Non chiamarmi maestroadd chakra distruttivo Harumi-Kitori

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    Post 2 ~ Esercizio

    La fanciulla, a causa del particolare stato di discriminazione, paragonabile a una sorta di segregazione in cui aveva vissuto per la maggior parte della sua tenera età, oltre che alle particolari vicende che l'avevano condotta alla sua attuale situazione, non sapeva molto sull'universo maschile. Quel poco che aveva imparato, lo aveva tratto dai libri della sua infanzia, e più di recente dai racconti delle altre ospiti, benché in ruolo di servitrici, di Villa Mikawa. Inutile soffermarsi sulla difformità delle opinioni che ne aveva tratto, tale da dubitare a volta che stessero parlando dello stesso argomento. In ogni caso, al complimento piuttosto spontaneo dello shinobi di Kiri, Harumi abbozzò un sorrisetto imbarazzato, accompagnato da una tenue nota di colore sulle guance. Nessuna sorpresa dunque se la già timida ragazza si trovò in difficoltà con l'esuberante maestro, lasciandolo trasparire dalla sua caratteristica voce incerta. A...ah...la ringrazio, sense...No, ecco, come potrei chiamarla allora...Ecco! La ringrazio, Kenkichi-senpai. Rialzatasi non appena l'altro aveva iniziato a parlare, con un piccolo inchino completò le presentazioni. Sono pronta. Mi affido a lei. Seguì il giovane, che stimò non essere molto più vecchio di lei, senza aggiungere altro, fino a quando raggiunsero una serie di ben ordinati di sezioni di tronco d'albero. Tuttavia l'otese non sarebbe rimasta a lungo ad osservare perplessa la scena, richiamata dalla voce di Kitori. Annuì delicatamente durante la spiegazione, per altro non particolarmente approfondita, dell'abilità che era chiamata ad apprendere. La dimostrazione pratica, però, valse più di tante parole. Un flebile oh di sorpresa mista ad ammirazione le sfuggì di labbra, e arrivò perfino a fare un plauso al ninja della Nebbia unendo tra di loro le mani con un colpo secco. Fantastico Però...ecco...Avrei sedici anni ormai... Harumi non poté che inclinare leggermente il capo, ridacchiando imbarazzata per l'essere stata definita una bambina. Per quanto potesse apparire piccola, e alle volte lievemente infantile, il suo corpo abbastanza sviluppato l'avrebbe tradita ad un'attenta analisi nonostante i vestiti per nulla attillati. Ella stessa aveva smesso di considerarsi una bambina già da un bel po', anche a causa dei suoi pesanti trascorsi. Se poi il kiriano intendeva qualcos'altro, la kunoichi non lo aveva compreso. La ragazzina si preparò comunque a mettere in pratica quanto il giovane le aveva illustrato, desiderosa di dimostrare il suo impegno. La kunoichi ritrasse il braccio destro, lasciando al contempo scorrere il chakra sulla superficie della pelle facendolo confluire sulle dita chiuse a pugno, pugno che scaricò con modesta forza contro il pezzo di legno. La scena che seguì, a posteriori, fu piuttosto divertente. All'apparenza l'attacco non aveva provocato nessun danno, e già quello doveva insospettire l'inesperto genin. Tuttavia, capì di aver completamente sbagliato approccio solo quando cercò di richiamare l'arto. Questo rimase dispettosamente aderente al bersaglio fino a quando Harumi non si rese conto di star ancora lasciando fluire la propria energia verso di esso. Per i dieci secondi successivi rimase immobile, nonostante l'effetto ventosa fosse terminato, sopraffatta dall'imbarazzo. Aveva decisamente preso troppo alla lettera le parole di Kitori: pensando che fosse simile al chakra adesivo, aveva finito per riprodurne l'effetto! Io...ecco...niente, ora ci riprovo... Riuscì a fatica a mormorare qualcosa e, se fosse stata un gatto, in quel momento avrebbe avuto probabilmente le orecchie abbassate. La giovane ispirò ed espirò profondamente un paio di volte prima