Lo Spirito del Mondo[Setta degli Artisti del Sangue]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Lo Spirito del Mondo

    Prologo

    Atto I
    La Chiamata



    C'era qualcosa di strano in quella notte. Le vie di Kiri erano più tranquille del solito ed il vento sembrava aver paura di spirare. Tutto era fermo nella staticità del buio. Inoltre c'era un'altra cosa che mi metteva piuttosto di cattivo umore: il fatto che mi sentissi stanco, ma non provato dagli allenamenti o dall'eccessiva necessità del mio intervento, quanto assonnato. Il dover gestire la duplice carriera di ninja ed Inquisitore di Kiri mi aveva portato a sviluppare un metodo di riposo peculiare: facevo sei brevi pause di venti minuti durante l'arco della giornata, costringendomi immediatamente a precipitare nel sonno più profondo e a trarne il miglior riposo possibile. Non era stato facile abituarsi, inizialmente, ma con il tempo era diventato per me il miglior modo di recuperare energie. Non potendo dunque abbandonare la mia funzione, mi morsi un dito il tanto che bastava per evocare il Messaggero dei Pipistrelli della Grotta del Silenzio: Kyofu. Di cosa hai bisogno, Kensei? Chiese il maestoso pipistrello bianco. Riposo. Dissi io laconico. Quindi gli girai intorno e con delicatezza mi poggiai alla sua enorme schiena albina, chiudendo gli occhi.
    Quando li riaprii non ero più a Kiri.

    [Zona Clan Kenkichi - Kitori]

    Il giovane spadaccino delle Lame Insanguinate quella notte avrebbe avuto più di un problema. Innanzitutto la sua spada non avrebbe smesso di parlargli, non lasciandolo dormire, colta da una qualche forma di smania. Non riusciva a pensare ad altro se non al sangue e, per quanto il Kuro fosse abituato alla cosa e fosse capace di assecondare tale sentimento, quella notte avrebbe percepito un forte senso di impotenza. Era come se l'atmosfera intorno a lui stesse cercando di legare le sue membra, premendo con forza su tutto il corpo. Aveva inoltre un'incredibile fame. Anzi, percepiva ogni tipo di fame. D'un tratto, però, qualcuno bussò con prepotenza alla porta della sua camera da letto. Un uomo piuttosto alto, massiccio, con corti capelli corvini e uno sguardo piuttosto inquietante. Era avvolto in delle bende e portava un lungo cappotto nero. Il Kenkichi avrebbe riconosciuto quell'uomo immediatamente: era Keiji Kagome, lo shinobi kagecida, ex Spadaccino della Nebbia morto dopo atroci sofferenze in ospedale dovute all'esplosione in cui era rimasto coinvolto durante le vicende dell'attacco di Cantha. Al fianco aveva una lunga katana spezzata poco dopo il manico - quest'ultimo raffigurava la testa di una sorta di animale. Ma come faceva ad essere lì se quell'uomo era, appunto, morto?


    Prendi il tuo equipaggiamento e seguimi. Abbiamo qualcosa di importante da sbrigare. Kitori avrebbe percepito quelle parole come un vero e proprio ordine. Quando avrebbe provato a comunicare con la sua spada, però, avrebbe percepito un silenzio insolito per l'arma maledetta. Continuava a sentire l'anima della spada chiusa nel freddo acciaio dell'arma ma al tempo stesso ne sentiva il sopirsi. Sembrava che non avesse mai scoperto i poteri del Clan e che stesse brandendo la sua wakisashi per la prima volta. Non appena fosse tornato alla porta per seguire il suo fratello di sangue, Kitori si sarebbe accorto che di Keiji non c'era più neanche l'ombra se non una serie di impronte di sangue sparse un po' ovunque, dal soffitto alle pareti. Stava a lui individuare la via da seguire e cercare di capire dove portassero. [Note.]Se posseduto "Seguire le Tracce" o "Vista di Falco", la ricerca sarà mediamente lunga. Se non posseduta una di queste due abilità, ci impiegherai tutta la notte. Una volta individuata la scia giusta, il ragazzo avrebbe percorso in lungo ed in largo la zona Clan per poi ritrovarsi ad una gigantesca pozza di sangue davanti l'immenso portone dell'oscuro palazzo del Capoclan. La via pareva manifesta.

