RetaggioFree per Kairi & Indra

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    Santuario Nakano




    La nebbia avvolgeva il laghetto dietro il santuario, tra le lingue di alberi che si aggrovigliavano e scendevano fino a venti passi dalle sue rive a conca. Una nebbia portata dal tramonto, spessa, umida, pesante, che poteva resistere fino all'alba e a volte prolungarsi fino al mezzodì, immobile imperturbabile di fronte alle minacce del vento, come un gatto appiattito davanti alla tana del topo. Ma dopo innumerevoli finte, il vento arrivo' davvero a punzecchiare dispettosamente la nebbia, che fini' per sfilacciarsi in lembi sottili, mostrando l'ombra affilata del tempio attendere nel sole calante, sotto un cielo quasi intonso, di un azzurro sfumato che tendeva al viola e spruzzato di nuvole incendiate. Attendeva, come soventemente accadeva, che i membri dell'antico clan fondatore della Foglia si riunissero sotto lo stesso tetto per parlare dei problemi che gli accomunavano tutti. Una tradizione, il loro retaggio.

    Sedeva composto in un kimono di cotone scuro, semplice e pregiato, accanto a suo padre che da quando erano arrivati non aveva detto una parola. I suoi occhi, gemme preziose sotto la linea appena disegnata delle sopracciglia, indagavano apparentemente distratto gli altri membri del clan, mentre le mani, riposte in grembo, mostravano i segni della sua prima missione, quella che gli era valsa il coprifronte che non si era ancora deciso ad indossare. Il volto giovane, fin troppo per trovarsi gia' ad una di quelle riunioni, aveva l'espressione severa di chi si prende troppo sul serio oppure di chi nella vita ha gia' dovuto affrontare scelte difficili. Un espressione che sempre piu' frequentemente accarezzava i volti dei bambini dei villaggi ninja, aspiranti shinobi di un mondo di conflitti. E come poteva essere altrimenti, se nell'eta' in cui si dovrebbe giocare e divertirsi si veniva indottrinati nelle accademie? Un problema etico che sembrava non essere pero' fra i pensieri dei presenti, esponenti di un clan il cui unico scopo dalla sua creazione era, appunto, la guerra.
    La riunione non avrebbe tardato ancora molto ad iniziare.





     
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    Era da molto tempo che non partecipava ad una riunione ufficiale del clan, da quando ancora era una neo-genin ed era stata presentata alla comunità come nuova shinobi del villaggio. Non vi erano stati particolari motivi fino ad allora per il clan di riunirsi in quel modo visti i tempi di pace che avevano contraddistinto gli ultimi anni, prima degli eventi di pochi mesi prima.
    Già, perché la kunoichi sapeva perfettamente il motivo di quella riunione, anche se non era stato spiegato in maniera ufficiale da nessuno, così come lo sapeva a perfezione suo padre seppur nessuno dei due potesse farne parola a nessuno. Per quel motivo la ragazza stava affrontando quel ritrovo con uno spirito completamente diverso dall'ultima volta, cercando di celare all'esterno la sua preoccupazione in ogni modo e sperando che nessuno dei presenti se ne accorgesse o facesse troppe domande a riguardo, cosa di cui in realtà dubitava..d'altronde, era l'unica Uchiha che aveva partecipato a quella missione e visto di prima persona i fatti accaduti.

    Arrivati al santuario furono molti gli occhi che si voltarono ad osservare lei ed il padre, ben più di quelli che avrebbe desiderato avere addosso. Abbassando lo sguardo avrebbe sentito la mano del padre posarsi sulla sua spalla e stringere leggermente, come a rassicurarla ed a spingerla ad andare avanti: sia lui che la kunoichi fecero un breve inchino in segno di saluto e si andarono a sedere in mezzo alla folla e Kairi si posizionòKairi si siede esattamente di fianco a te, Indra proprio di fianco ad un ragazzo che mai prima di allora aveva visto neppure all'interno del clan mentre Izuna si sedeva vicino a lei in maniera composta.

