Il Nettare dell'Orchidea

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    Il Nettare dell'Orchidea
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    Una convocazione, una missiva direttamente rivolta a me rivoluzionò la mia giornata. Era da un pezzo che non ricevevo comunicazioni da Oto, direttamente dall’amministrazione. Si trattava di un ordine perentorio, una sorta di caloroso invito a presentarsi in un posto decisamente molto distante rispetto al Paese delle Risaie: Suna. Esattamente il Villaggio della Sabbia.




    Mandai giù a fatica la saliva. Era stato il Jonin Shinken stesso a richiederlo, lo riconobbi inequivocabilmente dall'unica sigla che firmava quella missiva: il simbolo di Oto! Mi resi subito conto di quanto poteva essere seria la situazione. Dopo l’incontro con il Mikawa alla Villa sapevo che le cose da quel momento in poi sarebbero cambiate in maniera radicale. Abbassai la testa verso quel pezzo di carta, sospirando nel contempo… forse si trattava del primo passo verso la rivoluzione?




    Suna, a qualche chilometro dal Villaggio...

    Il deserto era terribile, e quello lo avevo già provato. Era già stato in quelle terre desolate e per poco non avevo perso la vita in mezzo alle dune. Odiavo quel panorama, quella distesa infinita di sabbia. Odiavo quell’ambiente e soprattutto il caldo. Eppure mi trovavo a Suna, o meglio a poca distanza dalle sue porte di ingresso. Già, perché quello era il punto di incontro con il Jonin. Da parte mia sapevo che il Villaggio della Sabbia era già stato informato del nostro arrivo, o meglio del mio arrivo. Il Jonin infatti aveva mandato alcuni corvi per inoltrare una richiesta d’ingresso, relativa alla mia presenza. L’idea infatti era semplice: non si poteva entrare facilmente in un villaggio accademico e dalla mia esperienza difficilmente sarei entrato oltretutto armato e al completo del mio equipaggiamento. Quindi l’incontro con il mio superiore prima dell’ingresso era funzionale a mettere in atto il piano per introdurci a Suna. Avrei consegnato buona parte del mio equipaggiamento al Ninja di Oto, che a differenza mia, si sarebbe infiltrato nel Villaggio. Solo in seguito mi sarei riunito, una volta all'interno. Un'idea semplice ma efficace.




    Il Jonin scelse un luogo isolato e lontano dal marasma di persone, mercanti, stranieri che circolava lungo la strada principale. Una sorta di viuzza persa nelle piccole baracche. Non ci fu bisogno di scambiarsi molte parole, sapevamo quello che dovevamo fare. Con un cenno della testa salutai l’arrivo del Jonin e senza scambiare parole consegnai le mie armi e i miei oggetti al superiore [Nota]Consegno tutto il mio equipaggiamento,
    compreso di armi oggetti e protezioni a Shinken ad eccezione di tre Kunai che tengo per me.
    lasciandomi solo una piccola parte giusto per mantenere la recita. Il punto di incontro sarebbe stato una bettola vicino al Mercato.



    A quel punto ci dividemmo. Dopo qualche tempo sarei così giunto alle porte di Suna e mi sarei presentato con la mia reale identità: - Genin Kato Yotsuki, di Oto. Sono in visita libera qui al Villaggio della Sabbia. Il motivo della visita è per incontrare nuovamente un mio vecchio sensei chunin, Shinichi Kurogane [Nota]Ex pg di Shu, On-GdR sensei di Kato nell'addestramento per la sua TS. Forse suo unico conoscente e amico di Suna e fargli una sorpresa. E' molto tempo che non ho più sue notizie e vorrei sentire di persona come sta o dove è finito. Immagino... che sia necessario depositare le armi e l'equipaggiamento, giusto? -



    Se non fossero sorte ulteriori complicazioni al Gate...

    Ero a Suna, e il passaggio successivo sarebbe stato naturale. Ritrovarmi al punto di incontro con Shinken-sama. Come avevamo pianificato precedentemente non potevamo escludere a priori che non sarei stato seguito da qualcuno di Suna o addirittura da terzi, non meglio specificati. Per quel motivo avevamo scelto la bettola come luogo di ritrovo, passando prima per il mercato centrale e facendomi così individuare da Shinken. Il posto scelto sarebbe stato perfetto per il Ninja Ombra di Oto per nascondersi e dargli così la possibilità di individuare eventuali inseguitori alle mie calcagna. Infatti il piano questa volta era un pò più complicato: avremmo portato aventi un doppio inseguimento. L'idea era lineare, io consideravo l'idea di essere seguito tuttavia non avendo le capacità di individuare gli inseguitori avrei lasciato il lavoro a Shinken, nascosto a sua volta. In questo modo eventuali inseguitori si sarebbero ritrovati in una doppia morsa, ignari di essere a loro volta seguiti. Da parte mia una volta raggiunto il postribolo mi sarei avvicinato al bancone e avrei ordinato qualche brodaglia alcolica, in attesa del Jonin e di ulteriori evoluzioni. Non avevo bisogno di far segnali o di indicazioni. Chiunque del resto mi avrebbe riconosciuto dal mio coprifronte. Un Ninja di Oto... in un bordello di Suna.



    In caso contrario se Shinken non avrebbe individuato nessuno in particolare e avrebbe confermato la relativa sicurezza della nostra infiltrazione una volta che si sarebbe presentato di fronte a me, nel postribolo, l'avrei seguito verso la nostra vera destinazione. Una sorta di bettola mal ridotta nei pressi del mercato.

     
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