La Via del Ferro

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  1. Alkaid69
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    In natura, quando un animale più grosso minaccia uno più piccolo, possono succedere due cose: l'animale più piccolo potrà provare a scappare spaventato, cercando di salvarsi, oppure potrà mostrare una natura violenta, nel tentativo di innalzare un'ultima difesa prima della morte inevitabile.


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    Quello che il grande e grosso Raizen vide, interrogando mentalmente Kunihiro, non fu altro che una serie di immagini, diretto risultato della tecnica utilizzata. Al tempo stesso, ma per un breve, brevissimo istante, vide il volto del ragazzino deformarsi di fronte a lui, per la prima volta non più un chunin alle prime armi ma... qualcos'altro. Probabilmente una risposta di riflesso al terrore che l'Hokage aveva scelto di instillare con così tanta crudeltà nel suo stesso sottoposto. Un meccanismo di difesa in chi sta per dare il tutto per tutto in un ultimo attacco suicida.

    Le immagini si affollarono in ordine sparso nella testa di entrambi, come se una diga, da tempo chiusa, fosse stata aperta all'improvviso e tutti i detriti che vi erano rimasti bloccati cercassero adesso di farsi strada nello stesso momento, tentando di sfuggire al blocco.
    Di risposta al primo istinto del ragazzino, fu l'aggressività a farla da padrone nei primi fotogrammi. Immagini di persone morte, accasciate al suolo o contro un muro, gente che dal nulla si era ritrovata senza più il controllo del proprio corpo, senza più neanche la propria vita, in una pozza di sangue.
    Kunihiro era un assassino, questo Raizen forse lo sapeva, essendo il ragazzino un suo sottoposto. Addestrato nell'arte della furtività e dell'omicidio proprio perché per esse aveva mostrato una particolare affinità e l'Accademia doveva averlo riconosciuto. Quante morti aveva visto fino a quel momento e di quante era stato direttamente l'artefice?

    Dopo quel primo istante in cui Kunihiro di riflesso aveva pensato a tutti i modi in cui fare fuori il nemico che lo stava aggredendo, tuttavia, ci fu la risposta alla domanda; ma stava all'interrogatore stesso interpretarla: una visione di lui stesso, Raizen Ikigami, in un momento iconico: il funerale per i morti di quella notte. Era però fuori da sé, scrutato da una posizione più bassa. Sentiva per sé stesso una curiosità insaziabile. Raizen vide Raizen e percepì chiaramente la voglia di conoscere e sperimentare, come il più elementare desiderio bambinesco. Non c'era malignità, tuttavia, in quel pensiero. Si vide poi all'interno del suo ufficio, in quella strana tenuta da allenamento, scrutato nelle minime reazioni facciali per capire se le proprie parole suscitassero una qualche reazione nelll'Hokage. Si vide infine nella notte, dall'alto di un edificio. Decise di seguire sé stesso, per capire fino a che punto sarebbe riuscito ad arrivare. Probabilmente non stava andando da nessuna parte, ma che scarica di adrenalina gli provocava il pensiero di poter scoprire qualche segreto!

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    Le immagini si interruppero e Kunihiro Horikawa fu lasciato andare, ma non aveva più quel sorriso che troppo spesso lo caratterizzava. Si massaggiò la gola, si ricompose e sorrise: - Beh, che dire, un po' imbarazzante. Mi sento come quella volta che la mamma mi sorprese in una situazione un po' compromettente. Una capacità interessante, quella. Ma mi chiedo se sia solo la mente altrui ad essere aperta e non ci si possa far male a guardare troppo a fondo negli altri. Io di sicuro me ne terrò alla larga d'ora in poi! Rise.

    Si schioccò un dito e ripercorse con la mente quello che era appena accaduto, dato che fino a pochi istanti prima non avrebbe saputo dirlo, preso com'era da una tecnica che gli aveva fatto credere di essere diventato Raizen Ikigami stesso, anche lui fuori da sé come lo era stato l'Hokage. Era stata una combinazione di terrore e altri attacchi mentali mai provati prima (e che mai avrebbe voluto riprovare). Si ripromise di non farsi mai più toccare da quell'uomo.
    Nel frattempo, sembrava che il ragazzone, probabilmente ispirato dalle immagini lusinganti che Kunihiro gli aveva lasciato intravedere, volesse tenersi stretto l'Horikawa, forse per toccarlo ancora e subire un'altra scarica di quelle immagini!
    Esitò, ma poi quella curiosità gli fece cambiare idea: d'altronde, aveva deciso di tenersi a debita distanza, quindi non ci sarebbero stati pericoli.
    - Hokage-dono, voi mi fate un grande onore nel richiedere il mio supporto in questa vostra operazione! Ma la domanda è doverosa: includerà per caso la tortura mentale di tanti innocenti, come nel vostro stile? Si inchinò. - Ebbene, accetto! Sia mai che si dica che vi ho lasciato all'asciutto in un momento di bisogno!
    Come aveva immaginato, poi, l'Hokage sembrava essersi informato su di lui e le sue capacità, segno inequivocabile del fatto che fosse morbosamente interessato a lui. Con quali fini ancora non lo sapeva, ma magari avrebbe potuto sfruttare la cosa a suo favore. - Pin-pon! Bingo! Forse un giorno vi racconterò di come sono venuto in contatto con il potentissimo shinobi che mi ha tramandato questa tecnica! Magari, sentendo che c'era un altro possente ninja nella vita di Kunihiro, il gigante si sarebbe ingelosito.

    Adesso, avrebbero dovuto viaggiare insieme fino alle terre del Tè e cercare il nipote del leggendario fabbro.


    Edited by Alkaid69 - 28/1/2018, 13:41
     
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