Il Vento e la Roccia[Fujiko e Masa]

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  1. eldingar
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    Need Healing!


    Post VI

    Fujiko riuscì a colpire il vecchietto in pieno viso e, precisamente come prima, era contenta per il fatto di essere riuscita a mettere in atto con successo una tecnica in una situazione reale, anche se comunque in quel momento non si sentiva di dover dimostrare alcun segno di euforia, anzi, era piuttosto preoccupata per le sue ferite e per la situazione pericolosa in cui si era cacciata.
    L'anziano venne scaraventano via e crollò addosso alcuni uomini alle sue spalle, che non avevano fatto caso a lui prima. Ma la sua bocca piena di sangue attirò l'attenzione della folla e questa, senza essere a conoscenza degli avvenimenti accaduti prima di quel gesto, credette che Fujiko avesse colpito quell'uomo senza alcun motivo, infatti alcuni iniziarono a prendersela con lei. Questo, almeno, fino a quando la folla notò il sangue che scorreva sul fianco e sulla coscia della ragazzina. L'uomo, dal nome Reihai, si alzò in piedi sorreggendo il peso del suo corpo su un bastone.
    La Murakami, soffocata da tutta quella folla, dalle persone che facevano domande e dal senso di sperdimento che le era emerso, non riusciva ad orientarsi e tantomeno era in grado di scorgere la figura di Masayoshi. Si sentiva in trappola.
    Reihai rispondeva alle domande curiose della gente e, mentendo riguardo ciò che era realmente successo, diede l'intera colpa a Fujiko, facendola passare come una pazza isterica.
    Non si poteva proprio definire un buon inizio nella carriera da Kunoichi; la paura più grande era quella di essersi già fatta una brutta nomina, ma in quel momento la giovane non riusciva a pensare a nient'altro che andare via da lì. Lo spettacolo poteva aspettare, Fujiko non si sentiva più al sicuro.
    Temeva che qualche altra figura misteriosa le si sarebbe avvicinata per cercare di farle del male. Ormai era diventata paranoica.
    Infatti, senza perdere ulteriore tempo, il suo istinto di sopravvivenza le urlava nella testa che doveva andarsene da quel posto il prima possibile. Infatti, Fujiko non vide la luce verdastra emessa dal bastone dell'uomo, perché si era già affrettata a dileguarsi alla ricerca di Masayoshi. Lui avrebbe potuto proteggerla. Ma dove era?
    Alla fine, colui che si dimostrò il guardiano di Fujiko fu proprio Ajeje; il suricato aveva attaccato l'anziano, mettendolo in fuga. Il piccolo era riuscito a strappare un pezzo di vestito tra le fauci.
    «Ajeje!»
    Lei avrebbe cercato di avvicinarlo, camminando lentamente nel tentativo di non peggiorare le sue ferite, e si sarebbe abbassata solamente con il busto, cercando di prelevare il pezzo d'indumento dalla bocca di Ajeje. Se glie lo avrebbe permesso, la Murakami lo avrebbe accarezzato ed invitato a sedersi sulla sua spalla, come prima. Ora, insieme, potevano andare alla ricerca del loro compagno.

    [...]



    Masayoshi era caduto vittima del veleno della misteriosa ragazza, e si ritrovava indebolito di fronte alle avversità che stavano per accadergli. Comunque sia, nonostante il tentativo della ragazza di portare il nemico ad un livello tale dove lei potesse gareggiare in parità, il Genin di Suna dimostrò prontezza nei riflessi, ricoprendo il suo viso con uno strato di terra che assorbì quasi completamente il danno.
    Sorpresa dalle capacità di Masayoshi, la ragazza dovette voltarsi di scatto verso la direzione di Reihei, arrabbiandosi nel vedere che l'uomo fosse stato messo in fuga. La sua presenza, lì, non era più necessaria. Il suo compito era quello di tenere occupato l'accompagnatore di Fujiko affinché si potesse trovare lontano dal momento in cui l'anziano avrebbe aggredito la ragazza.

    E Fujiko, spuntando tra la folla insieme al suricato, si riunì con Masayoshi. Ormai il sangue le era colato sui vestiti e sporcato perfino le scarpe.
    «Oddio, stai bene?» - disse, affannata.
    Aspettando ben poco la risposta del suo interlocutore, Fujiko avrebbe continuato:
    «Puoi portarmi all'ospedale? Sono stata ferita. Ti spiegherò tutto dopo.» Nel suo tono era evidente un filo di timore che cercava di essere nascosto da un temperamento coraggioso ed orgoglioso.
    Nel caso in cui anche il ragazzo avesse tentato di raccontare delle sue disavventure alla Murakami (magari voltandosi verso la direzione in cui si trovava la sua attaccante precedentemente), avrebbe notato che la misteriosa ragazza fosse svanita nel nulla, come se niente fosse in realtà accaduto. La bancarella dove lei preidiava era vuota, e sarebbe stato impossibile per chiunque riuscire a ritrovarla, perché appunto, era semplicemente scomparsa.
    «Tutto apposto? Hai un aspetto orrendo!» il veleno somministrato prima era ancora in circolazione nel sangue. Probabilmente, Fujiko non era l'unica che necessitava di un medico.
     
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