Destino Incerto

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    La Risposta più Importante


    - IV -





    Alle parole di Itai l’impiegato sospirò, scuotendo lievemente la testa.

    Non è così semplice Mizukage-sama.

    Ed infatti, quando Itai entrò nella stanza potè chiaramente vedere, addirittura percepire, che qualcosa non andava, e non si fermava certamente alle ferite. Il suo ingresso nella stanza attirò l’attenzione degli occhi di Raizen che girandosi si portarono dietro l’intera testa. Stava steso, con lo schienale rialzato ed un lenzuolo a coprirgli le gambe martoriate, la temperatura controllata dell’ospedale gli permetteva di stare a torso nudo e mostrare le numerose medicazioni sparse sul corpo ed il braccio, assente, sostituito d un tampone di fasciature.
    Attorno a lui nulla, solamente silenzio e uno sconfinato senso di colpa.

    No

    Rispose alla prima domanda, prima di voltarsi placidamente a fissare il nulla.

    Non ricordavo della tua capacità di comunicare tra i mondi interni.

    Avrebbe voluto essere ironico, ma non ci riuscì, in quello stato il suo cervello non riusciva a pensare a nulla di troppo costruito, si trascinava avanti da un argomento all’altro dando le risposte che gli venivano richieste e poco più.

    Non sto, semplicemente.
    Mi hanno levato tutto…
    Sono arrivati, ci hanno ingannati, e non mi sono accorto di niente.
    Ci hanno portato dentro ad uno strano rituale, marchiati a coppie, uno dei due doveva morire perché l’altro uscisse.


    Tacque. Non ci volveva in un genio per capire che quei momenti gli stavano scorrendo davanti come un film.

    Sai chi aveva il mio marchio?

    La pausa questa volta fu ancora più lunga, evidenziata sa un silenzio innaturale.

    Dal daimyo.
    Ho cercato in tutti i modi di evitarlo, e ci sono riuscito, ma non so come, una volta fuori non avevo più nulla con me, ed avevo persino perso un braccio.
    Ero già finito in quel momento.


    Guardò Itai negli occhi, non ricordava se l’avesse conosciuto prima o dopo il confinamento della volpe, ma era improbabile che il mizukage non notasse la differenza negli occhi della Montagna, adesso color ghiaccio.

    E come se non bastasse hanno preso l’altro jinchuriki, sospetto sia a Cantha, ma non ho modo di accertarmene.
    Forse tu…


    Sospirò pesantemente, le costole incrinate erano una discreta croce in quel momento.

    Sei un mizukage, e se anche i nostri caratteri son diversi puoi capire cosa significa una sconfitta simile.
    Non sei riuscito a proteggere il tuo villaggio, i tuoi ninja, te stesso, i tuoi tesori più importanti.
    Quando sei tornato a Kiri, e l’hai vista distrutta, in fiamme… come ti sei sentito?
    Cosa hai pensato?


    Dire che Raizen fosse spezzato, o abbattuto non era corretto, cercava con tutte le sue forze di rimettersi in piedi, di scalare quel pendio, ma qualsiasi appiglio si rivelava sdrucciolevole, ovunque poggiasse le mani scivolava, sprofondando sempre più in basso, poco importava quanto fossero larghe le sue spalle o il suo spirito forgiato, niente bastava.


     
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