Non chiamarmi maestroadd chakra distruttivo Harumi-Kitori

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  1. Historia
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    Post 3 ~ Coniglio

    La giovane kunoichi di Oto, sgranò gli occhi non appena il nuovo venuto fece la sua comparsa. Un... coniglio...? Ancora una volta, il mondo in cui era stata catapultata non si smentiva, riservandole l'ennesima sorpresa. La creatura, il cui nome era Mokona, ignorò bellamente lo shinobi, preferendo dedicare la sua massima attenzione alla ragazza, la quale, sentendosi leggermente a disagio, sorrise debolmente, finendo per rispondergli balbettando in preda all'imbarazzo. Eh..ehm...gr-grazie? Troppo sorpresa dall'espansività del bizzarro roditore da aggiungere altro, assistette allo scambio di battute successivo cercando di farsi piccola piccola. Con le guance arrossate per la profusione di complimenti, alzò le mani come per frapporsi tra i due, ma più la discussione si faceva accesa, più lei arretrava spaventata, rinunciando presto al suo buon proposito. Quando, senza preavviso, il Kenkichi estrasse un carota dalla tasca porta kunai, ed Harumi si domandò perché ne tenesse una lì, la bestiolina fu presa da un apparentemente ingiustificato panico, al punto da spiccare un balzo per cercare riparo tra il seno della fanciulla. La quale, per puro istinto, gettò un gridolino spaventato ed intercettò l'animale con una mano aperta in una sorta di ceffone che scagliò Mokona diversi metri più in là. Osservare la palla di pelo nero rotolare sull'erba, arrestarsi ed estrarre nuovamente le orecchie tornando alla sua forma fece in qualche modo tornare la tranquillità, e anche il coniglio si mostrò ammansito per merito dell'ortaggio, ascoltando finalmente le richieste del kiriano. Con un'inaspettata potenza, la creaturina fece emergere dal suolo tre robusti muri di roccia, per poi adagiarsi tranquillo e riprendere quello che, a detta del ninja della Nebbia, aveva fatto fino a poco prima, ossia bere. Ehm...ti ringrazio, ma non posso...non ho ancora l'età per bere! Dopo aver declinato nel modo più corte possibile, nella speranza di farsi perdonare la reazione sproporzionata avuta in precedenza, studiò con attenzione le movenze del sensei. In apparenza le sembrava che stesse manipolando il chakra in modo simile a quanto fatto in precedenza, tuttavia l'effetto sulla struttura era diverso, non ricordava un'esplosione quanto piuttosto un intervento chirurgico. O-ok! Ci provo subito, Kenkichi-senpai! Non appena lo shinobi si fece da parte, la ragazza si posizionò di fronte al secondo paramento, ispirò profondamente, poi rilasciò l'aria accumulata nei polmoni durante l'esecuzione di un diretto devastante. A contatto con la superficie rigida, infatti, Harumi espulse una gran quantità di energia, come aveva appena imparato a fare, creando nella struttura un profondo cratere. Tuttavia, il muro era ancora in piedi! ...come immaginavo. La voce, poco più di un sussurro tra sé e sé, scomparve in un refolo di vento che fece rabbrividire la giovane. Con cipiglio deciso l'otese fissò la lastra davanti a lei. Doveva concentrarsi maggiormente sul flusso di chakra per tentare di riprodurre l'attacco del Kenchiki. Provando con il collo del piede, sferrò un calcio all'ostacolo, diminuendo l'area di rilascio ed immaginando di affilarlo. Il risultato fu piuttosto deludente, e mancò poco che la kunoichi perdesse l'equilibrio. Si riprese fortunatamente in tempo, con un piccolo saltello sul posto. Indispettita, ma convinta di essere sulla strada giusta, divaricò un poco le gambe, flettendo appena le ginocchia, e sferrò prima un pugno con la destra, poi uno con la sinistra, e continuò così alternando mano per un poco. Stava facendo convogliare nelle estremità una quantità minimale di chakra, nel tentativo di trovare la quadratura del cerchio. Poco a poco il suo respiro si fece più affannoso, ed il collo le si imperlò di sudore, ma la ragazzina non desistette. I piccoli solchi provocati dal chakra compresso fino ad esplodere si fecero sempre più sottili, fino a trasformarsi in crepe lungo la superficie solida. All'ennesimo colpo, il paramento martoriato si frantumò. Harumi si fermò un momento, appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, ma si riscosse poco dopo. Non voleva fermarsi, non quando era così vicina dall'obiettivo! Con tutta la foga che aveva in corpo, si scagliò contro l'ultimo muro innalzato dal coniglio parlante, aprendovi al primo tentativo una lunga crepa trasversale. Ce l'aveva fatta, o quasi. Controllando ormai quasi del tutto quell'abilità, capì che era essenziale anche considerare contro cosa si stava combattendo. Alzò di nuovo il braccio ritraendo la spalla, ma non sferrò un attacco alla cieca come aveva fatto fino ad allora, bensì mirò ad una nervatura dal colore leggermente più chiaro, probabilmente un punto di saldatura tra due strati diversi. L'energia rilasciata puntuale infranse la coesione della struttura, che crollò come un castello di sabbia. Con il respiro affannato, Harumi alzò una mano tremolante verso il sensei, facendo il gesto della vittoria ed alzando un angolo della bocca in un affaticato sorriso.



     
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