    Incuriosita si fermò qualche istante ad osservarlo ma non ebbe il tempo di fare alcuna domanda: gli anziani, il trio a capo del clan da diversi anni ormai, fece il suo ingresso mentre ognuno dei presenti si alzò in segno di saluto. Solo una volta che i 3 si furono accomodati sul tavolo davanti a tutti, e dopo che ebbero sorseggiato un po' del loro thé verde bollente con calma, avrebbero fatto cenno a tutti i presenti di sedersi. Kairi non li conosceva granché di persona ma aveva avuto modo di sentirne parlare sia dal padre che da Atasuke quando ancora era una studentessa e nessuno dei due aveva delle ottime opinioni su di loro.
    Seduti su delle poltrone forse per loro troppo comode da troppo tempo non decidevano di eleggere un nuovo capo clan proprio per evitare di togliersi da quella posizione privilegiata di potere, che permetteva loro di comandare il clan come meglio volevano, cosa che la kunoichi di certo non poteva apprezzare. La sua prima missione a Suna ed in seguito molte altre le avevano fatto capire come molte cose, troppe cose, non fossero esattamente chiare all'interno del clan ancora...ma era troppo inesperta e da troppo poco una kunoichi per poter anche solo provare a cambiare la situazione.

    Fu Saori, il più vecchio fra di loro, a prendere la parola E' un piacere rivedervi tutti qui riuniti, oggi come ieri, oggi più che mai. Penso che tutti voi immaginiate il motivo di questa riunione, visti i recenti avvenimenti che purtroppo hanno scosso Konoha negli ultimi mesi... fece una lunga pausa lasciando il tempo ai presenti di scambiare opinioni fra di loro mentre un sommesso mormorio si espandeva per tutta la sala, andandosi a placare però così come era comparso quando l'anziano alzò una mano in segno di silenzio ...e presto approfondiremo l'argomento. Ma per prima cosa, vorrei introdurre al clan un nuovo elemento sul suo volto si formò un sorriso ed il suo sguardo avrebbe ben presto incrociato quello di Indra, se quest'ultimo lo avesse fissato a sua volta Solo pochi giorni fa all'accademia si è diplomato un giovane genin, una nuova promessa del clan che spero ci renderà onore, come tutti voi qui presenti. Come da tradizione, vorrei venissi qui a presentarti, ragazzo molti sguardi si voltarono verso Indra, la stessa Kairi lo osservò con la coda dell'occhio per evitare di risultare troppo invadente girando completamente il viso; ecco perché non l'aveva mai visto prima di allora, si trattava di un neo-genin del clan.
    Sicura che quella situazione l'avrebbe colto quanto meno alla sprovvista non si stupì di quel modo di cominciare la riunione, era successa anche a lei la stessa cosa la prima volta, si trattava di una sorta di pacifica iniziazione a tutti i membri del clan, un modo per farsi conoscere e riconoscere come shinobi alla comunità Uchiha. Se Indra non si fosse mosso Saori l'avrebbe incoraggiato, pazientemente ma con il tono della voce che andava ad indurirsi Forza, la timidezza non serve. Siamo sangue del tuo sangue, d'altronde. Vieni qui solo quando il neo-genin si fosse finalmente deciso il vecchio si sarebbe alzato dalla sua posizione avvicinandosi a lui per poi girarlo verso il pubblico appoggiandogli una mano salda sopra la spalla Vorrei che tu ti presentassi, ci raccontassi qualcosa di te e della tua famiglia e quali sono i tuoi obiettivi ora che sei diventato genin. Come Uchiha penso tu sia consapevole di quanto il nostro nome sia importante all'interno del villaggio e di quanto vada portato con onore. Fin troppe volte è stato macchiato nella storia di Konoha concluse gravemente, attendendo una risposta da parte del ragazzo. Solo quando questi avesse concluso gli avrebbe permesso di tornare a sedersi al suo posto.

