La Via del Ferro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted



    1


    Dopo che Raizen ebbe terminato di parlare, ci fu un interminabile silenzio. Per tutto il tempo, nessuno aveva risposto alle domande dell'Hokage, quasi come se questi avesse parlando da solo ad un muro per tutto il tempo. Per quanto Raizen ne sapesse, era questo che aveva fatto. Passarono alcuni lunghissimi secondi, un lasso di tempo in cui una persona con un po' di buon senso avrebbe potuto lasciar perdere, prendere un'altra strada, trovare una soluzione alternativa al chiedere aiuto a una fra le persone meno
    disponibili del Paese del Fuoco.

    Poi, d'un tratto, la strada nella roccia si aprì di fronte all'energumeno di Konoha, invitandolo, no, sfidandolo quasi a farsi strada all'interno, così come era successo la prima volta.
    Sebbene fossero passati anni, tutto era come una volta e sembrava che Meku non avesse apportato alcun cambiamento: lo spazio era immutabile, come d'altronde lo era anche il corpo del centenario stesso.
    Le atmosfere cupe e prive di luce erano sempre le stesse: la tecnologia non era alleata di quel luogo. Infatti, delle semplici e flebili fiaccole lungo i lati del corridoio di scale erano tutto ciò che impediva a quel luogo di cadere nell'oscurità più completa.

    Quando, quasi senza preavviso, le scale si interruppero lasciando spazio alla grande sala principale, l'Hokage fu abbagliato da una luce molto più intensa, che nel contrasto con il buio di pochi istanti prima non sarebbe stato molto piacevole. Soprattutto perché questa sembrava tutta puntata su di lui, come dei riflettori indesiderati.

    - Sei tu.

    Disse una voce roca ma fiera, quella di chi non ha proferito parola per lungo tempo ma che ricorda ancora l'austerità della posizione che un tempo occupava. Quelle parole rappresentavano, più che un'affermazione di sorpresa, quasi un'informazione che la voce stessa aveva voluto dare all'interlocutore: Raizen avrebbe così saputo senza ombra di dubbio di essere sé stesso.

    Poi, dal cono di luce che lo abbagliava, l'Hokage vide comporsi la ben nota figura di Meku, prima nascosta. Non lo guardò. Passeggiò nella stanza dirigendosi verso un tavolo sul quale c'era una brocca e un bicchiere.

    - Sto cercando di ricordare... se l'ultima volta che abbiamo avuto la sfortuna di vederci io abbia in qualche modo comunicato, attraverso parole o gesti anche solo accennati o involontari, un qualche desiderio di incontrarti di nuovo.
    Prese il bicchiere in mano e guardò lo scarno soffitto in roccia, preso dai propri pensieri per qualche secondo.
    - No. Non è successo. Confermò a sé stesso con sicurezza. Riprese a passeggiare. - Come al solito, tuttavia, le tue motivazioni per presentarti qui sono prive di contenuto. Ma soprattutto prive di qualsivoglia interesse per me. Cosa vuoi che sia un villaggio in meno e uno in più? Sai quanti villaggi ci sono stati in passato e quanti ce ne saranno in futuro? Quante civiltà? Ma lasciamo perdere questi discorsi troppo avanzati... La solfa è sempre la stessa: cosa ci guadagno io.
    Quando l'altro gli pose il preziosissimo metallo dorato di Iwa, l'anziano immortale fece schioccare la lingua dopo aver inspirato e disse: - Sì, un ottimo acconto. Se ne hai altro portalo a me, è inutile in mano tua... Lo guardò in faccia, finalmente, sintomo che si era guadagnato la sua attenzione, ma era chiaro che si aspettava qualcos'altro.



    Edited by Alkaid69 - 12/1/2018, 14:02
     
    .
33 replies since 18/12/2017, 19:28   462 views
  Share  
.