Successe tutto in pochi istanti: quei capelli biondi presero vita, o ameno così gli era sembrato; fermarono la sua lama e fu come cercare di far male a un nemico che è ricoperto di spessi cuscini su tutto il corpo. Come qualcuno potesse muoversi con tutta quella massa addosso Kunihiro non lo sapeva, ma di sicuro si trattava di una difesa efficace.



Per lui era ormai chiaro che continuare a utilizzare "coltellini" al posto di vere e proprie spade non lo avrebbe portato molto lontano. Presto sarebbe arrivato il momento di impratichirsi con qualcosa di più letale, in modo che dei semplici capelli semoventi non avrebbero mai più potuto fermare un suo attacco ravvicinato.
Se la wakizashi non servì a molto, non ci fu da meravigliarsi se anche il kunai diretto alla gola subì lo stesso destino: che stupido da parte sua continuare ad accanirsi su un agglomerato di capelli invulnerabili.
E il suo errore gli costò caro, perché per l'appunto l'avversaria, forte di una difesa impenetrabile, poté ignorare l'attacco alla gola e contrattaccare. Se la mano destra che impugnava il kunai era vicino al volto dell'avversaria, quella che impugnava la wakizashi era troppo bassa per poter difendere la gola del ragazzino in maniera efficace: avrebbe dovuto sacrificare qualcosa. Il fendente arrivava dalla sua sinistra, quindi alzò la mano sinistra quasi d'istino e ne interpose il dorso fra la lama nemica e la gola, cercando di mitigare come poteva l'imminente danno con del chakra, stringendo con forza l'elsa della wakizashi che però era stata inutile per quella difesa. Come era prevedibile, il risultato fu che il dorso della sua mano sinistra subì una lacerazione non da poco, che lo costrinse a lasciare andare la spada, la quale cadde a terra provocando un sordo rumore metallico.

Ma mai si sarebbe potuto aspettare che, subito dopo, la donna avrebbe deciso di attentare alla vista di Kunihiro con del liquido. Per un istante, il ragazzino non capì cosa fosse successo: gli occhi gli bruciavano e la vista gli si era appannata, tutto stava cominciando a girare. L'odore... alcool? La nukekin doveva essere proprio alle corde per pensare di utilizzare uno stratagemma di quel tipo.

L'olezzo, il bruciore, le ferite. Anche toccarsi la faccia con le mani gli provocava dolore, perché l'alcool gli penetrava nelle ferite, di fatto disinfettandole ma in maniera del tutto poco piacevole. Non poteva neanche sapere cosa sarebbe potuto succedere attorno a sé, privato com'era della vista.

Poi il silenzio.
Era adesso steso sul suo letto, con una mano sulla faccia mentre l'altra batteva con forza col pugno sul materasso, senza controllo. Ora e solo allora si lasciò andare in un grido di dolore misto a ira:

- GraaaaaaaAAAAAHHHHHHH-AHAHAHAAHAHAHAHAHA
AHAHAHAHAHAHAHA

...che poi, però, in una mutazione grottesca quanto improvvisa diventò una risata lancinante, ingigantita dall'alcool che, attraverso i bulbi oculari, gli era entrato in circolo per la via più diretta.
Pochi istanti prima, la kunoichi aveva visto svanire il ragazzino davanti a sé per l'ennesima volta, senza però vederlo più tornare.
Aveva sfruttato le sue capacità per tornare al Villaggio della Foglia, nella sua stanza, lì dove teneva sempre uno dei suoi sigilli remoti.

Quando i servitori entrarono spaventati nella sua stanza per capire cosa stesse accadendo, richiamati dagli schiamazzi, lo videro inerme ma vivo (sebbene sanguinante) disteso sul letto, in silenzio, con lo sguardo fisso verso il soffitto.

Entro poco l'ospedale di Konoha avrebbe ricevuto una chiamata d'urgenza.