    Bene, una piccola presentazione del tuo personaggio al clan. Di pure quello che ti senti, possono essere poche frasi senza dettagli o qualcosa di un po' più complesso sul tuo pg, a te la scelta. Ma più cose dirai più l'anziano Saori sarà soddisfatto u_u






     
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    II

    Il suo volto era una maschera di sale perfetta e mentre l'attenzione si accentrava sulla sua persona, questa non si scompose di un millimetro. I suoi movimenti leggeri lo portarono con naturalezza eterea a fianco dell'anziano, al quale rivolse un marcato, quanto formale, inchino, prima di voltarsi verso il resto del clan. La sua aura di marziale perfezione e quella pelle candida, giovane e liscia erano un connubio insolito che poteva spiazzare, quanto gli occhi, che a differenza di tutto il resto, tradivano ad un osservatore attento il suo animo febbrile e selvaggio. Kairi poteva ora guardarlo tranquillamente senza sembrare scortese, in piedi fasciato nel kimono grigio che gli metteva in mostra le spalle larghe e con le mani graffiate e contuse lungo i fianchi.
    Furono fatte domande e furono date risposte, nulla di importante, nulla di autentico, solo protocollo. Eppure apprendere chi erano i familiari del giovane neo genin lo poneva inevitabilmente sotto una luce nuova agli occhi della kunoichi. Il padre e gli zii erano shinobi di talento ed in vista all'interno del clan che non era necessariamente una cosa buona. Omura era rispettato, oltre che per la sua maestria nella forgiatura, per l'integrita', il rigore e le sue doti da leader naturale, ma anche il suo estremo tradizionalismo e la sua ambizione erano ben conosciuti. Molti condividevano le sue idee e lo sostenevavo, e questo confermava l'idea degli altri, che fosse una figura da cui guardarsi, forse capace di fomentare astio con gli altri clan, o addirittura capeggiare un colpo di stato. Kenshi, di cui Indra voleva seguirne le orme divenendo a sua volta un ambu inseguitore, scopri' Kairi dalla stessa voce pacata del giovane compagno, aveva tutt'altro che una buona reputazione all'interno delle squadre speciali. Sadico e crudele, veniva spesso richiamato per i metodi estremi e brutali con cui portava a termine i suoi incarichi. Nonostante questo pero' la sua efficienza era indubbia tanto da mettere in secondo piano i suoi problemi disciplinari. Kato, il piu' grande della famiglia, probabilmente d'eta' con i membri del consiglio, non era piu' uno shinobi da anni, eppure rimaneva al centro delle questioni di clan. Molti giovani shinobi si affidavano a lui per consiglio, per addestrarsi o per mediare durante le discussioni e questo gli garantiva una notevole influenza, invidiata e temuta.
    Una famiglia potente quindi, tre fratelli diversi da loro, ma dai traguardi notevoli e che proiettavano volenti o meno, le loro ombre sul futuro di quel giovane Uchiha.
    Quando Indra torno' a sedersi accanto a Kairi, i dubbi che lei aveva di lui si erano tutt'altro che dissolti probabilmente.




     
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    Ascoltò in attento silenzio le parole di Indra mentre quest'ultimo si presentava marziale, quasi per lui non fosse in alcun modo imbarazzante stare davanti a tutte quelle persone: un po' lo invidiava, lei al suo posto non sarebbe di certo stata altrettante tranquilla. Quando parlò della sua famiglia si voltò istintivamente ad osservare il padre del ragazzo seduto a poca distanza da lei, ricordandosi perché le fosse sembrato di aver già visto quell'uomo in giro: anche i fratelli di Indra erano figure che in un modo o nell'altro si erano fatte conoscere nel clan, un peso che forse poteva risultare difficile da sopportare per il ragazzo, che probabilmente si sentiva in dovere di dover almeno eguagliare i fratelli. Da quel punto di vista ringraziò l'essere figlia unica, anche se si sentì istantaneamente in colpa anche solo per averlo pensato: d'altronde suo fratello maggiore era morto ucciso dalla sua stessa madre prima ancora che lei nascesse e forse la sua vita sarebbe stata molto, molto diversa con lui al suo fianco.

