Gli Uchiha ritrovatiKairi e Shin

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    Gli Uchiha ritrovati


    Post VI ~ Appostamento

    Il giovane guardò attento la ragazza di fianco a lui, sollevato di vederla finalmente di buon umore dopo quelli che erano stati giorni piuttosto difficili per entrambi, anche se in modi diversi. Forse per questo motivo lui stesso si lasciò un poco andare, diminuendo a poco a poco la distanza che ancora li separava. Eh, il teatro kabuki? Certo che sei proprio vecchia dentro te! Ahah! In realtà Shin non aveva nulla contro l'arte tradizionale, anzi, ma non aveva perso l'occasione più unica che rara per prendere in giro la compagna, sperando che si unisse alla sua risata. Rimase però sorpreso che la sua precedente battuta avesse invece colto nel segno. Davvero ti piacciono gli horror? Non l'avrei mai detto! Peccato, non potrò giocarmi la carta "consola la ragazza spaventata" al cinema! Era di certo la prima volta che Kairi poteva vedere il Kinryu così propenso agli scherzi, anzi in generale, ripensandoci, il ragazzo non aveva mai avuto modo fino ad allora di aprirsi fino a quel punto con qualcuno. Forse quello che iniziava ad emergere era una parte del suo vero carattere, inespresso per il suo passato solitario. Restava da scoprire se ciò che stava scoprendo sarebbe piaciuto o meno all'Uchiha. Mmm...vediamo...Sicuramente gli storici, anche se preferisco i romanzi ai film...i film d'azione li guardo, ma mi sembra di avere già una vita abbastanza avventurosa per il resto...forse le commedie? Qualcosa di leggero che mi aiuti a staccare la testa... Si portò la mano dietro il capo, scompigliandosi i capelli, quasi a scusarsi dei suoi pessimi gusti, almeno dal punto di vista dell'altra fogliosa, mentre cercava un modo per rimediare. Ma se sono con te mi va bene tutto! Anche un horror! Prometto che non urlerò spaventato in sala!
    Il paesino, termine generoso per quello che non era altro che un ammasso di case fatiscenti, li accolse silenziosi, all'apparenza deserto, ma in realtà popolato da occhi che li scrutavano da ogni parte. All'affermazione perplessa della compagna, il Kinryu ponderò per alcuni secondi cosa rispondere. Mmm... Dalle informazioni che ho trovato, dovrebbe trattarsi di una comunità emigrata qui dal Paese dei Fiumi diverso tempo fa, prima dell'ultima guerra. La loro è una società chiusa, che vive per lo più in isolamento, grazie anche all'ambiente inospitale, e non mi sorprende che sia sospettosi verso gli estranei. Ma non pensavo fino a questo punto. Con un sorriso teso, Shin annuì alla proposta dell'Uchiha, ma si affrettò a correggerla. Come ti dicevo, non hanno quasi scambi con l'esterno. Dubito che abbiano mai fatto affari con noi... Ma farò del mio meglio, in fin dei conti i mercanti hanno un modo di ragionare simile ovunque si vada. Il giovane cercò di terminare con una nota positiva, anche per non far preoccupare ulteriormente la kunoichi, che nel frattempo stava aprendo la porta del negozio.

