La Via del Ferro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. F e n i x
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,982
    Reputation
    +684

    Status
    Online

    Il Fabbro


    - VI -




    Il Colosso ebbe modo di comprendere che lo shinobi aveva fiducia nelle sue capacità, e nonostante apparisse svampito pareva averne un buon controllo, certo, visto il suo piccolo racconto si sarebbe aspettato maggior interesse da parte del ragazzo, quel genere di curiosità dettata dalla deformazione professionale che avrebbe dovuto spingerlo ad informarsi di più sulla differenza di metodo.
    Certo, magari sapendo di aver ricordato a Kunihiro un asino gli avrebbe risposto in alfabeto morse, sfruttandone le di lui guance e percuotendole a suon di schiaffi per replicare punti e linee, ma era un eventualità che l’arguzia del ninja gli avrebbe evitato. Forse.
    Non fu difficile notare al suo risveglio, ed anche nel momento in cui lui si dedicava al suo riparo, in grado di superare in maniera eccellente la notte, che Kunihiro non aveva approntato alcun tipo di riparo, ma riuscì a vedere che, mentre lui si preparava a dormire trovò riparo su un ramo.
    Per quanto si fosse svegliato di buon ora infatti difficilmente avrebbe superato Raizen il cui sonno leggero sarebbe stato presto disturbato dai volatili e il loro cinguettio fin dall’alba, ma stranamente non avrebbe imprecato contro di loro, scalando l’albero alla ricerca del sigillo del chunin.

    Bella roba.
    Questo si che è comodo.


    Avrebbe quindi tentato di prelevarlo, fermandosi stupito quando lo toccò per la prima volta: veder le proprie mani sfarfallare insieme al resto del corpo senza alcuna ragione non era di certo piacevole.
    In qualche modo l’arte di Kunihiro aveva un legame con il suo corpo, od una similitudine così profonda da stimolare in qualche modo ciò che permetteva a Raizen di teletrasportarsi nuovamente. Se non avesse avuto null’altro da fare sarebbe rimasto a fissare il sigillo per cercare di capirci qualcosa, ma aveva già pianificato un piccolo benvenuto per il suo compagno di missione quindi non potè tardare troppo.
    Tagliato il grosso ramo l’avrebbe portato con se fino al più vicino corso d’acqua e messolo in bilico tra due massi scivolosi si sarebbe seduto a riva, aspettando che Kunihiro comparisse, trovando sotto di se l’appoggio instabile che l’avrebbe quasi certamente fatto finire a mollo.

    Buongiorno principino!

    Un tono che non nascondeva un leggero scherno, a quanto pareva se l’era presa a male per non aver ricevuto alcuna notizia di quella capacità così comoda per i viaggi.
    Quando l’altro fosse riemerso dall’acqua, guardandolo in cagnesco avrebbe ripreso a parlare.

    Ti do venti minuti.
    Torni a Konoha, entri da Taro, è una panineria abbastanza famosa, sai quella che fa la salsa più piccante del villaggio no?
    Ecco.
    Ti fai fare due grossi panini, manzo ai ferri, insalata, patatine fritte e maionese.
    E…


    Riflettè qualche secondo sul far pagare o meno al chunin il conto.

    …e lo fai mettere sul mio conto, quando lo saprà capirà anche le porzioni da fare, penso stia lavorando ad un menù… è fissato con gli Hokage, immagino voglia superare il concetto di extralarge.
    Sono entrambi per me, niente ingredienti extra, prenditi qualcosa per il disturbo.
    Il sigillo che crei dallo a me, nel mentre che vai mi avvantaggio sul percorso.
    E asciugati.
    Se tardi so già cosa non gradisci ti venga fatto.


    Sorrise beffardo, o bastardo, dipendeva dai punti di vista, ma dopotutto una doccia fredda non aveva mai fatto male a nessuno e poi al mattino era tonificante.
    A stomaco pieno, dopo una piccola pausa per divorare la colazione avrebbero ripreso il viaggio arrivando abbastanza rapidamente al villaggio, composto per la stragrande maggioranza da villette a schiera abbastanza anonime se non per un particolare: un gran numero di esse riportava sulla targhetta il medesimo cognome, cosa che notò anche Kunihiro.