di compiere un altro tentativo. A quel punto pensava di aver afferrato il concetto, ma metterlo in pratica era tutto un altro paio di maniche. Un altro pugno solcò l'aria, con un impercettibile accumulo di chakra sulla sua superficie. Nel momento dell'impatto le nocche batterono contro la superficie rigida, ma la kunoichi rilasciò l'energia convogliata nell'estremità in palese ritardo, disperdendone gli effetti. A conti fatti si era trattenuta sia per quantità che per tempistiche, ammaccando a malapena il tronchetto. Senza dire nulla si preparò nuovamente ad un altro tentativo, sicura di essere lì lì per ottenere i primi risultati. Contrariamente alle sue aspettative, però, il fallimento successivo fu se possibile ancora più ilare del primo. Eccedendo questa volta in entrambi i sensi, Harumi liberò troppo chakra prima che il colpo raggiungesse il bersaglio, subendo di fatto un contraccolpo che la fece cadere all'indietro, appoggiando pesantemente in modo per nulla femminile, ma comunque piuttosto divertente, il fondo schiena sull'erba. La ragazza si rialzò immediatamente, massaggiandosi il coccige, e tenendo gli occhi bassi per la vergogna. Diversamente da prima non aprì bocca, anzi serrò le sue labbra con cipiglio deciso, e ricominciò a provarci. Prese accuratamente la mira, cercando di bilanciare il chakra tra i due estremi appena testati. Questa volta l'attacco diede i suoi frutti, creando nel legno delle crepe decisamente superiori a quelle possibili con la sua semplice forza fisica attuale. Le aperture seguivano le venature della pianta e non erano gran cosa, ma quel successo parziale rincuorò la ragazza, che rilassò un poco i lineamenti del volto. Cambiando braccio sferrò un altro assalto, un montante simile a quello eseguito dal kiriano, alla parte bassa del tronchetto, quella ricoperta di corteccia. Questa esplose in numerosi frammenti, disperdendosi tutt'intorno, ma la struttura principale era ancora integra. Con il respiro appena accelerato per lo sforzo fisico, la kunoichi di Oto si asciugò un piccolo rivolo di sudore che le scendeva dalla guancia. Faceva decisamente più caldo in quel luogo rispetto al Villaggio, per lo meno con il sole alto in cielo. Abbastanza sicura di sé, decise di verificare un'idea che le era appena sorta. Alzando in alto la mano aperta, la calò con impeto contro la sommità piana del tronchetto. All'impatto quello si squarciò decisamente in due, sancendo la sua padronanza dell'abilità. La neo genin annuì tra sé e sé, muovendo appena la testa. Più piccola era la superficie di pelle coinvolta, maggiore era il controllo che poteva esercitare. Per essere certa di aver capito il trucco, non rimaneva ora che la prova del nove. Si spostò di pochi passi, raggiungendo il bersaglio successivo, poi sferrò un calcio obliquo dal basso verso l'alto, ricoprendo l'arto di chakra distruttivo. Il timing e l'esecuzione furono impeccabili, e pezzi di legno volarono all'intorno, con il povero tronchetto praticamente decapitato.

    Kenkichi-sens...pai, penso di avercela fatta. La ragazza non aveva il suo solito tono esultante, soprattutto considerando la brutte figure che aveva rimediato, ma era comunque soddisfatta. Contrasse un angolo della bocca in un sorrisetto sghembo all'occhiolino del maestro, ma non ci fece più di tanto caso. Nonostante certi suoi atteggiamenti lo shinobi sembrava una brava persona. Anche per quel motivo, rimase perplessa nel vedere il suo atteggiamento mutare quando una strana voce li raggiunse. Moko? Moko...moku...legno? Harumi rimase in guardia, scrutando i dintorni nella speranza di individuare l'origine della strana voce che sembrava aumentare di tono e volume, come se qualcuno, o qualcosa, si stesse avvicinando. Kenkichi-senpai?

     
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