Gli Uchiha dimenticatiKairi e Shin

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    Gli Uchiha dimenticati


    Post I ~ Una pausa...molto breve

    Il ragazzo si stiracchiò, allungando le braccia verso il cielo, ma il movimento risultò goffo, impedito dalla spessa imbottitura intorno a collo e spalle. Con disappunto, Shin osservò il giubbotto color verde militare che indossava. La nuova divisa, alla quale non era ancora abituato, lo rendeva riconoscibile a tutti come un chunin di Konoha, uno shinobi di grado intermedio, superiore al genin. La promozione era avvenuta quasi in sordina: il Villaggio aveva questioni più urgenti che celebrare con fasto la promozione di alcuni dei suoi membri. Al Kinryu però stava bene così, non era mai stato il tipo da ribalta, ed il numero di persone con cui festeggiare l'avvenimento era quanto mai limitato. La sua famiglia non era ancora rientrata alla Foglia, e quasi tutti i suoi amici appartenevano ad altri Villaggi dell'alleanza.

    Con l'avanzamento di grado, erano giunti anche nuove responsabilità, e gli impegni erano andati ad accumularsi man mano, più veloci di quanto il ninja fosse in grado di smaltire. Mettendosi d'impegno, il giovane si era rimboccato le maniche, smaltendo i lavori arretrati dopo aver preso il ritmo. Per farlo aveva però ridotto le ore di sonno al minimo, giungendo alle soglie dell'esaurimento. Per quel motivo, quando finalmente la sera prima gli avevano detto che poteva prendersi qualche giorno di riposo, ne era stato sinceramente felice. Tornato a casa avrebbe voluto dedicarsi ad un sacco di cose lasciate in sospeso, ma era talmente stanco che l'unica piccola soddisfazione che era riuscito a togliersi era stata quella di non impostare la sveglia per il mattino successivo.

    Peccato che si fosse poi alzato comunque al solito orario, per la forza dell'abitudine. Prendendosela con comodo, come non gli capitava di fare da tempo, aveva deciso di fare una passeggiata per le vie ancora deserte. Seduto su una panchina al margine di uno dei numerosi parchi cittadini, si stava godendo la brezza fresca, mentre il cielo iniziava ad indorarsi all'orizzonte. Cosa potrei fare oggi? Il ragazzo lasciò vagare pigramente gli occhi sul prato davanti a lui, in attesa che una risposta comparisse spontaneamente nella sua mente.

    Alla fine si era presentato davanti alla casa di una certa Uchiha. Con una mano appoggiata alla vita e l'altra che reggeva una borsetta di plastica, attendeva che qualcuno rispondesse al campanello. Era ancora piuttosto presto, ma conoscendo la kunoichi, mattiniera forse più di lui, poteva anche essersi già alzata. Se fosse stato fortunato e Kairi fosse stata disponibile, avrebbe alzato un poco il sacchetto, sorridendole. Colazione?

    Il ragazzo avrebbe estratto da due confezioni delle fette di torta da pasticceria, una al cioccolato ed una alla fragola, disponendo quella alla frutta più vicina alla donna, ma lasciando che fosse lei a scegliere per prima quale prendere. Ci hanno alzato lo stipendio, ma con tutto quello che ci fanno lavorare, non ho praticamente il tempo di spenderlo. Quindi per una volta direi che possiamo trattarci bene. Avrebbe staccato delicatamente la punta della sua porzione con una forchettina, portandosela alla bocca. Non gli sembrava quasi vero di potersi finalmente rilassare un poco, perciò avrebbe lasciato che la conversazione languisse. Kairi era una delle poche persone con cui non sentiva il bisogno di parlare in continuazione per paura del silenzio. Gli bastava restare in sua compagnia per sentirsi tranquillo, più leggero. Non aveva nessuna voglia di parlare di lavoro, ma per potersi organizzare le chiese lo stesso la situazione. Mi hanno dato qualche giorno di permesso finalmente. Te come sei messa? Se per caso avesse avuto del tempo, avrebbe aperto la bocca contento, pronto a chiederle di uscire, solo per essere interrotto da dei colpi alla porta.

