Gli Uchiha ritrovatiKairi e Shin

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    Gli Uchiha ritrovati


    Post II ~ A caccia di fantasmi

    Un leggero ticchettio di nocche contro vetro distrasse il ragazzo dalla pagina che stava svogliatamente leggendo sdraiato sul letto. Alzandosi circospetto, gli bastò dare un'occhiata alla sagoma oltre al tendaggio leggero per rilassarsi. A piedi scalzi raggiunse la finestra, aprendo con attenzione le imposte. Potevi anche entrare dalla porta, la mia famiglia non rientrerà a Konoha ancora per un po'. L'Uchiha, che nel frattempo era entrata senza aspettare il suo permesso, gli porse un rotolo, che il giovane si affrettò ad esaminare. Ed io che speravo che fossi qui perché ti mancavo...a proposito, sai che per me questa è una pagina bianca, vero? Probabilmente sovrappensiero, la kunoichi aveva scordato che le scritture del clan erano accessibili, per motivi di sicurezza, solo a chi possedesse lo sharingan, almeno in teoria. Di cosa si tratta, comunque? Sedendosi di fianco alla sua ospite sul bordo del letto, lasciò che l'ormai qualcosa di più che amica gli spiegasse la situazione, prima di annuire brevemente un paio di volte. Ma figurati se ti lascio andare da sola! Il Kinryu si accorse subito che la sua esclamazione poteva essere fraintesa dall'orgogliosa, nonché facilmente irritabile, ragazza, perciò si affrettò a correggere il tiro agitato. No, cioè, ovviamente potresti benissimo occupartene senza di me... non è che sia preoccupato per te o qualcosa di simile...Insomma, volevo semplicemente dire che se ci tieni ti accompagno volentieri, ecco! Preso dal panico aveva sproloquiato come non gli capitava da un tempo, e si lasciò cadere all'indietro sul materasso, rinunciando ad argomentare oltre. Per me va bene, anche se temo sia una pista fredda. Da qualche parte dobbiamo pur iniziare però, no?
    Poco a sud di Konoha sorgeva il grosso centro commerciale di Otafuku, ma i due ninja della Foglia evitarono di passare per l'affollata cittadina, preferendo aggirarla per raggiungere direttamente la grande via meridionale, sulla quale transitava il grosso del traffico proveniente dal Paese dei Fiumi e ancora oltre dal Paese del Vento. La strada maestra si suddivideva, o per converso raccoglieva, un'infinità di rivoli man mano che si srotolava nell'apparentemente sconfinata foresta che ricopriva il Paese del Fuoco. E proprio su una di quelle biforcazioni, seguendo un report ormai datato, si erano inoltrati. Le foglie tinte dei colori dell'autunno volteggiavano piano staccandosi dai rami, finendo per ricongiungersi con le loro compagne che le avevano precedute. Alzando gli occhi da una carta dettagliata dell'area, Shin mormorò poco convinto alla volta della compagna. Poco più avanti dovrebbe esserci una stazione di posta, con un punto di ristoro per i viaggiatori...Se è successo qualcosa di strano da queste parti potrebbero saperne qualcosa. La loro sembrava la classica ricerca di un ago in un pagliaio, spersi com'erano in mezzo ai boschi sulle tracce di un fantasma. Un refolo di vento fece ondeggiare le fronde intorno a loro, ed un frullio di ali si levò dalla macchia. Proseguendo, avrebbero avvistato prima una spirale di fumo che si alzava placida verso l'alto, e poco dopo la struttura che stavano cercando. Fuori da quello che sembrava un ricovero per animali una coppia di buoi da tiro, poco distanti da un carro carico di casse a cui erano probabilmente destinati ad essere aggiogati, brucavano in tranquillità da una mangiatoia. Legato ad una modesta staccionata invece si trovava un cavallo baio, dalla bardatura piuttosto elaborata. L'interno del locale, dal quale si accedeva da un'unica porta posta direttamente lungo la strada, era piuttosto affollato considerando la zona periferica. Al bancone un uomo anonimo, con un accenno di calvizie ed un grembiule logoro, ma pulito, stava spillando quella che sembrava birra da una botte. Una ragazza dalla carnagione caffellatte, più alta della media, ma dai tratti ancora immaturi, correva per la sala con un piatto per mano, diretta verso la tavolata più lunga. Questa era occupata da diversi soldati, almeno cinque o sei, le cui lunghe lance erano appoggiate alla parete, più un insieme eterogeneo di servitori, un paio di cortigiani e di fianco a loro quello che doveva essere un piccolo signore locale. Dalla parte opposta del locale, intenti a urlare al locandiere di sbrigarsi con quei boccali, quattro uomini nerboruti, affiancati da asce, parlavano a voce alta rivolgendo affermazioni più o meno cortesi verso la nobiltà. Da ultimo, una coppia formata da un uomo avanti con l'età ed un bambino sui dieci anni se ne stavano in disparte, sbocconcellando del pane in silenzio. L'anziano ogni tanto gettava un'occhiata cauta intorno a sé, preoccupandosi evidentemente per l'assembramento presente. Il Kinryu, dopo aver aperto la porta, avrebbe fatto qualche passo in avanti, lasciando poi che fosse l'Uchiha a prendere l'iniziativa.

     
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