Non chiamarmi maestroadd chakra distruttivo Harumi-Kitori

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  1. Historia
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    Post 6 ~ Latte

    Per fortuna, Harumi era concentrata su tutt'altro mentre il ragazzo dietro di lei sorrideva, in un modo più simile a quello di un maniaco che di un amico purtroppo, anche se le intenzioni erano, per una volta, le più nobili. Lottando al contempo contro la furia che tentava di possederla e contro un essere antropomorfo alto più di due metri, la giovane kunoichi dimostrò a se stessa e al senpai di possedere un notevole potenziale pronto a sbocciare, che attendeva solo l'arrivo di un maestro capace di valorizzarlo a dovere.

    Il golem non ebbe lunga vita, crollando a pezzi dopo due miseri colpi, polvere alla polvere. La ragazzina, con il fiatone, rimase ferma dove si trovava, socchiudendo appena gli occhi. Il kiriano l'avrebbe vista chiudere ed aprire i pugni un paio di volte, impegnata a ricacciare indietro il chakra demoniaco che la pervadeva simile ad una marea. Lentamente, il suo respiro si regolarizzò, e Harumi tornò a percepire il mondo intorno a sé. Il Kenkichi avrebbe scorto il suo flebile corpo tremolare mentre eseguiva un cortese inchino, nonostante la fanciulla facesse del suo meglio per nasconderlo. Sarebbe stato chiaro che non era abituata a gestire tutto quel potere, non ancora almeno. Il senpai l'accolse comunque con un sorriso, donandole un poco di fiducia e serenità, finendo perfino per scoppiare a ridere fragorosamente. Sulle prime, l'otese si finse imbronciata, gonfiando le guance in modo infantile, ma incredibilmente carino, per poi unirsi a sua volta al riso.Senpai...non è molto educato ridere di una innocente fanciulla! Già, in effetti ognuno era strano a modo suo. Questa era stata un'altra grande lezione che aveva potuto imparare solamente abbandonando i ristretti orizzonti dove era cresciuta, iniziando finalmente a conoscere il mondo. Ciò che lo rendeva un posto tanto interessante erano le persone che lo abitavano, così diverse tra di loro. Molte buone, alcune cattive, la maggior parte semplicemente desiderose di vivere una vita normale. E poi c'era lei...

    Gli occhi di Harumi si spalancarono non appena si soffermarono sulla spada che il ragazzo aveva estratto di fronte a lei, distraendola dai suoi pensieri. Il filo appariva incredibilmente affilato e la lama sembrava rifulgere di luce propria tanto era lucida. Allungando una mano verso il nero metallo, attratta inconsapevolmente dall'aura che la katana emanava, la kunoichi di Oto superò la sua timidezza, rivolgendosi al kiriano con deferenza. Manaita... Senpai... posso... toccarla? A quel punto sarebbe arrossita terribilmente, coprendosi il volto con entrambe le mani. La spada, intendevo la spada! Avrebbe voluto seppellirsi, ma ormai il danno era fatto. Evitò accuratamente di incrociare gli occhi con quelli del giovane, onde non leggervi alcun doppio senso non voluto. Se tuttavia avesse ricevuto il permesso, non si sarebbe indietro, arrivando perfino ad afferrare l'elsa della katana. E' pesante...e la lama è tiepida... Che fosse veramente così, oppure solo un'impressione della ragazza, il Kenkichi, se attento, avrebbe scorto il metallo fremere così impercettibilmente, che la kunoichi pur avendovi gli occhi posati sopra non se ne sarebbe resa conto. Speciale, dici? Sospirando piano, abbassò lo sguardo. Non c'è niente di bello nell'essere speciale. Detto ciò avrebbe restituito la spada al suo legittimo proprietario, con un sorriso appena accennato sul viso. Sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, nell'ascoltare la proposta del maestro gli angoli delle sue labbra si alzarono ancora una volta, manifestando la sua approvazione. Se non possiamo fare altrimenti... Avrebbe preso bonariamente in giro il ragazzo, con cui iniziava ad avere una certa confidenza. D'accordo! Allora prenderò... Un bicchiere del latte! Da un po' stranamente ho scoperto che mi piace il latte... Invisibile, come una macchia scura su sfondo nero, una coda avrebbe guizzato per un istante nell'ombra della fanciulla.


     
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