacco e dove probabilmente sarebbe rimasto ancora molto: voleva sapere come stava, voleva capire cosa fosse successo ed infine aveva una richiesta per lui.
    Dopo aver raggiunto l'edificio sarebbe andata a trovare Shin ed Asami per accertarsi delle loro condizioni, la caduta dalla luna per quanto mortale non era stata di certo senza conseguenze per loro, infine avrebbe raggiunto la stanza dell'Hokage, bussando leggermente sulla porta ed affacciandosi non appena avesse ricevuto il permesso di entrare o se l'avesse trovata aperta E' permesso...? se avesse ricevuto il via sarebbe quindi entrata, lanciando un'occhiata preoccupata all'uomo ma accennando pur sempre un sorriso e prendendo una sedia dalla stanza si sarebbe sistemata di fianco al suo letto. Non avrebbe parlato per qualche secondo, lasciando all'uomo eventuale modo di parlare, prima di aprire finalmente bocca Volevo vedere come stavate, vi ho pensato spesso in questi giorni ma anche io avevo bisogno di stare un po' da sola, per questo non sono venuta prima accennò appena un secondo sorriso, sapendo come Raizen avrebbe sicuramente capito il motivo per cui la kunoichi si era presa del tempo per sé. Il suo sguardo si sarebbe fermato inevitabilmente qualche secondo su quello che restava del braccio mozzato prima di tornare ad osservare gli occhi dell'Hokage accorgendosi solo in quel momento di un particolare che sull'altopiano degli Hokage, troppo presa dall'improvvisa resurrezione di sua madre, non aveva minimamente notato: le iridi dell'uomo non erano più rosse e con la pupilla allungata, uno sguardo che da sempre aveva associato al Kyuubi, ma erano color del ghiaccio. Rimase lunghi secondi a fissarlo con uno sguardo che faceva ben fatto intendere la confusione che provava prima di prendere coraggio e parlare.
    Quella notte vi ho trovato perché, assieme al Susanoo, gli abitanti di Konoha hanno visto il Kyuubi ergersi e ruggire sull'altopiano... continuò, prudente ...ed ora noto qualcosa di diverso nei vostri occhi...è troppo chiedere cosa sia successo? aveva il pessimo presentimento di sapere quale fosse la realtà, del perché Raizen fosse in quella condizione psicologica, ma quasi non voleva credervi. Sperò di non aver osato troppo domandando ma le condizioni del Kage la preoccupavano non poco e con esse sentiva anche il destino di Konoha terribilmente incerto in quel momento.


     
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