    L'uomo incappucciato porse alla kunoichi un rotolo di pergamena senza proferire parola, ritirandosi immediatamente dopo. Vedendola tornare indietro con il documento, Shin avrebbe alzato la mano preventivamente. No, non me lo dire. Lasciami finire la colazione tranquillo prima. Le poche righe del documento, invisibili a chi non possedesse lo sharingan, era cortesi quanto ferme. Si chiedeva alla donna di terminare l'incarico, accertandosi della sorte dell'ultimo membro del clan rimasto sulla lista dei dispersi, Shogo Uchiha. A quanto pareva il caso di Akane si era risolto, sebbene i due ignorassero i dettagli. Mandato giù con un sorso di tè l'ultimo boccone, il giovane appoggiò la tazza al tavolo, sospirando. Quando si parte?
     
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    Le erano serviti quasi 2 anni, ma alla fine i suoi sforzi avevano portato a dei risultati: la kunoichi stava osservando il giubotto rinforzato verde appoggiato ordinatamente sul suo letto quel giorno mentre si preparava per la giornata, mentre un sorriso si formava sul suo volto. L'ultimo periodo era stato molto difficile e l'aveva provata sia nella mente che nel corpo, ma in qualche modo ne era valsa la pena. Finalmente era diventata chunin del villaggio della foglia. Per alcuni forse il peso delle responsabilità di quel compito poteva essere troppo alto, ma la ragazza invece si sentiva profondamente orgogliosa di portare quel grado.

    Aveva già effettuato il suo classico allenamento mattutino ed ora, appena uscita dalla doccia, si apprestava a rivestirsi per andare in cucina e prepararsi una gratificante ed energizzante colazione. Suo padre quel giorno era già a lavoro e così poteva fare le cose con più calma. Fu mentre scendeva le scale che un bussare alla porta attirò la sua attenzione: avvicinandosi alla porta guardò dalla spioncino e sorrise nel vedere chi la stava aspettando: aprì allegra salutando Shin Shin, ciao! esclamò guardandolo nel viso, prima di osservare il sacchettino che lo shinobi le porse Sai, stavo giusto per andare a prepararmela. Entra, preparò un thè!
    Avrebbe fatto accomodare il ragazzo senza troppe formalità, ormai si conoscevano abbastanza bene, in cucina e si apprestò a preparare la bevanda: quando si girò ad osservarlo Shin aveva posizionato due fette di torta sul tavolo e l'Uchiha istintivamente prese quella con il frutto Fragola...ti ricordi ancora i miei gusti sorrise, per poi dare un bacio sulla guancia al neo-chunin prima di riprendere la preparazione del thé.
    Grazie, né avevo proprio voglia. Ed in effetti si, ora che ci hanno alzato lo stipendio dovremmo riuscire a pagarci qualche extra in più, credo che a breve passerò al negozio Tenshi per farmi un regalo! era da un po' che aveva addocchiato quel negozio anche se non vi era ancora mai entrata, aveva voglia di togliersi uno sfizio "da donna", cosa che si era concessa pochissimo da quando era entrata in accademia. Entro pochi minuti finì di preparare il thé, appoggiando poi la teiera sul tavolo davanti al ragazzo e passandogli una tazza vuota Thé al gelsomino, è molto delicato ed è uno dei miei preferiti, spero ti piaccia sorrise, prendendo poi una posata ed iniziando a mangiare la torta alla fragola. Dopo aver ingoiato il boccone con gusto rispose alla domanda del Kinryuu Si, anche io ho qualche giorno libero. Immagino che sia la quiete prima della tempesta rise per sdrammatizzare: se il villaggio aveva deciso di lasciarli a casa per qualche giorno probabilmente era per permettergli di prendere il respiro per quello che sarebbe successo di lì a poco, almeno così credeva.

    La pace durò però ben poco: un secondo bussare alla porta attirò la sua attenzione e la ragazza si alzò con aria interrogativa per andare ad aprire. Quando davanti alla porta trovò un uomo incappucciato non si fece troppe domande, capendo subito di cosa si trattava. Srotolando la pergamena si avvicinò di nuovo al tavolo, ma prima di parlare venne bloccata dalle parole del ragazzo. Annuendo si sedette e lasciandolo mangiare attivò lo sharingan, leggendo le poche righe visibili solo a chi possedeva la sua kekkai.
    Shogo Uchiha disse quando Shin fu pronto L'ultimo della lista, il clan non mi lascia pace sembra da quando poi aveva fatto la sua improvvisa apparizione Kaworu la situazione fra gli Uchiha si era fatta più tesa che mai, mentre alcuni attendevano il suo ritorno con grande ansia ed altri con enorme timore. Ma anche quella era l'ennesima cosa di cui non poteva parlare con Shin, la fedeltà al clan aveva la precedenza...anche se ancora doveva capire fra il clan ed il villaggio chi avesse la reale precedenza...sperò di non dover essere mai costretta a fare una scelta di quel tipo.
    Rileggendo una seconda volta il contenuto della pergamena Kairi sospirò a sua volta Possiamo concederci qualche ora, ma partirei già dopo pranzo se tu sei d'accordo. Una volta sistemata questa faccenda dovrebbero lasciarci più in pace, almeno spero..



