Coincidenze : Il mondo è piccolo

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    è quel becco rosso ? 

    I


    La vita è strana. La vita è veramente molto strana.  Per mesi aspetti che accada una determinata cosa, lo speri con tutto te stesso, e quella sembra assolutamente essersi dimenticata di te. Poi, mentre svolgi le tue mansioni quotidiane la vedi. é lì, davanti a te, a portata di mano, ma tu non puoi nemmeno prenderla.



    È bene o male questo un riassunto appropriato a quello che stava provando Ryoshi nel leggere il messaggio d'avvertimento che era stato diffuso dal guardiano di turno.. Lui era un membro delle squadre speciali, e bene o male ogni giorno venivano sommersi da richieste di ogni genere e tipo. Quella di controllare un gruppo di visitatori è una delle peggiori seccature che ti possa capitare. I guardiani spesso devono andare a sentimento ed intuito, soprattutto perchè i criminali potenzialmente più pericolosi sono anche gli stessi ad avere i maggiori mezzi per vanificare un controllo blando come può essere quello effettuato dai guardiani ai posti di blocco.

    Ma quella richiesta nello specifico aveva un particolare interessante, di quelli che ricordano qualcosa della tua vita, della tua stessa essenza. Per permettere un più facile riconoscimento del gruppo segnalato era stata riportata la presenza di un corvo dal becco rosso all'interno della carovana, in una gabbia apposta per lui. Ryoshi non ebbe bisogno di nessuno stimolo aggiuntivo, corse fuori e partì alla ricerca del gruppo.

    Per uno shinobi con le sue abilità trovarli non sarebbe stato difficile, conosceva Suna come le sue tasche, e se conosceva un minimo il modus operandi del Mikawa e dei suoi sottoposti, non si sarebbero certi andati a ficcare dentro qualche bettola immonda. I luoghi principali da controllare sarebbero stati alberghi e bar più che decenti e di buon livello. Non sapeva quali dei gregari del Diogene che lui aveva conosciuto avrebbero potuto esserci, sempre che qualcuno di loro ci fosse.

    Le sue ricerche portarono dei risultati quasi immediatamente, vide uscire tre persone sconosciute dal Desert Bar e le vide dirigersi verso un albergo abbastanza di classe. Erano due uomini ed una donna. Non avevano un'aspetto a lui conosciuto, e tra la distanza e l'ottimo lavoro svolto da Eiatsu fu impossibile riconoscere la sua prima vera e propria sensei del combattimento: Matsumono. Invece, fu per lui molto più facile ed immediato riconoscere il corvo dal becco rosso che stavano facendo entrare nell'albero dentro una gabbia.
    Probabilmente quella era l'unica occasione per scoprire i tre infiltrati, perchè senza il corvo a distinguerli dagli altri viandanti per Ryoshi non ci sarebbe stata alcuna possibilità. Durante le settimane che aveva passato a Villa Mikawa al chunin bambino era stato richiesto più volte di andare a cibare i corvi, ed aveva stabilito con loro un ottimo legame. Erano ormai anni che non ne vedeva uno e che non gli portava del mangime alle voliere, ma era certo che quella sintonia fosse rimasta. Si sentiva attratto da quella gabbietta, si sentiva attratto dal corvo all'interno di essa.
    In breve, quell'animale rappresentava l'anima che Ryoshi avrebbe sempre voluto. Le ali per la libertà, cosa che Ryoshi dentro di sè sognava, ma la sua debolezza spirituale gli proibiva di raggiungere. Il rosso sangue cremisi sul becco, portatore di morte, a saziare quella pulsione che ogni tanto premeva.
    Il bimbo avrebbe voluto correre verso quella gabbia e salutare l'animale, ma era perfettamente addestrato e sapeva cosa poteva e non poteva fare.

    Una volta individuato il gruppo avrebbe dovuto lasciar passare qualche giorno di calma, mentre fingeva di svolgere controllo più accurati per le squadre speciali. Ne controllò dalla distanza i movimenti, anche tramite l'aiuto di Kuro e Yushi, i suoi due bambini gregari. I due piccoli erano abbastanza bravi nello svolgere pedinamenti, ma indubbiamente i gregari di Diogene, molto più preparati ed addestrati si sarebbero potuti accorgere della presenza di una coppia di bambini sempre nei paraggi.

    Solo al terzo giorno Ryoshi si sarebbe fatto vedere. Per lui era un rischio, era certo della natura del corvo, della sua provenienza, ma non avendo riconosciuto i tre soggetti non poteva vantare su un approccio diretto, che sarebbe stato pericoloso nel qual caso quelli non fossero realmente subordinati di Diogene.
    La sua mossa si basava su un presupposto, che quei tre fossero addestrati, ma soprattutto che sapessero della presenza di un amico fidato come Ryoshi all'interno di Suna. Appena i tre fossero usciti dall'albergo nel quale sostavano, avrebbero potuto vedere Ryoshi nella piazza centrale davanti a loro, confabulare con Kuro e Yushi ( i due bambini che li avevano seguiti per qualche giorno ). Il chunin bambino non li avrebbe mai guardati direttamente, ma avrebbe atteso qualche minuto, il tempo necessario ad essere eventualmente riconosciuto anche da chi poteva avere anche solo una descrizione sommaria di lui, prima di girarsi ed incamminarsi verso la periferia di Suna.
    Se lo avessero seguito, dopo un paio di chilometri lo avrebbero visto entrare dentro una piccola casetta, un'abitazione modesta senza alcun particolare di rilievo. Era la casa dei tre bambini, che Ryoshi gli aveva procurato. Era un luogo che veniva costantemente controllato.
    Se i tre fossero entrati, avrebbero visto Ryoshi seduto ad un grande tavolo con diverse sedie, e subito dopo tre bambini ( due dei quali riconoscibili, Kuro e Yushi ) sarebbero usciti per andare a mettere sotto controllo la zona.

    Il figliol prodigo si era dato da fare nel tempo, e seppur in maniera molto più rudimentale, l'uso di gregari e di una posizione sicura, sperava avrebbe potuto ricordare un certo tipo di modus operandi ai suoi ospiti.

     
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