    Possiedi discendenze forti, ragazzo. Sono sicuro che ti farai conoscere anche tu, ma mano che crescerai un sorriso indecifrabile si formò sulle labbra di Saori mentre l'anziano osservava il neo-genin sedersi composto al suo posto prima di riprendere il discorso. Kairi ebbe un brivido freddo alla schiena nell'osservare quell'espressione: non aveva mai davvero avuto a che fare direttamente con gli anziani ma istintivamente sentiva che potevano essere pericolosi, sia per i singoli membri sia per l'intero clan. Ricordava inoltre le parole che Atasuke le aveva detto a riguardo solo un paio di anni prima, quando era ancora una studente. Si guardò attorno cercando l'uomo ma non trovandolo, domandandosi per l'ennesima volta che fine aveva fatto: era scomparso da mesi e mesi ormai e non escludeva che fosse andato in missione fuori dal villaggio.
    Presentata la nostra nuova promessa è ora tempo di passare alla vera questione di questa riunione. Tutti vi sarete accorti dell'enorme Susanoo comparso sulla montagna degli Hokage qualche tempo fa, tutti vi sarete fatti domande a riguardo. Domande a cui però è difficile dare una risposta ancora, lo stesso Raizen è stato molto criptico a riguardo. Vi è solo una cosa chiara al momento, un Uchiha traditore del clan molto potente lavora per Cantha e la cosa è preccupante per tutti noi. Non abbiamo alcuna idea di chi possa essere, ma sappiamo che uno dei nostri ha partecipato a quella missione
    Un nuovo brivido freddo percorse la schiena della kunoichi nel sentire quelle parole, non le serviva lo sharingan per prevedere quello che sarebbe successo da lì a poco: Saori e gli altri anziani si voltarono verso di lei Kairi Uchiha, giovane neo-chunin di Konoha, vorrei che tu ci spiegassi cosa è successo quella sera

    La ragazza rimase bloccata nella sua posizione diversi istanti mentre quasi l'intera sala si voltava ad osservarla: il padre le poggiò una mano sulla spalla incitandola ad andare e, seppur controvoglia, infine Kairi si alzò e si diresse verso i 3. Aveva immaginato che quel quella situazione potesse succedere prima o poi e si era già preparata mentalmente un discorso, ma esporlo in pubblico era tutta un'altra cosa.
    Deglutendo nervosamente avrebbe quindi cominciato a esporre i fatti: non poteva dire tutta la verità ed avrebbe dovuto omettere e modificare tutti i particolari che riguardavano sua madre, ma d'altronde aveva ricevuto l'ordine preciso di non parlare a riguardo. E non l'avrebbe fatto.
    Non so molto più di quello che si dice in giro. Siamo arrivati al palazzo del daymo ma abbiamo scoperto che era una trappola, ed abbiamo dovuto combattere contro quelle che abbiamo rinominato "maschere", uomini dal volto nascosto particolarmente letali. Ci siamo presto separati e non so con esattezza cosa sia successo agli altri né e Raizen, io ero in coppia con un Senju ed assieme dopo aver sconfitto i nostri reciproci avversari siamo stati ripiombati al centro del villaggio, dove ho visto anche io da lontano il Susanoo comparire. Sono corsa verso la montagna ma il combattimento era già concluso, il kage a terra stava ricevendo cure dal Senju che mi aveva affiancato in combattimento.
    Ho visto ricomparire solo per un attimo Shiro di cantha e la sua banda, ma quell'attimo non è stato sufficiente per capire chi fosse l'Uchiha di fianco a lui

    Concluse. Si sentì male come mai aveva immaginato nell'omettere un dettaglio così importante all'intero clan, ma per il bene del villaggio, di suo padre e del clan stesso non poteva parlare. Saori la fissò a lungo in silenzio quasi fosse deluso da quelle parole, per poi accennare lo stesso sorriso criptico che poco prima aveva riservato ad Indra Capisco, è un peccato tu non possa dirci di più. Ti ringrazio, puoi tornare a sederti. La kunoichi non se lo fece ripetere un secondo di più, correndo a sedersi quasi volesse nascondersi completamente dal mondo.