     
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    Post II ~ Crociera sul fiume

    Un piacevole brivido percorse il corpo del ragazzo quando le labbra di Kairi si poggiarono sulla sua pelle. Il contatto non era durato più di un secondo, ma aveva avuto lo stesso effetto di una scossa. Shin socchiuse appena gli occhi, assaporando la gratificante sensazione alla quale non era ancora abituato. L'evoluzione del loro rapporto era stato un processo lento, quasi indipendentemente dalla loro volontà. E il giovane ne era felice: il solo poter passare del tempo con Kairi lo faceva sentire a suo agio. Tuttavia a volte gli capitava di non sapere come comportarsi, se un certo atteggiamento fosse corretto, o se al contrario avrebbe dovuto osare di più. Stava semplicemente imparando qualcosa di completamente nuovo per lui, e nel modo più naturale possibile: provandolo sulla sua stessa pelle. Avrebbe fatto errori, ma ogni conquista sarebbe stato merito suo. Si augurava solo che i suoi sbagli non ferissero la persona che gli stava accanto.

    Grazie per il tè, era ottimo. Lo shinobi ripose con delicatezza la tazza, prendendo un respiro profondo prima di invitare la donna a parlare, già sapendo che cosa doveva aspettarsi. Non che servisse poi questo gran intuito. Il Kinryu ripete tra sé il nome appena udito, annuendo alla successiva proposta della compagna. Di fatto il documento non specificava che lui dovesse accompagnarla, ma Kairi l'aveva già contato a quanto pareva. D'altro canto, avevano cominciato quella storia insieme, ed insieme l'avrebbero portata a compimento. Dopo pranzo va benissimo, così posso passare da casa a recuperare il mio equipaggiamento. Almeno quel contrattempo gli aveva risolto il problema di decidere cosa fare per tenersi occupato nei suoi giorni liberi. Era però ancora presto per congedarsi, e il ragazzo cercò di riportare la conversazione sui toni leggeri che aveva in precedenza. Per preoccuparsi ci sarebbe stato tempo in seguito. Prima parlavi di fare shopping... Hai già pensato a che tipo di vestito ti piacerebbe? Appena ebbe terminato di parlare, realizzò di aver commesso un enorme passo falso scegliendo proprio quello come argomento. Aveva il terribile presentimento che sarebbe stato incastrato da lì a poco.

    L'uomo è un animale che impara dalle proprie esperienze, e il Kinryu non faceva eccezione. Memore delle difficoltà incontrate l'ultima volta, aveva fatto i compiti. Aspettandosi uno sviluppo del genere, aveva compiuto per tempo delle ricerche sull'ultimo nome rimasto sulla lista. Durante il viaggio verso il Paese dei Fiumi, Shin avrebbe aggiornato la collega sulle ultime scoperte. Shogo Uchiha, chunin di Konoha, disperso in missione ormai più di tre anni fa. La sua scheda era encomiabile, ed anche i suoi ex commilitoni hanno avuto solo lodi per lui. Mi risulta difficile credere che abbia disertato o tradito il Villaggio, ammesso che l'uomo della segnalazione sia veramente lui. Lo shinobi si fermò un attimo, controllando lo spazio antistante a lui, prima di ricominciare a muoversi tra i rami. In ogni caso ho fatto tenere d'occhio la zona da alcuni gregari del clan, il sospetto dovrebbe trovarsi ancora lì. I Kinryu contavano basi e filiali in tutto il continente o quasi, e il giovane aveva imparato a servirsene quali appoggi negli ultimi mesi. La loro destinazione, diversamente dal raggruppamento di casupole in mezzo alla palude in cui erano finiti nell'ultima missione, era una cittadina di grandezza dignitosa, anche se non grande, ed era uno scalo per i commerci via fiume che rendevano ricca la regione. Insomma, terreno fertile per una famiglia che aveva fatto degli scambi la sua ricchezza.

