La Via del Ferro

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  1. F e n i x
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    - III -




    Alzò un sopracciglio accompagnandolo ad un sorriso quando Meku gli diede dell’insistente, non tanto perché lo reputò offensivo, ma per sincero divertimento.

    Se non piangi non mangi.

    Commentò con estrema naturalezza ed una scrollata di spalle, una piccola massima che aiutava a capire come Raizen vedesse la vita: generosa, ma con pochi. A lagnarsi, ad essere insistenti, ad avere sempre la bocca aperta elemosinando del cibo qualcosa arriva sempre, e non per forza doveva significare aspettare la manna dal cielo, per piangere più forte di tutti era necessaria una certa dose di tenacia.
    In senso lato, come Meku, anche lui non si accontentava delle briciole.

    Ma comunque, so che la reputerà una domanda strana se non inutile.
    Ma questo è davvero suo nipote?
    Nel senso, SOLAMENTE suo nipote?
    La somiglianza è straordinaria!


    Dopo aver ricevuto la burbera risposta che si aspettava si alzò in piedi.

    Bene, credo che mi metterò in viaggio praticamente subito, lasci la porta aperta, conto di impiegarci poco.

    E dopo l’ultimo saluto si diresse all’esterno.
    Uscito dalla botola stava per incamminarsi verso il villaggio quando un cespuglio tremolò decisamente più del necessario. A quell’ora della notte poteva accettare che un Hokag particolarmente indaffarato si aggirasse per quella zona del villaggio come un anima in pena, poteva anche accettare che un fabbro immortale gli aprisse la porta in quanto non aveva necessità di dormire, ma non poteva certamente accettare che un cespuglio si muovesse al suo passaggio, dopo esser uscito improvvisamente dalla botola e con all’esterno ancora il suo odore per l’aria, cosa che avrebbe tenuto le bestie alla larga.
    No. Li c’era qualcosa che non quadrava.
    I suoi sensi in realtà non riuscivano proprio a distinguere qualcosa di particolare, il naso, il primo organo a venir sfruttato non percepì nulla, ma una sensazione generalizzata lo spingeva verso il cespuglio alla sua destra.
    Non era facile da spiegare, ma quel refolo di vento presente quella notte non attraversava tutte le foglie come doveva, c’era qualcosa che lo deviava e ne ovattava i suoni, guardatosi attorno qualche volta scelse di agire.
    Il suo controllo sulla sua nuova abilità era ancora poco, ma quei metri erano così pochi da permettergli di teletrasportarsi a pochissima distanza dal cespuglio, flettere il busto verso di esso e calare al suo interno la mano, stringendola istantaneamente su qualsiasi cosa che non fosse un ramo o una foglia.





    Edited by F e n i x - 28/1/2018, 16:02
     
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