    [Villaggio della Sabbia - Ryoshi]

    Che a Suna piovesse raramente era cosa ben nota, ma che addirittura l'acqua iniziasse a trasudare dalla sabbia divenendo piccole goccioline che si muovevano verso l'alto, contrariamente a quanto accade ad un oggetto che cade, era fuori dal mondo. Tuttavia è quello che accadde quel giorno. A pochi passi dalla casa del giovane disagiato sociale di Suna, infatti una sorta di oasi naturale aveva iniziato ad attrarre turisti e autoctoni in un tripudio di gioia e meraviglia. Quando il Manipolatore avesse osservato chi era presente nella calca formatasi, due volti su tutti parvero saltargli agli occhi: quello di suo padre e quello di sua madre. Il rapporto con loro era da sempre stato molto complesso, soprattutto per i comportamenti psicotici del giovane ragazzo - comportamenti che, un giorno, portarono proprio alla morte dei due genitori. Incrociando lo sguardo con uno di loro, avrebbe sentito una voce femminile molto dolce cantargli una ninna nanna: Fai la ninna fai la nanna, tra le braccia della mamma, dormi, dormi mio tesoro, dormi, dormi ... Quelle parole, però, avrebbero svegliato nel Sunese soltanto una voglia antica e sempre presente, soltanto saltuariamente sopita: quella di sangue. Qualora avesse cercato di raggiungere i due e capire come mai potessero essere lì avrebbe notato che più si avvicinava e più le persone iniziavano a gridare. Non era per la sua presenza, tuttavia, che queste stavano mostrando una sorta di isteria di massa. Più il giovane assetato di sangue stringeva le distanze da quell'oasi miracolosa, più le gocce d'acqua si tramutavano in cremisi rugiade. Alla fine, di tutta la folla, rimasero soltanto, girati di spalle, i due genitori del ragazzo. Qualsiasi fosse stata la reazione del giovane, i corpi si sarebbero sciolti in una nuvola di sabbia che, cadendo, si sarebbe mischiata alla peculiare pioggia di sangue ed avrebbero formato uno strato fangoso dal colore particolarmente scuro. Un solo istante e quella fanghiglia si sarebbe rivolta verso il ragazzo ad una velocitàNera +4 per lui inarrivabile: egli avrebbe percepito una sensazione strana; infatti gli sarebbe parso di essere lui stesso a manipolare quella sabbia mischiata a sangue e di non poter opporsi dunque ad un suo volere. Si sarebbe trovato prigioniero di un bozzolo di dura roccia sunese dal quale uscire era praticamente impossibilePotenza 50, Durezza 4..

    [Villaggio della Foglia - Kairi]