    All'imbarcadero, lo shinobi diede un'occhiata alle varie imbarcazioni ormeggiate, trovando infine quella che stava cercando. A giudicare dalle manovre che si stavano svolgendo sul ponte la chiatta fluviale era in procinto di partire, quindi erano giunti proprio in tempo. Il chunin aveva scelto di svolgere l'ultimo tratto del percorso via nave, discendendo il grande fiumi che faceva da confine con il Paese del Fuoco fino ad uno dei suoi rami terminali in vista ormai del mare. Appena ebbero posto piede sulla tolda comparve davanti a loro, non si sa bene da dove, un uomo piuttosto robusto, dai capelli arricciati e la pelle abbronzata dal sole. Cosa volete? Dal modo in cui li squadrava, era chiaro che la loro presenza lo infastidiva. D'altronde a nessuno capitano avrebbe fatto piacere la visita dei militari sul proprio bastimento. Tuttavia bastò che Shin facesse scivolare la mano fuori dal mantello affinché l'espressione sul volto dell'uomo mutasse completamente. D'accordo, statevene buoni da qualche parte finché non arriviamo. Voltandosi, iniziò a ridare ordini ai marinai, invitandoli a sbrigarsi. Il capitano lavorava per una delle filiali Kinryu più grandi di quel Paese e aveva riconosciuto all'istante l'elegante anello al dito del foglioso. Pigramente, la nave prese a scivolare sull'acqua. Ormai il cielo iniziava ad arrossarsi all'orizzonte, e la lenta corrente del grande fiume trasportava ad una velocità modesta l'imbarcazione a basso pescaggio. Sarebbero arrivati alla loro meta di prima mattina.
     
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    Alla domanda sullo shopping del ragazzo alzò gli occhi verso l'altro qualche secondo, con fare pensieroso Non sono una grande amante dello shopping in generale, ma sembra che in quel negozio abbiano un abito in grado di cambiare aspetto tramite il chakra secondo le necessità. Ho pensato che potrebbe essere utile in diverse occasioni visto il mio lavoro affermò tornando ad osservare lo shinobi, che se si aspettava una uscita tipica di una ragazza comune sarebbe rimasto sorpreso: per l'Uchiha la vita da kunoichi era la priorità, sempre e comunque.

    I due si sarebbero poi salutati, avendo entrambi il tempo di effettuare i necessari preparativi prima del viaggio. Una volta in marcia con tutto il necessario il Kinryuu la aggiorno su tutto ciò che sapeva del loro prossimo obiettivo Non escludo sia stato catturato allora, o sia morto in battaglia. Oppure, ma mi sembra il caso più assurdo, a causa di un qualche trauma abbia sofferto di amnesia e non sappia più chi è in realtà. Ma dato il suo curriculum non penso abbia tradito...certo che è un peccato, non sono ancora riuscita a riportare nessuno al clan... per ora aveva collezionato due buchi nell'acqua, ucciso un Uchiha pazzo e sistemato un impostore che stava infangando il nome del suo clan, ma non le sarebbe dispiaciuto per una volta aiutare effettivamente un suo consanguineo a tornare a casa. Certo che i Kinryuu hanno le mani impastate un po' ovunque se riescono a reperire tutte queste informazioni, non hai mai pensato di metterle anche al servizio del villaggio oltre che dei soli clan che vi pagano? era certa che in molti avrebbero apprezzato un aggancio di quel tipo.

    Arrivati nei pressi dell'imbarcadero i due non impiegarono molto tempo per trovare la giusta imbarcazione e furono accolti malamente dal capitano, che però pur non cambiando atteggiamento li lasciò imbarcare non appena visto l'anello del neo-chunin. Sedendosi tranquilla sull'imbarcazione la kunoichi avrebbe aspettato che le acque li portassero a destinazione, approfittando del viaggio per riposarsi un poco. Non sapevo esattamente ciò che l'avrebbe aspettata, ma voleva essere preparata ad ogni evenienza.


     
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    Post III ~ Sorprese

    Il Kinryu tendeva a dimenticare che per quanto carina potesse essere, Kairi rimaneva prima di tutto una kunoichi di Konoha e un orgoglioso membro del clan Uchiha. In quel caso specifico, però, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. A quanto pareva il pericolo shopping era scampato.

