Il Nettare dell'Orchidea

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    Ad un passo dall'uccidere.


    Chapter III - Villaggio di Amegakure




    Tutto filò liscio.
    Con la lama del kunai a pochi millimetri dalla sua gola, il ragazzo si ritrovò in trappola.
    Il mio ordine giunse forte sul suo orecchio destro, coperto dalla folta chioma di capelli che arrivava fino alle spalle.
    Con un coltello al collo, il suo atteggiamento svogliato e distaccato non era mutato.
    Se dinanzi alla mia maestosa figura la maggior parte dei ragazzini che si pavoneggiavano a boss nel Primo Livello si scioglievano come ghiaccio al sole, quel ragazzetto ebbe il coraggio di punzecchiarmi.

    CITAZIONE

    " Un po più a destra per piacere, mi prude..."


    Ridacchiai, come ero solito fare quando qualcuno riusciva a sorprendermi.
    Senza ricorrere alla forza bruta o dover scendere a patti con l'uomo, egli fornì numerose informazioni sul Kansoshita che stavo cercando.

    CITAZIONE

    " Kansoshita...mmm...Kansoshita...ho sentito questo nome, se non erro è il malavitoso da cui compro la droga per il mio locale. Chiaramente non da lui personalmente, facciamo tutti tramite ragazzini corrieri; il barista sinceramente ne sa più di me, sembra che quella roba vada a ruba. Posso tornare adesso al mio posto? Se vuoi posso darti un paio di consumazioni..."


    Senza scomporsi, infilò un ticket nella tasca destra del mio abito.
    Il kunai scivolò all'interno della manica.
    Puoi andare. Il ragazzo era libero di poter ritornare a scrutare la folla dietro le spalle dei suoi bodyguard.
    Tic Toc Tic Toc Trovalo! La mia coscienza oscura sapeva come mettermi pressione. Quei Tic Toc canticchiati con voce maligna furono come frustate sulla mia schiena.

    Mi diressi in direzione del bar.
    Con alcune sonore spallate, conquistai un po' di spazio sul lato destro del bancone, di fronte alla donna che doveva essere il boss dei cinque barman intenti a servire senza sosta cocktail e droga. Si destreggiava in giochi di prestigio con bottiglie e bicchieri, per nulla infastidita dai fasci di luce in movimento.
    Il suo fisico femminile, slanciato e sensuale veniva tradito dai suoi lineamenti facciali piuttosto marcati.
    Non era una vera donna.
    Con mille voci addosso, la musica martellante e le grida della folla, catturai l'attenzione del trans solo allungando verso di lei il ticket avuto dal ragazzo.

    CITAZIONE
    " OOOh che bel visino! Con questi non compri cocktail bell'imbusto ma informazioni; hai due domande...falle bene! Altrimenti potrei rimanerci male! Ovviamente se non so risponderti bruci la tua possibilità anche se difficilmente ai miei splendidi occhi sfugge qualcosa!"

    Quel ragazzo mi aveva aiutato più di quanto pensassi.
    Se tutti avevano contatti con l'organizzazione di Kansoshita per mezzo di ragazzini, chiedere una descrizione fisica o la posizione del suo covo era una brutta idea. Dovevo trovare uno dei suoi corrieri
    Sai dove posso trovare uno dei corrieri di Kansoshita? Domandai, freddo e serio.
    Almeno un bambino doveva essere lì, forse insieme a Kansoshita. Di spazio non ne mancava, l'edificio era gigantesco e sicuramente nascondeva stanze segrete al suo interno.
    Oltre ai suoi corrieri, chi altro può farmi avvicinare a lui?E il ticket era stato utilizzato.
    Se ad entrambe le domande non avessi avuto risposta, non avrei mollato un solo centimetro.
    Il ticket mi ha permesso di avere la tua attenzione gratis. Cosa desideri in cambio di informazioni più succose?

