Un Ritorno Inatteso

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  1. Ryose
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    The Bros Are Back!


    Come ogni altro giorno negli ultimi mesi mi svegliai di soprassalto, come se stessi soffocando, spalancai la bocca cercando aria mentre gli occhi si spalancavano e riprendevo, improvvisamente, conoscenza.
    Avevo ormai smesso di farmi la barba, non che ne volessi una bella per fini estetici, dopotutto la mia barba era piena di buchi ed era effettivamente inguardabile, ma semplicemente avevo smesso di farla.

    Da quando Sho era stato portato via da Konoha, forse a Cantha o chissà dove, avevo smesso di preoccuparmi di tante cose, camera mia aveva assunto una leggerissima sfumatura grigiastra per il manto polveroso che la ricopriva costantemente. Le finestre venivano aperte raramente durante la notte, mentre meditavo, per non rischiare che le candele esoteriche che avevo comprato si spengessero o il loro fumo uscisse fuori dalla stanza e quella era la mia fortuna, al tempo non sapevo che le candele fossero semplicemente profumate o che il venditore fosse un parolaio, ma almeno la camera non puzzava di tutti gli intrugli che provavo notte dopo notte.

    Dopo essermi fatto una doccia e aver bevuto un po’ d’acqua fresca, avevo la bocca completamente secca al mattino, constatai che non era il mio turno alle mura. Andai comunque al palazzo dell’amministrazione, c’erano ancora dei progetti da portare avanti con Raizen, prima di poter partire per cercare Sho.
    Ad un certo punto decisi di concedermi una pausa e iniziai a meditare, aprendo l’occhio interiore e cercando di percepire il chakra intorno a me.
    Stavo cercando Sho, come ogni notte e ogni giorno libero da quando era sparito, ma non ero fiducioso, sapevo che sarebbe tornato ma ancora la mia visione non era completa, mancavano dei dettagli fondamentali
    Non oggi, ma presto. Le cose si stanno muoven...
    Al limite del mio campo di percezione avevo riconosciuto qualcuno, anche se per essere più sinceri erano due in un corpo solo.
    Scattai in piedi in un attimo, correndo come un pazzo verso la porta e quando andai a toccarla per aprirla la mia mano scivolò sull’impugnatura, completamente priva di forze, vedevo sfocato ed in un attimo mi ritrovai al buio. Sho era tornato.
    Mi risvegliai poco dopo, confuso. Davanti a me c’era la segretaria di Raizen, ma io sentivo ancora mio fratello. Vivo. A Konoha. Nell’ufficio di Raizen!
    SHO!
    Spinsi la signorina da una parte senza ascoltarla e iniziando a correre come un pazzo, arrivai nell’ufficio di Raizen in 30 secondi netti.
    Spalancai la porta e trovai Raizen e Sho, trasformato in Shi. Ancora oggi non ho mai capito perché si fosse trasformato in Shin.
    Ancora una volta, tutto nero e la mia faccia sul pavimento, non proprio un’entrata trionfale, per fortuna questa volta si trattò solo di un lieve mancamento da cui mi ripresi subito, sedendomi accanto a mio fratello.
    Mi sei mancato anche tu, Sho…
    Dissi rispondendo all’abbraccio con altrettanta forza, singhiozzando tremendamente e piangendo, iniziai a parlare come un macinino, interrompendo di tanto in tanto per tirare su con il naso.
    Per tutti i Kami erano tutti così preoccupati, la mamma non ha mai smesso di piangere un giorno e anche il babbo e poi tutti mi dicevano che ci avrebbero dato una mano a trovarti ma prima dovevamo sistemare le cose qui e poi non potevo permettere che gli altri vedessero quanto ero triste perché sennò avrebbero pensato che Cantha aveva vinto.
    Ma io sapevo... che saresti tornato... prima o poi!

    Smisi di piangere non appena smettemmo di abbracciarci, asciugandomi gli occhi e soffiandomi il naso con forza, ero stremato, il mio cuore era quasi esploso due volte.
    Si avremo tempo per parlare, quanto vuoi.
    Sorrisi debolmente, quindi ascoltai Raizen e Sho.
    Sono d’accordo, sei il simbolo del fallimento di Cantha. Se scoprissero che sei tornato qui e tu glielo sbattessi in faccia la gente impazzirebbe potresti essere preso come simbolo, saresti l’eroe che è fuggito da Cantha. Saresti troppo in pericolo per ora, magari modificare la faccia è un po' troppo, la maschera basterà...
    Dovremo mentire a tutti?

    Intendevo ai nostri genitori, soprattutto a mia madre, quella santa donna non era pronta a seppellire un figlio.
     
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