Le Nuove GenerazioniCorso delle Basi Kadonomaru- Kato Yotsuki

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  1. Kadonomaru
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    ii



    ...Yotsuki.


    Le parole di Kato gli rimbombarono nel cranio con un'incisività talmente ficcante da tappargli la bocca per più di qualche istante: il nome del suo Clan, la carica di Chunin di Oto, ma soprattutto il modo con cui gli si rivolgeva, che non ammetteva troppe repliche, diedero a Kadonomaru l'ulteriore conferma che i suoi passi si fossero incrociati con quelli di qualcuno molto addentro alle dinamiche del villaggio.
    Il ragazzino, sporco di fuliggine sugli zigomi, coperto da cenci troppo strapazzati e consunti per assomigliare degnamente ad una divisa Ninja, aveva ancora addosso la ritrosìa un pò randagia e scostante di chi s'era abituato a cavarsela da solo. Pure nello sguardo, appannatosi per diversi attimi come se nella testa di Kadonomaru stessero balzando chissà quali pensieri astrusi, insisteva nel farsi largo quella ruvidità scorticante che soltanto la strada ed il vagabondaggio potevano avergli affidato in custodia.
    Quando Kato prese a domandare, il giovane parve faticare nel proporre una replica immediata, ancora una volta a testimonianza del fatto che s'era probabilmente abituato a non dar mai troppo conto a nessuno. Ma le cose stavano cambiando, ed era lecito che gli si venisse a chiedere, che si provasse ad aprire un solco nel suo passato: tutto sommato, però, Kadonomaru non sembrava andare in apprensione e, probabilmente, sapeva di poter trovare una quadratura nelle cose dette a metà. In quel modo, avrebbe preservato parte dei propri segreti e, al contempo, fatto sì che i quesiti del Chunin non restassero del tutto vani. 

    Sono figlio di qualcuno che, a suo tempo, non ha capito come trattenermi.Non contano niente per me, voglio solo andare avanti.


    In quella che voleva essere una disamina risicata della sua infanzia, nel racconto improvvisato con cui avrebbe dovuto far luce su chi l'aveva messo al mondo, però, c'era più di qualche omissione da parte sua. Kadonomaru era convinto che ,almeno al momento, la risposta data avesse buone probabilità di risultare soddisfacente. Ciò che lasciava interdetti era che neanche parlare di certi aneddoti sembrava scombussolarlo più del necessario, il neo studente di Oto pareva aver soppresso irrimediabilmente il gorgoglìo fastidioso dei sentimenti per lasciarsi pervadere completamente da un arrivismo viscerale.


    Lo so di non essere propriamente nella condizione di chiedere, o pretendere, ma mi darebbe una grossa mano essere associato solo e soltanto al mio nome.

    Una moina da ragazzaccio sempre un pò su di giri, che sarebbe anche potuta passare per un inno al fanatismo. Davanti a se,però, aveva un Chunin, lui lo teneva bene a mente, e sapeva che Kato non avrebbe mai potuto confondere la smania di eccellere di Kadonomaru con della sciocca irriverenza o, peggio ancora, scambiarla per fumosa megalomania: quindi gli parlava con convinzione ben dosata, spinto da una vèrve sanguigna e costante. Avevano la stessa fame, ma Kadonomaru era maledettamente indietro.


    Inoltratosi all'interno dell'Armeria, Kadonomaru mosse un cenno della testa verso i due magazzinieri, per far intendere che si apprestava a disimpegnarsi alla svelta nella selva d'armi e protezioni che gli si parava davanti: spiedi, shuriken, ginocchiere, erano soltanto parte dell'arsenale in miniatura che lui andava accaparrandosi con l'avidità di un forsennato. Infine, all'ultima precisazione di Kato, in merito alle mani essiccate, Kadonomaru già stava sorridendo cupamente e riguadagnando il suo fianco.


    Ci starebbe bene una testa, lì in mezzo. Ho finito, sono pronto.




     
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