    L'argomento durò circa un'altra oretta, aperta perlopiù agli interventi dei presenti: come spesso capitava ognuno disse la sua, alcuni discussero fra di loro altri concordarono ed anche Indra avrebbe avuto modo di dire la sua se l'avesse desiderato. Quando finalmente ognuno si fu espresso e la calma ritornò a regnare Saori prese di nuovo la parola L'argomento principale è stato concluso, ora è necessario che i membri più anziani si riuniscano per parlare di altre questioni importanti. Tutti i jonin dovranno rimanere, per quanto riguarda chunin e genin, vi prego di non offendervi ma devo chiedervi di allontanarvi dalla stanza. Ma prima che andiate tutti... avrebbe alzato la mano per attirare l'attenzione di chi si stava già alzando, volgendo poi lo sguardo verso i due shinobi seduti l'uno accanto all'altra Kairi ed Indra, il clan avrebbe una piccola missione da affidarvi, così avrete modo di testare sul campo il vostro nuovo grado. Ve la sentite? fissando prima l'uno poi l'altra sarebbe rimasto in paziente attesa di una risposta, ma era facile intuire come un rifiuto non sarebbe stato visto di buon occhio.



     
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    III

    Il salone si era progressivamente riempito di rumori fino a diventare, ora di sera, un vociare fragoroso e ondeggiante. I discorsi s'intrecciavano, s'ingrossavano, e con il passare dei minuti si formo' un turbine che rovescio' una gran cagnara fra i membri del clan. Indra ed il padre rimasero entrambi silenti, ma i loro occhi attenti osservavano tutti, misuravano le loro parole e mettevano a memoria. Il giovane genin non si era mai voltato in direzione di Kairi, mantenendo un educata posizione riservata e contenuta, come se volesse proteggere il suo spazio vitale, o non aggiungersi al gia nutrito gruppo di persone che la osservavano dopo averla sentita parlare. Cio' nonostante l'aveva studiata bene quando si era trovata accanto all'anziano, le sue espressioni, il portamento, i grandi occhi ed i lunghi capelli neri. Si chiese se quel suo modo di fare fosse sintomo di qualche insicurezza o se fosse semplicemente timida. Sicuramente non le piaceva stare al centro dell'attenzione.
    La richiesta dell'anziano sorprese il giovane Uchiha, come forse la stessa kunoichi, che si ritrovo' a gettare i suoi occhi vibranti in quelli di lei alcuni attimi, prima di rivolgersi con un quanto formale, quanto inevitabile, inchino di assenso. A quanto pare avrebbe scoperto qualcosa in piu' della talentuosa Kairi.







     
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    I presenti avrebbero subito capito che qualcosa era cambiato nel santuario. I rumori di sottofondo svanirono all'improvviso, persino le loro stesse voci diventarono inudibili a loro stessi. Tutto intorno a loro divenne improvvisamente meno definito, coperto da una patina color rosso scuro. Una genjutsu? Eppure, se avessero provato ad utilizzare il rilascio o meglio ancora lo Sharingan, le cose non sarebbero cambiate. Certo, avrebbero avuto la conferma che quello che stavano vivendo non aveva un corrispettivo corporeo vero e proprio, ma una manifestazione creata dal chakra. Un chakra lontano, ma stranamente familiare.

    Forse un paio tra i jonin più esperti avrebbero intuito. E ricordato. Di certo i tre anziani avrebbero colto subito. In fondo lo show che stava per consumarsi era qualcosa che avevano già sperimentato anni prima.