    Shin inclinò un poco la testa di lato alla domanda della compagna, pensandoci su. Non sapeva bene come rispondere. La sua famiglia faceva parte del Villaggio della Foglia, e tanto lui quanto lo zio in passato avevano scelto di divenirne parte integrante, scegliendo la vita dello shinobi. Tuttavia, il clan in sé, sparso sull'intero continente, non doveva fedeltà alcuna, se non a se stesso. Questo voleva dire accettare compromessi e fornire informazioni alle varie potenze per garantirsi la sopravvivenza, prima ancora del guadagno. Konoha e il Paese del Fuoco, per quanto si ritenessero moralmente superiore agli altri, non facevano eccezione. I servizi ricevevano continuamente dati da parte del clan, molti dei quali di estrema rilevanza per la sicurezza del Villaggio. Per accordo tacito, poi, i vari rami evitavano di rivelare i segreti interni di cui fossero venuti a conoscenza, ma rimanevano comunque molte altre informazioni che facevano gola tanto ai poteri pubblici quanto ai privati. Credo che anche il Villaggio abbia il suo tornaconto, non preoccuparti. Shin rimase vago sull'argomento, perché in fin dei conti non sapeva bene neanche lui che tipo di accordi avessero stretto ai vertici. L'unica cosa di cui era certo era che tra i loro clienti vi erano anche alcuni alti rappresentanti, perché lui stesso aveva consegnato dei rapporti confidenziali, senza conoscerne il contenuto. Restava da capire quanti fossero legati ad attività ufficiali e quanti ad eventuali interessi personali.

    Il viaggio sarebbe stato tranquillo, addirittura rilassante. Dopo cena, il chunin si lasciò cullare dal rollio ritmico del legno, finendo presto per avere gli occhi pesanti. All'ennesimo uno sbadiglio, coperto all'ultimo secondo dalla mano, avrebbe deciso di riposare un po'. Immaginarsi pericoli tali da richiedere la veglia anche in quella situazione sarebbe stato paranoico al livello di un certo Yotsuki di sua conoscenza. Posso? Se Kairi non avesse avuto nulla da ridire, avrebbe appoggiando la testa sulla spalla della ragazza, chiudendo le palpebre sentendosi al sicuro.
    Alle prime luci dell'alba si aprì davanti a loro il villaggio di Ume. Le dita rosse del sole sfioravano i tetti spioventi in legno dando l'impressione di incendiarli, facendo rilucere i pochi edifici in pietra. La nave, pigramente come aveva proceduto fino a quel momento, si accostò alla banchina del dignitoso porto fluviale, e i marinai iniziarono le procedure di approdo e sbarco. Nell'area l'attività era già fervente, con pescatori che scaricavano il frutto del loro lavoro notturno e operai intenti a caricare grosse casse piene di merci sui navigli alla fonda. I negozianti stavano già contrattando il prezzo del pesce mentre ancora gli addetti lo stavano selezionando, gettando gli scarti. Al vociare allegro degli uomini si univa il gracchiare cacofonico dei gabbiani di fiume, posati sui cordami e sugli steccati, in attesa della loro parte. Grazie del passaggio, capitano. L'uomo si limitò ad annuire di rimando, calcandosi un cappello consunto dall'uso sulla fronte.

    L'abitato aveva un aspetto ordinato, tipico di un benessere non ostentato. Le dimensioni erano ridotte, potevano abitarvi forse un migliaio di persone, escludendo eventuali viaggiatori e lavoratori in transito, ma per chi come loro doveva trovare qualcuno non erano comunque poche. Da dove iniziamo? Contrariamente alle aspettative, la loro ricerca non sarebbe stata poi così complicata. I capelli nero carbone come quelli di Kairi erano piuttosto inusuali nella zona, e per quanto ci fosse un via vai di gente continua gli stranieri che si trasferivano nel villaggio permanentemente non erano poi molti. All'ennesimo negoziante che avessero interrogato, avrebbero ottenuto finalmente una pista. Un uomo che corrisponde alla descrizione? Ci sarebbe Sho... Abita in quella casa in fondo alla via. Se lo vedete salutatemelo, mi aiuta sempre a spostare gli scatoloni quando il garzone ha il giorno libero. L'uomo li salutò con la mano mentre si allontanavano nella direzione indicata. Che strano... E' come se non stesse provando neanche a nascondersi...

