La Morte nell'AcquaCorso delle basi per Indra e Shun

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    Parlato-Pensato




    Sulle vibranti foreste delle terre neutrali, scrosciavano impetuose le gelide piogge portate dal vento del nord, una cascata blu cobalto che trafiggeva ululando la fitta coltre di nebbia nelle prime ore del mattino.
    Solo un animale od uno spettro sarebbero riusciti a non farsi inghiottire dalla foschia che fondeva terra e cielo in un informe massa grigia e bianca, gonfiata dal vento e trafitta da timidi raggi solari.
    Il lupo, immobile, stringeva gli occhi d'ambra, intento a scrutare il grigiore. Di tanto in tanto, se una goccia cadeva vicino alle pupille nere e contratte sulla sua anima di bestia o colpiva con maggior forza una parte sensibile del muso, sbatteva le palpebre.
    Sedeva impassibile nel fango del sentiero a pochi passi dalla pietra consumata di un piccolo tempio eretto in onore ad antichi dei senza piu' nome oramai.
    Aspettava, fissando uno spiraglio che solamente lui vedeva fra le cortine di pioggia, l'arrivo di qualcuno, di qualcosa, la probabile apparizione di un essere di carne e sangue o di ciò che soltanto i lupi sanno fiutare.
    La pelliccia folta, grigia sui fianchi, rossa e scura lungo la linea della spina dorsale, formava una cotta di scaglie spesse e lisce che, una volta passata la burrasca, avrebbero ripreso la forma dei muscoli irrigiditi.
    La criniera folta che gli pendeva dal garrese al petto come un collare di ciuffi filiformi rivelava, quando l'animale girava leggermente il collo verso sinistra, una staffilata scura che sembrava essere stata inferta da un artiglio oppure un kunai.
    Indagava le nebbie scalfite dall'acquazzone.
    Seduto, sull'orlo di una traccia da tempo senza odore, guardiano e sorvegliante attento di ombre nascoste, di cui il piccolo tempio di pietra corroso ed abbandonato, non sospettava neppure la possibile esistenza.
    Le zampe posteriori ben appiattite, seduto con la coda dritta e il posteriore sui rigagnoli d'acqua che solcavano il sentiero come se soltanto da quel punto e da nessun'altra potesse vedere quel che doveva vedere e aspettare.



    Intanto, non molto lontano...

    L'acqua della doccia lavava il suo corpo segnato dalle dure lezioni mattutine del docente di spada.
    Il vapore come un affezionata nebbia autunnale permeava la stanza.
    Si asciugo' distrattamente con un morbido asciugamano bianco, osservando la sua immagine riflessa allo specchio. Si trovo' alzato, con le spalle piu' larghe e con il volto che cominciava a prendere i tagli severi tipici dei membri del suo clan. Una versione piu' giovane del suo genitore e dei suoi zii.
    La sua stanza era ampia e spaziosa, un soffitto alto e grandi vetrate che si affacciavano su un complesso di case destinate agli studenti dell'accademia ninja. Una vasta libreria ospitava tomi e rotoli in quantità, molti dei quali non aveva ancora letto. Il futon era perfettamente rifatto e attraente, ma la sua giornata era appena iniziata.
    Scivolo' silenzioso come un gatto giu' per le scale, vestito con pantaloni scuri, una maglia bianca a maniche lunghe di un raro cotone pregiato ed un’ampia veste grigia per proteggersi dal freddo.
    Uscii dalla casa calpestando l'erba umida del giardino, dirigendosi verso il luogo d'incontro per quella che si sarebbe rivelata un vera sorpresa.


    Una volta vinte le tenebre, la luce implacabile aveva conquistato il suo posto a piccoli passi, scivolando mollemente verso il suo pieno fulgore. E il lupo, simile a un cane che cerca un luogo circolare dove dormire, non smetteva di girarsi e rigirasarsi su se stesso tra folate di bruma e raffiche di pioggia. In nessun luogo ed ovunque, un sole incerto si apprestava a raggiungere l'apice della sua quotidiana ascensione.
    Qualcosa si mosse in fondo al tempo annegato, nel lamento oppresso del vento. Ancor prima che il fremito di un movimento percettibile segnasse la fronte corrugata della tempesta, il lupo drizzo' le orecchie appiattite, alzo' la testa e tese il muso, annusando l'aria.
    Nella radura, un ordinata macchia di terreno circondata da alberi eretti come mute sentinelle, comparve un giovane umano.

    Indra era arrivato per primo, ed aveva atteso come uno scalpo sospeso sulla sua stessa presenza pietrificata, sotto i colpi obliqui di una pioggerella leggera, che sarebbe del tutto scomparsa all'arrivo del suo compagno di corso. Lo avrebbe salutato in modo cordiale, con un formale gesto del capo. Lo aveva visto altre volte, a Konoha ed a lezione, ma non si erano mai parlati. Ad essere sinceri Indra, parlava poco con chiunque non fosse del Clan. Non si trattava di disprezzo o senso di superiorita', almeno non ancora, anche se gia' considerava gli Uchiha shinobi di maggior levatura. Era semplicemente perche' l'educazione interna al clan, spingeva i suoi membri a socializzare fra loro, sostenersi e sviluppare quel senso di appartenenza forte e radicato che gli aveva fatti sopravvivere attraverso i secoli e le guerre.
    Indra era prima di tutto un Uchiha, e poi uno shinobi della Alleanza.

    Il loro istruttore gli aveva doppiamente sorpresi con l'invito ad accompagnarlo in missione e mostrando quel justu.
    Un abisso gli separava benche' gli anni di differenza non dovessero essere poi molti. Si ritrovo' quindi a chiedersi come fosse possibile, dove stesse sbagliando e quanto piu' duramente avrebbe dovuto lavorare per recuperare, mentre saltava a sua volta sull'aquila, cercando di mantenere l'equilibrio per non cadere e quella prendeva il volo portandoli velocemente sempre piu' in alto. Uno spettacolo meraviglioso che si paleso' con un inaspettato sorriso a mezza bocca sul volto solitamente fin troppo serio dello studente.
    Hohenheim dipinse lo scenario del continente con un analisi coscienziosa, che non gli era del tutto estranea, in fondo erano aspiranti genin, li volevano preparati non illusi.
    Il mio nome e' Indra Uchiha. Desidero onorare il clan, servire la Foglia ed essere degno del mio retaggio.
    Occhi come pietre liquide, vibranti sotto la pallida linea delle sopracciglia, contrastavano quelle parole fredde, frutto di un'indottrinamento inconsapevole o forse una facile risposta ad una domanda che di facile non aveva nulla. Ambizione, orgoglio, senso di appartenenza ad un clan che di mestiere faceva la guerra. Il desiderio di non sentirsi impotenti difronte ai pericoli del mondo, un mondo di shinobi e sangue. Tutte risposte vere e tutte incomplete.
    Se posso chiedere, Hohenheim-sama che tipo di justu avete usato per evocare l'aquila?
    "Evocare" forse non sarebbe stato il termine piu' adatto, ma Indra di certo non poteva saperlo.


    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
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    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
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    3: ///
    Slot Tecnica
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    Note
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    Edited by Crees - 3/11/2017, 20:30
     
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18 replies since 2/11/2017, 22:44   407 views
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