    Accidenti!
    Non fatico a crederci eh, ma dopo tutto sto lavoro dovrebbero essere tutti storpi!


    Curiosità che cercò di levarsi mentre chiedeva informazioni riguardo il fabbro che cercava. Quando uno degli abitanti gli avrebbe dato risposta avrebbe innocentemente teso la mano verso di lui per una stretta di saluto e ringraziamento, tuttavia più insidiosa del previsto.

    E senta, sa ma sono non poco curioso, saprebbe anche dirmi come mai in così tanti avete lo stesso cognome, o al limite chi potrebbe dirmelo?

    Una domanda semplice a cui il chakra avrebbe aiutato a rispondere, ed essendo posta in contemporanea alla voce del Colosso, in quella situazione così inoffensiva, era anche complesso accorgersi dell’alterazione dei processi mentali, per l’uomo sarebbe stato come ricordarsi la risposta, non pronunciarla con la bocca sarebbe comunque stata una sua scelta.

    Va bene, la ringrazio.

    Si sarebbe così congedato per recarsi dal nipote di Meku.

    Rifarmi la cinta?
    Si che sei strambo, ma come diavolo ti vesti per farti fare una cinta da un fabbro?
    Ti allucchetti una catena alla vita per tenere su i pantaloni?


    Fece la domanda divertito, confermando l’impressione che Kunihiro avrebbe potuto notare già da dopo la colazione: le ire del Colosso, quando così piccole, duravano ben poco.

    No, ovviamente no comunque, sto facendo un favore a qualcuno.

    Trovato il piccolo capanno nel dedalo formato dalla disposizione casuale delle abitazioni, sarebbe entrato senza bussare, inutile farlo quando un fabbro lavorava alla forgia, venendo accolto dal tipico calore che essa emanava, gli asciugò gli occhi, ma ne fece poco conto essendovi abituato.
    Il fabbro pareva immerso nel suo lavoro, ma Raizen non si sentì di escludere che semplicemente li stesse ignorando, era parente di Meku dopotutto, e il sangue pareva essere parecchio forte in lui, motivo per il quale contrasse le labbra, ritraendo leggermente quello inferiore tra i denti emettendo un fischio forte ed acuto, ben più forte delle nocche sulla porta, forse anche fastidioso per l’udito in un ambiente così ristretto.
    Difficile non sentirlo, anche per il fabbro.

    Salve, perdoni la scortesia.

    Abbozzò un sorriso dopo aver ricevuto un qualsiasi tipo di risposta.

    Starei cercando il suo aiutante, tempo fa incoraggiato dalle voci avevo mandato un garzone a far costruire una spada per mio figlio…

    Avrebbe indicato Kunihiro con la mano.

    … in cerca di qualcosa di solido ed affidabile ma comunque bello da vedere.
    Ma nonostante la lama avesse un innegabile fascino si è rotta non resistendo alla forza che io gli ho impresso mentre la provavo.


    Partì prevenuto, non sapeva se chi c’era sotto la maschera fosse Ryo, ma non gli sembrava vista la corporatura, dalla foto il ragazzo pareva più minuto e se era in vita ed era ancora giovane qualcosa bloccava lo scorrere del tempo per lui, impedendogli di incrementare la sua massa muscolare in una sorta di stasi, o almeno così immaginava. La piccola storiella avrebbe fatto calare i sospetti sul duo e costretto il fabbro a privarsi della maschera per osservare la lama così che Raizen potesse saggiarne la reazione e magari comprendere qualcosa su di lui, poteva anche darsi che proteggesse il ragazzo da un nonno invadente.
    Dopotutto se Raizen era stato mandato li qualcosa sotto doveva esserci, e Ryo poteva essere un adolescente ribelle che magari avrebbe potuto riportare a casa senza troppi problemi.
    Se quello fosse stato Ryo invece avrebbe continuato in base alla sua reazione.



     
    .
33 replies since 18/12/2017, 19:28   462 views
  Share  
.