    Poi, un rumore, ritmico e costante, interruppe il silenzio innaturale. Sembravano...applausi? Un lento battere di mani cadenzato. Un applauso sarcastico. Gli Uchiha non avrebbero tardato a capire da dove venisse. L'unica cosa che si poteva mettere davvero a fuoco in quella stanza. Appoggiato alla parete dietro i posti degli anziani, un uomo incappucciato stava applaudendo. I suoi lineamenti erano in ombra e sarebbe stato difficile distinguerli subito. Era relativamente lontano da tutti Ma quando parlò dopo aver smesso di battere le mani, tutti i ninja l'avrebbero sentito come se si trovasse proprio accanto a loro. Qualunque tentativo da parte dei presenti di muoversi dal punto in cui si trovavano sarebbe stato vano. Erano apparentemente immobilizzati.

    I miei complimenti. Il tono sarcastico era più che rimarcato. Ogni parola avrebbe ricordato una sottile lama che si infilava tra le costole degli ascoltatori. Non è da tutti vedere un Susano'o apparire sulla montagna degli Hokage e rimanere a guardare chiedendosi cosa stia succedendo. Degno di un Uchiha. Rimarcò chiaramente il nome Uchiha. Devo ammettere che sono sorpreso, non mi aspettavo una tale decisione...nel mandare a monte tutti i miei sforzi precedenti. Il cappuccio scivolò all'indietro mentre la figura si ergeva finalmente dritta, terminando il contatto con la parete. Il suo volto era ora visibile chiaramente a tutti.

    Kaworu Uchiha. Sannin dell'Accademia, prodigio degli Uchiha, ultimo capoclan. Aprendo gli occhi, qualunque dubbio gli Uchiha potessero avere, svanì. Lo Sharingan brillava nello sguardo dell'uomo. Un paio di occhi tra i più potenti che il clan avesse conosciuto.

    Fece scorrere lo sguardo su ognuno di loro. Appena un attimo, ma avrebbero giurato che fosse durato secoli. Riprese a parlare, senza più alcuna nota di sarcasmo nella voce.Ho passato anni a lavorare per portare il clan ad una posizione di prestigio che non toccava probabilmente dalla fondazione di Konoha. Parto in missione. E vengo a sapere che in questi anni di mia assenza, abbiamo avuto...quanti, due o tre chunin? Che non occupiamo una posizione di rilievo nell'amministrazione del villaggio che sia una? Che ci facciamo fregare da Cantha così? Non ci stava andando leggero. NOn ne aveva intenzione. Avevo espressamente lasciato mandato di fare di tutto per eliminare quei pochi traditori del clan che sono sfuggiti negli anni...e questo mi porta a voi tre. Si voltò verso i tre anziani, ma la sua voce era ancora in grado di raggiungere tutti. Non so cosa sia peggio. Pensare che voi siate troppo attaccati alle vostre poltrone per nominare un altro capoclan o pensare che non ci sia nessuno nel clan in grado di spiccare abbastanza per essere nominato. Vi ho lasciato il comando innanzitutto per rispetto. E mi avete deluso. Risultati? Il nulla. Esattamente quello che avevate realizzato prima della mia nomina. Beh, state per andare in pensione prima di quanto avevate programmato. Ma avete un'ultima possibilità di dimostrarmi di valere qualcosa. Incrociò le braccia davanti a sè. Avete due settimane per scoprire dove si nascondono gli Uchiha che negli anni hanno tradito il villaggio. E quanti di questi possono essere venuti a contatto con Cantha. Non possiamo certo escludere che ve ne sia più di uno. Potrebbero aver mostrato iniziativa, loro. L'ultima frase fu particolarmente tagliente. E al mio ritorno, esigo che queste informazioni mi siano fornite. Niente fallimenti. Ora tornate alla vostra riunione e alle faccende che vi eravate prefissati. Un'ultima cosa...La mia apparizione qui deve rimanere segreta. Tornerò tra due settimane, giorno più o giorno meno. Non deludetemi.

    Ai piedi del Sannin si svilupparono delle fiamme nere, che lo avvolsero. Improvvisamente si alzarono, coprendolo completamente, per poi estinguersi. Kaworu era scomparso. E nella stanza, i colori erano tornati normali, i rumori venivano generati ed uditi normalmente. E gli Uchiha erano di nuovo padroni del loro corpo e del loro destino.





