VII

Il suo corpo galleggiava in un fiume freddo, i suoi sensi ovattati dall'acqua e da una nebbia che non poteva essere trapassata da sguardo alcuno. Non riusciva a muoversi ne a parlare, solamente a rimanere inerme in balia della corrente che lo stava portando lentamente da qualche parte. Passo' in questo stato interminabili minuti, fino a quando, un cambio di fondale forse, oppure l'immissione di un altra forza d'acqua lo trascino' sul fondo ottenebrando ogni cosa.

Indra aprii gli occhi nel buio della caverna, risvegliandosi dal sogno inquietante, ma rimanendone condizionato in quel primo momento di confusione, senza riuscire a muoversi. E sarebbe stato forse meglio cosi'. Quando sentii la sua energia vitale fluire fra le fibre e cerco' istintivamente di ribellarsi a quello stato di inerzia, ogni centimentro del suo corpo grido' il suo sbaglio. Era come se fosse stato schiacciato da un masso. Solamente la voce del suo compagno e salvatore lo distrasse dal dolore, il dolore di essere stato avventato. Benche' fosse rasserenato dal fatto che la missione fosse andata a buon fine, non poteva non provare un alieno senso di inadeguatezza e senso d'impotenza. Davvero non si era risparmiato eppure era stato comunque sconfitto.
<< L'altro studente che fine ha fatto?>> chiese distrattamente per poi rispondere alle domande del giovane manipolatore d'argilla. << Cercherei di gestire meglio le energie, anche se non saprei come e sicuramente mi porterei dietro un equipaggiamento diverso, qualche tonico magari. Ma ad essere onesti, credo sia una questione di abilita'. Il mio avversario era superiore a me. >> non provo' neanche a nascondere quanto la cosa lo preoccupasse. Erano ninja, il loro mestiere la guerra, non essere all'altezza spesso significa essere morti. << Tu hai avuto difficolta'? >> Le sue vesti erano lacere e consunte, sembrava che almeno avesse dovuto impegnarsi.