    Indipendentemente dalle risposte della barista alle mie domande, i miei occhi scorsero una figura femminile seduta da sola su uno sgabello a pochi metri dal sottoscritto.
    Aveva dei lunghi capelli ondulati e due occhi bellissimi.
    Sorseggiava un drink color rosso sangue, con qualcosa di solido galleggiante all'interno del bicchiere.
    Quella donna catturò la mia attenzione con la stessa efficacia con cui un potente magnete attira a sé della polvere di ferro.
    Sentii dentro di me il bisogno irrefrenabile di alzarmi, abbandonare tutto e trascorrere del tempo con lei, ma al tempo stesso, farlo di fronte a tutta quella gente mi imbarazzava da morire.
    Stai provando...vergogna? Ma chi sei diventato? Percepii il suo disprezzo nei miei confronti. Mi morsi la lingua.
    Dovevo concentrarmi sulla missione ma avevo solo un pensiero in testa: sapere chi fosse.
    Non... Qualcuno o qualcosa mi aveva incollato al bancone, di fronte a quel trans che forse non si era resa conto di nulla.
    Sei sotto un genjutsu stupido!!! Udii il mio vecchio me urlare come un forsennato, più e più volte, invitandomi ad utilizzare il Rilascio o a spaccarmi uno o due bicchieri in faccia, il numero necessario per aprimi il viso in due e uscire dalla trappola mortale.

    Purtroppo per lui, la mia attenzione era tutta focalizzata sul ciccione che si era avvicinato a lei. Appena vidi l'uomo sfiorarle con le labbra l'orecchio destro, parlarle, prenderla per mano e condurla con sé dietro un grosso telo nero, la mia mente venne offuscata da una profonda tristezza.
    Spostai lo sguardo verso il trans, con un espressione da cane bastonato. Ero intenzionato a scolarmi tutti i suoi alcolici.
    Provai a ritornare alla missione, ma la mia mente era stata contaminata dal fisico e dalle forme di quella donna.
    Davanti ai miei occhi ritornò come una vecchia amica un'ossessione ormai superata: i ricordi della donna di Amegakure, di cui non avevo avuto modo di osservarle il volto, che mi aveva salvato da morte certa.
    Forse è lei...
    Per mesi, ogni volta che incrociavo lo sguardo di una signora avevo quel pensiero.
    All'idea che quel ciccione si stesse scopando colei che mi aveva amato e donato il volto nuovo, la profonda tristezza si trasformò in una rabbia viscerale.
    Mi alzai di scatto, capovolgendo lo sgabello su cui mi ero seduto al momento delle domande.
    Avevo gli occhi iniettati di sangue.
    Lo avrei ucciso rapidamente, con il favore delle tenebre, così da non mandare all'aria la missione dei Fiori.

    Guarda gli altri uominiii! Sono nella tua stessa condizione! Liberati dal genjutsu!

    Riuscii con difficoltà a compiere qualche passo in direzione della tenda prima di essere anticipato da un altro uomo. Lo vidi piombare all'interno del privè come una scheggia impazzita. Sulla mano destra aveva una bottiglia spaccata.
    Sebbene intuii che la persona oggetto della furia omicida era il ciccione, l'urlo della donna mi gelò il sangue, liberandomi dal peso che aveva gravato sul mio corpo per almeno un minuto.
    Mi ritrovai come un babbeo a pochi passi dal bancone. Avevo seriamente rischiato di mandare all'aria la missione.
    Tirai un sospiro di sollievo.
    La prossima volta ascoltami. Annuii, come se la mia coscienza fosse stata in grado di vedermi.

    L'intervento del DJ permise alla festa di continuare, ma nel luogo del misfatto si generò un intenso flusso di curiosi e buttafuori.
    Intenzionato a non farmi sfuggire la donna, mi allontanai immediatamente dal bancone, alla ricerca di una posizione abbastanza vicina alla tenda e con un angolazione tale da avere una visuale degli interni, macchiati dal sangue dei due uomini.

    jpg
    Se avrei notato la kunoichi allontanarsi, l'avrei seguita cercando di non farmi scoprire.

    Salvo grossi aiuti da parte della barista, avrei potuto chiederle dell'uomo che stavo cercando.

    Forse era lei...Kansoshita!




     
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