    Perdonate l'intrusione ma una riunione Uchiha era l'occasione perfetta.
     
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    Nessuno dei presenti si aspettava quell'arrivo improvviso. Quando scese il silenzio e la patina quasi nebbiosa avvolse la sala in diversi cercarono di alzarsi, fallendo però miseramente. Sul volto dei più, Kairi compresa, si formò un'espressione allarmata, quasi si aspettassero da un momento all'altro un'attacco e furono in diversi ad attivare lo sharingan, invano. Sul volto di Izuna invece si dipinse un profondo e soddisfatto sorriso quasi il jonin ex-membro delle squadre speciali avesse compreso cosa stava succedendo ed allo stesso tempo le espressioni severe degli anziani mutarono in maschere tese, forse terrorizzate: avevano capito perfettamente chi era l'artefice di quella tecnica e sapevano anche cosa sarebbe probabilmente significato quel ritorno per loro.

    La sensazione che l'effetto di quella voce ebbe non solo nella mente ma anche nel corpo della ragazza non fu piacevole, quasi piccoli pugnali si stessero infilando nelle sue costole: non era dolorosa certo ma era indubbiamente fastidiosa. Non riuscì a capire di chi si trattasse subito, quando quell'uomo era scomparso lei era appena un'adolescente d'altronde.
    Fu solo quando l'uomo finalmente si tolse il cappuccio che lo riconobbe: Kaworu Uchiha, ultimo capoclan scomparso dalla vita di Konoha da ormai 7 anni e da allora sempre sostituito dai 3 anziani che stavano tenendo quella stessa riunione. Jonin e capitano degli ANBU alla sola età di 18 anni, capoclan all'età di 20 e sannin dell'accademia voci interne al clan dicevano che avesse persino rifiutato per 2 volte il titolo di Kage. Si trattava indubbiamente di una vera promessa Uchiha. Lo stesso palazzo al centro del quartiere era stato costruito da lui, sede di ogni capoclan o almeno quelli erano i piani. Una sorta di palazzo amministrativo interno, insomma. Peccato che da allora Shiro e i suoi "coetanei" non avessero mai deciso un sostituto, troppo attaccati alla loro posizione di potere ed ai privilegi che essa portava.

    Ed il sannin fece poi capire senza mezze parole come la situazione attuale non gli piacesse in alcun modo: un'espressione di rabbia e disgusto totale si formò sul viso di Shiro, che però non poté neppure parlare intrappolato com'era da quello che Kairi immagino essere una sorta di genjutsu estremamente potente. Kaworu lanciò loro un ultimatum prima di scomparire fra le fiamme che la kunoichi era sicura avrebbe portato conseguenze se non rispettato.
    Quando furono tutti nuovamente liberi dapprima vi furono una decina di secondi di totale silenzio in cui i presenti si guardarono negli occhi come volessero cercare conferma del fatto che non fosse solo un sogno e pian piano un vociare sempre più alto si alzò per la sala. Molti, forse i più, erano entusiasti di quel ritorno mentre altri invece sembravano preoccupati. Ma Shiro impiegò ben poco tempo a riprendere in mano la situazione SILENZIO!! esclamò irato sbattendo le mani con forza sulla scrivania e ben presto la quiete tornò nuovamente a regnare A quanto pare il giovane Kaworu, con la stessa arroganza che caratterizza molti della sua età, ha deciso di tornare dopo anni di latitanza e quando gli faceva più comodo proprio oggi, sentendosi in dovere di sparare sentenze ed osando dare ultimatum come se fosse ancora il padrone, qui. Ma non ha ben capito che le cose sono cambiate serio fissò tutta la sala prima di continuare, fermandosi poi sulla neo-chunin e sul neo-genin Kairi, Indra, viste le novità credo dovremo rivalutare il vostro incarico. Per oggi siete liberi, domani riceverete istruzioni sul da farsi. Ora vi prego di abbandonare la sala con tutti i non jonin. Per voi che rimarrete, preparatevi a disdire tutti i vostri eventuali impegni, ho idea che parleremo fino a notte inoltrata esclamò con un tono che non ammetteva repliche.