    xOcYm4k Davanti alla porta, sarebbero rimasti ad attendere invano. Per quanto bussassero, infatti, sembrava proprio che non ci fosse nessuno in casa. Forse potremmo provare a ripassare più tardi, o magari potremmo entrare a dare un'occhiata, che ne pensi? Quale che fosse la risposta dell'Uchiha, non avrebbero avuto il tempo di metterla in pratica. Buon giorno... Avete bisogno di qualcosa? La voce alle loro spalle, che li avrebbe fatti presumibilmente girare di scatto, apparteneva ad una donna dai capelli rosso acceso. In una mano teneva un bambino di circa tre anni, dagli inconfondibili capelli neri, mentre l'altra avvolgeva protettiva il pancione sporgente. Stava lì, davanti a loro, sorridendo radiosa. Shin rimase per un paio di secondi completamente immobile per la sorpresa. Ripresosi, voltò il capo per osservare la reazione della compagna, attendendo che fosse lei a prendere la parola.
     
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    Non avrebbe avuto problemi nel lasciare che Shin appoggiasse la testa sulla sua spalla, anzi concedendosi di fare lo stesso durante il viaggio: chiudendo gli occhi si sarebbe lasciarsi a sua volta cullare dal ritmico ondeggiare del mezzo di trasporto, addormentandosi ben presto appoggiata fianco a fianco al Kinryuu. Si sarebbe svegliata solo appena fossero arrivati, svegliata dallo stesso capitano che avrebbe poi ringraziato con un inchino unendosi così al chunin Grazie mille anche da parte mia

    Fortunatamente per loro quella volta le indagini si sarebbero svolte in maniera semplice e senza troppe complicazioni da parte dei negozianti, che invece si sarebbero dimostrati molto disponibili e ben presto avrebbero indirizzato entrambi gli shinobi verso la sua casa. Lanciando un'occhiata incuriosita al ragazzo accanto lei la kunoichi si sarebbe ben presto diretta verso la casa indirizzata, condividendo lo stesso dubbio No, in effetti no. Ma almeno sappiamo che è ancora vivo, almeno se quel che dicono è vero
    Arrivati davanti alla porta sarebbero rimasti ad attendere qualche tempo di venire accolti senza ricevere risposta e solo quando stavano per allontanarsi qualcuno venne ad accoglierli, anche se decisamente non era la scena che Kairi si aspettava di vedere: davanti a lei una donna in dolce attesa stringeva nella mani un bimbo di pochi anni i cui tratti somatici appartenevano senza troppi dubbi agli Uchiha.
    Sbattendo un paio di volte le palpebre per la sorpresa rimase in silenzio qualche secondo prima di riuscire a parlare Ecco...salve signora, chiediamo scusa per il disturbo iniziò, inchinandosi leggermente sia in segno di saluto che di cortesia Ci hanno indirizzato in questa casa gli abitanti del villaggio. Vede, sto cercando un mio...consanguineo voltandosi avrebbe mostrato il ventaglio bianco e rosso che aveva ben impresso dietro la schiena Shogo Uchiha. Mi chiamo Kairi Uchiha, chunin di Konoha. Penso si tratti di vostro marito, giusto? con un sorriso avrebbe aspettato una risposta da parte della donna, cercando di fare capire con il suo fare tranquillo come non avesse in alcun modo intenzioni malevole. Se come pensava l'uomo si era sistemato in quel luogo, di certo non l'avrebbe forzato in alcun modo a tornare al villaggio o al clan: non avrebbe rappresentato in alcun modo una minaccia. Vede, risulta disperso dal clan da diversi anni ormai, e sono qui per verificare che stia bene e nient'altro, non si deve preoccupare


     
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    Post IV ~ Chiudere un occhio

    Il breve momento di imbarazzato silenzio fu rotto dalla kunoichi di Konoha, la quale prese in mano la situazione con la sua solita presenza di spirito. Senza troppi giri di parole, la ragazza spiegò alla donna perché si trovavano lì. Quella parve sorpresa per un attimo, ma si riprese subito, tornando a sorridere dolcemente. Vi va di parlarne dentro, così possiamo stare più comodi? A meno che i due non si fossero opposti, la loro ospite avrebbe aperto loro la porta, invitandoli ad entrare. Prego, accomodatevi pure in salotto. Vi porto subito un tè. Immagino abbiate viaggiato molto per raggiungerci.