    Dormire dopo quanto successo a Konoha qualche giorno prima era ai limiti dell'impossibile: il senso di responsabilità, le ferite fisiche e psicologiche, la necessità di seppellire i morti e ripulire il volto di Raizen dalla montagna dei Kage erano sensazioni pressantissime. Nonostante Kairi non fosse stata l'ultima a liberarsi dal rituale dei Canthiani, non poté fare niente né per proteggere il Jinchuuriki della Volpe a Nove Code né la forza portante del cinque, di cui in quei giorni non si conosceva il destino. Conoscendo l'ardore della giovane Uchiha, il senso di impotenza doveva essere stato il dolore più grande in quei giorni: l'aver rivisto la madre e non aver potuto fare assolutamente niente, neanche sacrificarsi, per opporsi con forza a quella insensata violenza, l'aveva devastata. Quella notte, però, non sarebbe riuscita a dormire neanche se a Konoha il Kage fosse stato ancora l'Ikigami. Infatti ricorreva nei suoi sogni l'ombra di un uomo che aveva odiato profondamente. Un ninja di cui conosceva soltanto il nome e di cui ricordava le fattezze ma che, di fatto, non aveva la più pallida idea di chi fosse. Quell'uomo l'aveva umiliata e, proprio come in quei giorni a Konoha, il sentimento di impotenza l'aveva resa vittima dei suoi soprusi e della sua idea di giustizia. Quel Keiji che lottava con due scimitarre, quell'uomo che l'aveva stordita e si era liberata dell'avversario che lei aveva scelto di voler interrogare. Non era un vero e proprio sentimento di vendetta il suo: non c'era una ferita profonda da rimarginare, c'era solo un solco netto nel suo orgoglio che desiderava di essere colmato. Voleva dimostrare a se stessa, ed in quel momento ne aveva assolutamente bisogno, che era più di quello che aveva avuto modo di dimostrare negli ultimi tempi. Il suo sentimento di rivalsa era così forte che quasi sembrava avere manifestazione fisica. Era così intenso che, quella sera, aveva attirato qualcuno o qualcosa alla sua porta. Dopo l'ennesimo incubo con protagonista lo spadaccino, la ragazza si svegliò di soprassalto e, aprendo gli occhi, trovò davanti a sé colei che meno di tutti, in quel momento, si sarebbe aspettata di trovare: sua madre. Devi sanare il tuo orgoglio ferito, figlia mia. Avrebbe semplicemente detto, standole dinnanzi, pronta a qualsiasi tipo di reazione da parte della kunoichi. Se avesse provato ad attaccarla, ella sarebbe semplicemente scomparsa e poco dopo avrebbe sentito qualcuno afferrarla da dietro, puntandole qualcosa alla tempia. Non sei altro che un insetto al mio confronto. Un insetto così piccolo che potrei schiacciare con il solo pollice ed il solo indice della mia mano. Avrebbe sussurrato. Parole che l'Uchiha conosceva bene, e se avesse cercato di liberarsi da quella presa, essa l'avrebbe lasciato, così come entrambe le figure che aveva appena creduto di vedere. Per terra, in tutta la sua stanza, ci sarebbero state delle scarlatte macchie di sangue. Arrivavano fino all'ingresso, dopo di che la tenebra della notte non permetteva il riconoscerne il tracciato. Stava a lei scegliere se seguirle o meno. [Note.]La ricerca richiede "Seguire le Tracce" o "Occhio di Falco" per essere completata in poco tempo. Non possedere uno di questi requisiti ti fa girare in tondo per il villaggio tutta la notte prima di arrivare a destinazione. Una volta trovata la pista giusta, avrebbe notato come le tracce si fermavano davanti ad una abitazione. Non so se la ragazza avrebbe riconosciuto la casa ma sicuramente conosceva uno dei due abitanti, anzi, al momento al suo interno ve ne era soltanto uno: era la casa dei fratelli Saitama. Poco prima dell'ingresso, una gigantesca chiazza di sangue avrebbe concluso la scia seguita fino a quel momento. La via pareva manifesta.

    [Villaggio della Foglia - Asami]

    C'era una cosa che i medici non potevano esimersi da fare: cercare di salvare chiunque si fosse trovato ferito in qualunque situazione. Questo non valeva di certo per i dottori in itinere ma chiunque dotato di un po' di sensibilità filantropica non avrebbe esitato a prestare soccorso a qualcuno in difficoltà. Vicino casa di Asami, quella mattina, si sarebbe radunata una folla di persone. Un bambino era caduto a terra all'improvviso, mentre passeggiava, e le persone si erano radunate per dare un mano. Erano giorni difficili a Konoha, dopo l'offesa alla città da parte dei canthiani molte persona hanno iniziato a soffrire di attacchi di panico, crisi isteriche e claustrofobia. Era stato il kage in prima persona ad essere stato umiliato, la forza che, in teoria, doveva dimostrarsi la grande sicurezza del Villaggio. Ad un certo punto, però, un urlo, forse, avrebbe colto l'attenzione della ragazza. AIUTO! Questo ragazzo sta male, sta perdendo sangue dalla bocca! Se la giovane Asami avesse deciso di aiutare il ragazzo si sarebbe immediatamente accorta di qualcosa di sconvolgente. Il suo paziente non era altri che Ruy, il giovane figlio della badante che da piccola viveva con lei. Ciò che avrebbe dovuto destarle qualche sospetto era il fatto che così come il tempo era passato per lei, sarebbe dovuto essere passato anche per lui, ma così non pareva. Non appena avrebbe provato qualsiasi tipo di medicazione sul ragazzo, egli si sarebbe letteralmente dissolto in una gigantesca goccia di sangue mandando nel panico più totale i presenti e costringendoli alla fuga. Nella dissoluzione, un lembo dei vestiti della ragazza si sarebbe irrimediabilmente sporcato.
    Alla sera, che si fosse disfatta del vestito, che l'avesse lavato o che l'avesse lasciato da qualche parte, la zona di pelle sottostante alla parte del vestito macchiata avrebbe trasudato sangue, sporcandola nuovamente. Questa volta se avesse provato a pulirlo o a toglierlo, la chiazza si sarebbe solo spanta, senza possibilità di essere tolta, fino al momento in cui non l'avesse interamente rivestita, inghiottendola e facendola sparire nel nulla. [Note.]giphy




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale:30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 750
    Velocità: 600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Note
     
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26 replies since 5/10/2017, 12:45   482 views
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