    La kunoichi avrebbe salutato il padre con un bacio sulla guancia prima di alzarsi, per poi voltarsi verso il genin di fianco a lei A quanto pare dovremo collaborare domani. Hai da fare adesso? Potremmo fare assieme un giro per il villaggio per conoscerci un po' di più, se ti fa piacere domandò accennando un sorriso: aveva bisogno di distrarsi dopo la riunione ed a seguito del risvolto inaspettato. Il ritorno di Kaworu da una parte l'esaltava, dall'altra la preoccupava...temeva che in qualche modo prima o poi l'uomo avrebbe scoperto il collegamento fra lei e sua madre o avrebbe indagato a riguardo, costringendola a prendere una decisione non da poco...rompere la fiducia che il villaggio aveva in lei in favore del suo clan oppure non raccontare la verità al legittimo capo-clan per rispettare l'ordine che le era stato imposto dal villaggio? Una situazione che, se fosse realmente arrivata, l'avrebbe messa in non poca difficoltà.

    SIIIII, torna Kaworu!!! **




     
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    IV

    Il senso d'impotenza e' qualcosa che un ninja dovrebbe temere. Il loro mestiere e' la guerra ed in guerra se non si e' in grado di reagire si passa velocemente da essere potenziali minacce a vittime indifese. Era cosi' che Indra si era sentito nella sua prima missione ufficiale, era cosi' che si sentiva ora. Una sensazione tediosa ed insopportabile che gli faceva venire voglia di urlare e scorticarsi la pelle del giovane viso. Certo, era una fase da cui passavano tutti prima o dopo, e poteva essere un potente stimolo per crescere, addestrarsi e migliorarsi. Ma doveva essere sfruttata nel modo giusto o rischiava di creare dei mostri. Il limite fra desiderare di essere all'altezza delle situazioni al desiderio di potere per essere superiore agli altri e' labile e sottile, mentre il primo spesso si alimenta con il senso di protezione che si nutre per famiglia e compagni, il secondo si sfama di orgoglio, arroganza ed ambizione.
    E guardando gli occhi vibranti di primitiva rabbia, sincero stupore e inconsapevole gelosia, del genin che si specchiavano in quelli brillanti dell'arcano potere dello Sharingan di Kaworu, chiunque avrebbe scommesso che fosse sulla seconda sfumatura a cui il suo cuore inesperto si stava allineando. Occhi non molto dissimili da quelli del padre comunque, a cui molti nella sala guardarono quando furono nuovamente in controllo dei propri movimenti. Davvero non c'era nessuno all'altezza del figliol prodigo? Domanda che rimase taciuta ma ben impressa nei piu' abili del clan, come quella forse espressa apertamente, se il suo ritorno fosse o no una minaccia.

    << Sarei molto felice di poter passeggiare con te Kairi-san. >> formale, l'avrebbe seguita fuori dal tempio, dopo aver salutato a sua volta il padre.
    Posato il prima passo fuori, sulla via piastrellata che di li' a poco gli avrebbe condotti al centro del villaggio, Indra annuso' l'aria intorno a lui. Gli occhi semichiusi per non distrarsi, per qualche finissimo movimento percepito nella monocromia del mondo, dagli odori soffiati dal gran respiro del vento che non era piu' lo stesso di prima. Aveva cambiato la sua cavalcata nel buio del cielo, accorrendo da altre montagne e da diversi tipi di foreste. Un attimo di comunione con la natura che lo circondava, in quello che aveva il sapore di un rito antico, o di un gesto alla ricerca della calma interiore. Ad ogni modo non piu' di pochi secondi di cui forse la sua piu' esperta compagna non si sarebbe neanche accorta. In fondo entrambi avevano molto da metabolizzare, testimoni involontari di un momento importante per il loro clan.




     
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