Tre teste sono meglio di una

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    La Marea Oscura


    - II -




    La domanda di Oda lo spiazzò, un po’ perché logicamente corretta, un po’ perché non era certamente la prima frase che si aspettava nel vederlo.

    Beh… volevo rispondere ad eventuali domande, una simile chiamata pensavo ti avrebbe fatto porgere domande più intelligenti.
    Comunque in questi giorni preferisco farmi vedere, per la precisione io sono un clone, nel villaggio ne vedrai più di uno impegnato in azioni di poco conto, ma farsi vedere in giro è un buon segnale.
    Comunque no, andiamo di fretta.
    Per cui se devi saluta e andiamo, tanto non ti servirà equipaggiamento.


    Mentre parlava era comunque riuscito a dare un occhiata all’interno della casa, spalancando per un momento gli occhi.

    Senza contare che dalle tue scelte d’arredamento attuali direi che non è proprio il caso.

    Mentre avanzavano Oda incalzò con una domanda così diretta e speranzosa che gli fece pensare alla concreta possibilità di disattendere le sue speranze. Non ne fu intristito, ma deluderlo non gli avrebbe certamente fatto piacere, purtroppo l’unico modo per uscire dalle tenebre era muoversi, nonostante l’assenza di punti di riferimento potesse portare a degli errori.

    Si, abbiamo qualche possibilità.
    Poi ti spiegherò meglio.
    Ma non voglio illuderti, stiamo sperimentando.
    Ho onestamente delle speranze, ma quando si sperimenta non si hanno certezze.


    All’interno della struttura Oda avrebbe potuto notare che il liquido non presentava nulla di anomalo, del semplice liquido per gli occhi di un sensitivo, mentre per delle normali percezioni era evidente che fosse differente dall’acqua, più denso, trasparente e dotato di una tenue luce propria.
    Quando Oda porse la sua domanda Raizen stava già prendendo posizione sulla sua sedia, ma il contesto lo costrinse a fermarsi e guardare dubbioso verso il chunin.
    Sospirò prima di parlare.

    Tu e tuo fratello siete strani.
    Ciò che mi incuriosisce però è l’affidamento che fate sulla vostra stranezza.
    Ad esempio, Sho credeva di poter fare l’amicone col suo demone a prima botta, che è l’equivalente di offrire un caffè ad un ergastolano prima di chiudergli la porta della cella in faccia.
    E te ti metti ad ascoltare gli spiriti.
    Non so cosa consigliarti onestamente, ma non so a cosa stiamo andando incontro, il consiglio più assennato che posso darti è: usa la tua testa, quella di Oda.
    A prescindere da cosa le voci ti dicano se ti mantieni lucido, per quanto le voci possano parlare sarai in grado di decidere se dicano idiozie o meno e di conseguenza ascoltarle.
    Finchè Oda sarà Oda non ci saranno problemi.


    Quando Raizen toccò il liquido, se Oda ancora lo osservava, avrebbe notato che questo mutava, dal corpo del Colosso infatti, quasi fosse un colorante, si sarebbe diffusa una densa nube nera, cosa non apprezzabile ai normali sensi. L’evento si sarebbe ripetuto per Itai, ma a differenza di Raizen la nube rilasciata dal suo chakra era bianca.
    L’immersione di Oda invece causò qualcosa di più complesso l’acqua assunse più di un colore prima che il tutto si miscelasse per tornare trasparente, o quasi. Nell’acqua infatti fluttuavano, leggere come seta, venature opache che si muovevano senza sosta, seppur lentamente, evidenziando il moto di quei flussi costantemente connessi.
    Era chiara ora la funzione degli aghi: permettere lo scambio di quelle venature, che si muovevano da un corpo all’altro, come pensieri, permettendo un interazione così intensa da ridefinire il concetto della parola stessa, qualcosa di più profondo persino del mondo interiore condiviso da demoni e jinchuriki, molto vicino alla completa fusione delle loro menti, seppure riuscissero a percepire se stessi come singoli i pensieri degli altri erano parte integrante delle loro coscienze.
    La presenza dei due jonin, come presto si sarebbe reso conto Oda, non era così semplice da sopportare, quella di Raizen in particolar modo. Si potevano dire tante cose del Colosso, e tante negative, tra di esse però svettavano delle grandi verità: la sua vita era indubbiamente intensa, costellata di disastri che avevano fortificato il suo carattere, di fatto plasmandolo in un modo difficilmente definibile “puro”, al contrario di Itai infatti aveva scelto di reagire al suo dolore, di restituire pan per focaccia ed infliggere maggior dolore a chiunque gliene infliggesse anziché piegarsi e tentare di redimere il più ostinato dei nemici. Una personalità così sicura del suo metodo, maturata grazie a tutte quelle difficoltà, superate grazie ad una tenacia difficilmente eguagliabile, era difficile da respingere in quella situazione risultava ingombrante, ridicolmente smisurata, e si muoveva come se avesse vita propria, riversandosi come un onda anomala nella mente del chunin, infrangendo ogni difesa.
    Cosa ben strana considerando la naturale predisposizione degli Yamanaka a preservare la loro mente, quella marea oscura infatti, per quanto potente era anelata da una parte di Oda, un parte di lui che desiderava Crescere, una parte di lui del medesimo colore di Raizen.





    un pò di free, raccontaci un pò che succede, co-mastera questa prima parte se vuoi magari dando spunti o qualcosa da fare a me, i punti in cui puoi inserirti sono numerosi, in caso dubbi chiedi pure.
     
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11 replies since 27/11/2017, 03:14   214 views
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