Un Ritorno Inatteso

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    Una Lunga Attesa


    - I -




    Mentre l’Hokage guardava il soffitto contava i giorni passati in ricerche ed esperimenti infruttuosi, era ormai passato oltre un mese, ma sapeva che per quanto si trattenesse a letto non sarebbe giunta alcuna risposta, l’aveva già provato.
    Come ogni mattina si sarebbe alzato, spuntando mentalmente la lista delle cose da fare, quelle in corso d’opera e quelle concluse. Mentre si lavava i denti lo specchio gli restituì l’immagine di un uomo concentrato ma annoiato, sfibrato. Il suo fisico non ne risentiva, ed anzi lo stress facendogli perdere qualche chilo probabilmente l’avrebbe anche reso più appetibile se non fosse per l’aria di intoccabilità che lo avvolgeva ormai sempre più densa e tangibile.
    Mentre consumava la sua colazione, scorrendo la sua lista mentale, arrivò agli impegni della mattinata, tra i quali era presente l’ennesimo tentativo di invasione mentale, ci contava sempre meno, ma se non altro i vari tentativi restituivano qualche dato che a qualcosa li avvicinava, non sapevano cosa, ma li faceva avanzare.

    O Sho o gli alieni.
    Se non altro passiamo comunque alla storia e Oda sarà felice lo stesso.


    Dopo la breve considerazione, e mentre ancora indossava il pigiama, gli bussarono alla porta, un tocco frettoloso che lo spinse a precipitarsi, riconobbe subito dall’uniforme uno dei guardiani delle mura.

    Hokage-sama!

    In persona.

    Rispose prontamente. Il guardiano riferì frettolosamente di un uomo al gate che diceva di essere Sho Saitama, cosa che per poco non fece andare la spremuta di traverso a Raizen.

    Aspettami qui.

    Ci sarebbero voluti pochi secondi perché Raizen tornasse, vestito di tutto punto e… armato.

    Mi spiegherai meglio strada facendo che ha detto.
    Ci sono non poche probabilità che non sia chi dice di essere.


    Dopotutto erano in pochissimi a sapere della sua assenza, una manciata di persone che di sicuro non avrebbero nemmeno immaginato uno scherzo simile. Sfortunatamente per Sho, al momento, non erano presenti sensitivi alle mura.
    Dopo il guardiano che lo aveva accolto dalla cima delle stesse la prima figura a mostrarsi sarebbe stata proprio Raizen, gli enormi cancelli della foglia si sarebbero aperti esclusivamente per far uscire lui, le cui intenzioni erano abbastanza chiare.
    Nonostante la distanza che separava i due il Primo uomo della foglia mise subito la mano sull’elsa della zambato, era fin troppo chiaro che volesse estrarla per caricare un colpo durante l’avvicinamento, un passo, due, tre… e svanì!
    Sarebbe ricomparso a poco più di un metro dall’individuo pronto a tagliarlo a metà, cosa curiosa: la spada si era ingrandita in maniera spropositata, effettuando un tondo che dava ben poche speranze di essere schivato. Poteva non essere più un jinchuriki, ma di certo questo non gli impediva di combattere come se fosse un gigante.
    Menato il primo fendente avrebbe portato la lama dietro le spalle per poi saltare ed effettuare una capriola mentre ancora sorreggeva la spada, era evidente che viste le dimensioni questa avrebbe impattato col terreno prima ancora di essere un problema per il suo avversario, per questo mediante l’arte della terra avrebbe permesso alla lama di affondare nella stessa come se fosse acqua e trasformando quel basico esercizio ginnico in una sega circolare gigantesca.

    Ah…

    Avrebbe continuato il suo attacco, del tutto convinto che era meglio porre domande ad un uomo che doveva supplicarti di aver salva la vita piuttosto che ad uno che poteva togliertela quando SHO iniziò a sudare.

    Ahah…!

    Poteva essere chiunque, uno sconosciuto con le sembianze del suo amico, che indossava i suoi vestiti… ma di certo non poteva sudare nella stessa identica maniera! Quell’attacco così improvviso e violento era l’unico modo per causare una reazione così veloce, e Raizen lo sapeva.

    Ahahah!

    Lasciò cadere la zambato a terra che in pochi istanti riacquisì la sua normale dimensione mentre quelli che prima erano temibili attacchi si trasformavano in pesanti pacche, quasi volesse essere certo di non avere un illusione.

    Che… che diavolo ci fai qui?
    Perché?
    Come?!?


    Si, era Raizen, e si, era abbastanza disorientato, ma felice. Gli strinse le spalle tenendolo a distanza e guardandolo, raramente aveva visto l’Hokage sorridere, forse mai. Tuttavia il peso e le opportunità di quell’esperienza non tardarono a farsi sentire e pur mantenendo la sua serenità tornò serio.

    Andiamo, questo non è il luogo migliore per parlare.
    Ti darò un ceffone, attiva la trasformazione, sembrerà che l’hai rilasciata e ci darà modo di gestire meglio questa storia.
    Trasformati in Shin.


    Era uno schiaffo pesante, e si sarebbe sentito tutto, ma doveva recitare per bene. Dopo il manrovescio l’avrebbe preso per la collottola, quasi trascinandolo.

    Me ne occupo io di questo imbecille.

    Avrebbe detto ai guardiani, trasportando quel finto problema dritto in amministrazione.


     
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12 replies since 16/1/2018, 17:57   217 views
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