    L'interno dell'emporio era immerso nella penombra, rischiarata dai sottili fasci di luce che filtravano dagli infissi sconnessi delle persiane e dall'anta alle spalle dei due shinobi, che si erano introdotti al suo interno. Ad una veloce occhiata si sarebbero accorti come su molti ripiani fosse posato uno strato non indifferente di polvere, così come lo stesso pavimento, su cui però si stagliavano tracce di trascinamento, forse dei sacchi a giudicare dalla forma. La loro attenzione sarebbe comunque stata subito calamitata dall'esercente, che li squadrava torvo da oltre un pesante bancone, che aveva visto tempi migliori. La schiena dell'uomo era ricurva, difficile dire se la deformazione fosse congenita o causata dai disagi di una vita pesante. L'età stessa del negoziante era indefinibile. Le lunghe sopracciglia bianche e la pelle raggrinzita del viso facevano suggerivano fosse piuttosto avanzata, ma gli occhi si muovevano vispi e lucidi entro le orbite, una delle quali appariva più ampia dell'altra, a causa della malformazione delle ossa circostanti. E non era quella l'unica imperfezione riscontrabile in lui. Nell'alzarsi per affrontare quelli che sarebbero dovuti essere suoi ospiti, l'uomo si appoggio al piano ligneo con le mani nodose, una delle quali contava sei dita. Dopo la presentazione della fogliosa, per un lungo minuto i tre rimasero in silenzio. Infine, il commerciante si schiarì la gola catarrosa con un suono raccapricciante. Non mi piacciono gli stranieri, a maggior ragione se sono ficcanaso. Dopo quella secca affermazione, i presenti rimasero a fissarsi muti per un paio di secondi, prima che lo scorbutico popolano si decidesse a riaprir bocca. Non so cosa sia un uchiwa, non conosco nessuno del genere e neanche mi interessa. Se non volete comprare niente, potete anche andarvene. Aveva parlato lentamente, con un'intonazione particolare, quasi quella non fosse la sua prima lingua, ed ora stava tirando su rumorosamente con il naso, evidentemente ostruito da secoli. Vedendo come proseguiva la conversazione, cioè male, il genin che fino a quel momento era rimasto in disparte fece un passo in avanti, osservando più da vicino delle palline bianche dall'aspetto gommoso contenute in un vaso reso opaco dal tempo. In effetti, ci eravamo fermati qui anche perché ci servivano rifornimenti. Potrebbe darmi un sacchetto di questi...ehm... Marsh'llw, o spugne di palude. Ricetta segreta. Vanno abbrustoliti sul fuoco prima di mangiarli, giovanotto. Il negoziante, di fronte al possibile cliente, si era improvvisamente rivitalizzato, iniziando a incartare lo strano cibo senza neppure aspettare una conferma. Il Kinryu, i cui genitori gestivano un emporio, sapeva perfettamente cosa stava passando per la testa dell'uomo in quel momento: finalmente dei polli da spennare. Per dargli corda, indicò un altro paio di prodotti, come una fune, alcune candele di sego e così via, fino a quando non percepì un lampo di soddisfazione negli occhi del commerciante. A quel punto, per dargli il colpo di grazia, allungò sul bancone una banconota che, secondo i suoi rapidi calcoli, copriva almeno due volte e mezzo il valore della merce. Dal sorrisetto sghembo del suo interlocutore, intuì che i ryo dovevano essere piuttosto rari in quell'angolo remoto di mondo. Mancherebbe ancora qualcosina, ma oggi mi sento in buona, quindi vi faccio un po' di sconto. Prima ancora che finisse di parlare, i soldi erano spariti dal tavolo. La ringrazio, è stato molto generoso. Immagino che siano in pochi a pagare in contanti qui in zona... Il negoziante, che tutto era fuorché stupido, intuì subito dove il ragazzo voleva arrivare, perciò si prese alcuni secondi prima di replicare, e quando si decise a farlo parlò a bassa voce, quasi con timore che i muri potessero udirlo. Di solito è il capovillaggio che gestisce gli scambi con l'esterno tramite la vostra cartamoneta, gli altri si guardano bene da uscire dalle paludi per vendere i loro prodotti. Però, in effetti, c'è un altro cliente che la usa. Viene qua di rado, circa una volta al mese, non parla mai con nessuno e ha sempre un'espressione torva... L'uomo evidentemente non si rendeva conto che lui stesso aveva uno sguardo piuttosto truce mentre parlava. La sua espressione si fece ancora più contrita da lì a poco, come se stesse ponderando diverse opportunità. Squadrò a lungo senza il minimo rispetto entrambi i suoi astanti, giungendo alla conclusione che avrebbe fatto meglio a collaborare, almeno un altro poco....siete fortunati, dovrebbe passare domani o dopodomani se è puntuale. Sarebbe meglio che ci parlaste dopo che è passato, ovviamente. E io non vi ho detto niente, ovviamente. Ovviamente. Shin sorrise, finalmente avevano una pista.
    Avevano tolto rapidamente il disturbo dall'emporio, giusto il tempo che Kairi comprasse qualcosa o ponesse qualche altra domanda. Mentre sostavano nello spiazzo sterrato, la piazza di quella sorta di borgo, si resero conto dalla luce declinante che ormai il giorno stava giungendo al termine. Dovremmo cercare un posto dove passare la notte. Ci accampiamo all'aperto o proviamo a chiedere ospitalità? Dal tono di voce si sarebbe intuito come il Kinryu dubitava che qualcuno avrebbe aperto loro la porta, ma lasciava la scelta alla compagna, pronto ad essere smentito. Il giovane avrebbe comunque annuito, accettando di buon grado ogni proposta della donna. Come intendi procedere riguardo al sospettato? Non sappiamo ancora se è effettivamente l'uomo che stiamo cercando. Avrebbero potuto organizzare un appostamento, sfruttando l'ambiente, ma dovevano anche decidere quando intervenire in caso, se lì nel villaggio o piuttosto pedinarlo fino alla sua dimora, sperando che non li notasse. E ancora, avrebbe invitato l'Uchiha ad esporre il suo piano, chiedendole numi sull'approccio. Amichevole, o volto a neutralizzarlo senza correre rischi? Tante responsabilità pendevano sulla testa della kunoichi, ma prima avrebbe dovuto prepararsi per la notte.


     
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