    Shin, seduto per terra, mosse un pupazzetto, assecondando la storia che il bambinetto stava creando con i suoi giocattoli. Mentre teneva occupato il piccolo, Kairi poteva ascoltare quanto la madre aveva da dire con tranquillità.Non preoccuparti, quando mia sorella aveva la sua età giocavo sempre con lei quando i nostri genitori erano al lavoro... Te intanto risolvi la questione. Con un sorriso lo shinobi cercò di rassicurare la collega, comunicandole come si fidasse della sua capacità di scelta.

    La donna rimase ad osservare per un poco il figlio tutto contento per aver trovato un compagno di giochi, stringendo la tazza calda senza però berne. Da dove iniziare... Con estrema lentezza, cercando le parole, prese infine a raccontare la sua storia all'Uchiha. Sono nata in un villaggio minuscolo tra la confluenza dei cento rami in cui il grande fiume si frammenta nella sua lunga corsa verso il mare. Un giorno... Ho trovato Shogo sulla riva. Ferito, era stato trasportato dalle correnti. Ovviamente l'ho portato con me, l'abbiamo curato al meglio delle nostre possibilità e dopo essere rimasto tra la vita e la morte per quasi un mese si è ripreso per fortuna. Arrossendo, la narratrice abbassò lo sguardo. Da parte mia, è stato amore a prima vista. Mi sono presa cura di lui durante la convalescenza, e alla fine... Sono stata ricambiata. Quasi inconsciamente, la donna spostò gli occhi sulla testa nera del figlio. Per la gente del fiume l'ospitalità è sacra... Ma la mia famiglia non ha gradito la nostra relazione, quindi siamo fuggiti qui. Sospirò, ormai giunta al termine della sua storia. Gli avevo proposto di tornare al suo Villaggio, ma ha detto che il suo clan avrebbe reagito esattamente nello stesso modo, e ci avrebbero separati... Ed io... Non... Alzò gli occhi improvvisamente lucidi, puntandoli dritti in quelli dell'Uchiha. Ti prego, non portarmelo via... E' la mia vita... Le parole, appena sussurrate per timore che il figlio le sentisse, erano forse nella loro semplicità la supplica più straziante che la giovane avesse mai sentito. Shin, che con un orecchio stava ascoltando, non alzò la testa, ma socchiuse leggermente gli occhi. Tuttavia non avrebbe detto nulla, affidandosi completamente a Kairi.
    Più tardi, sulla strada che li conduceva lontano dal paesino, i due ninja della Foglia avrebbero avuto modo di confrontarsi su quanto avvenuto se l'avessero voluto. Almeno fino a quando un improvviso gracchiare al margine del sentiero non avesse attratto la loro attenzione. Un corvo nero più grande del normale, sebbene non enorme, li stava squadrando con delle iridi rosse che ricordavano decisamente gli occhi degli Uchiha, sebbene senza le caratteristiche tomoe. Kairi... Pensi anche tu che... Il Kinryu avrebbe lasciato la frase in sospeso, per verificare se la collega era giunta alla sua stessa conclusione. Avevano già visto un uccello come quello in un passato neanche troppo remoto, e ne avevano atteso la ricomparsa. Il giovane aveva già fatto la sua scelta da tempo, e fece un passo avanti privo di esitazione. Avrebbe atteso che la Kairi facesse altrettanto, eventualmente voltandosi verso di lei, inclinando appena il capo con un accenno di sorriso. Andiamo?

    Se la ragazza avesse accettato, si sarebbero ritrovati ben presto in un luogo a loro sconosciuto, dall'aria deserta. Lo shinobi non avrebbe smesso un attimo di guardarsi intorno, aspettandosi che la persona che li aveva convocati comparisse da un momento all'altro. Eppure, quando se lo ritrovò a fianco, si rese conto di non essere riuscito minimamente a percepirlo. Avete accettato alla fine. Scrutandoli dall'alto in basso, l'uomo dai capelli neri si avviò verso la foresta lasciandoseli alle spalle. Il Kinryu lo seguì a passo rapido, mentre quello gli rivolgeva la parola. Hai perfezionato l'abilità sulla quale stavi lavorando? Le labbra del chunin si incresparono in una smorfia. Maestro, mi sono allenato e penso di esserci quasi, ma manca ancora qualcosa... L'Uchiha si fermò, facendogli segno di farsi avanti, al che il giovane obbedì timoroso. Mostrami. Shin portò la mano destra davanti a sé con le dita unite come se intendesse colpire di taglio. Poco dopo il braccio e l'estremità vennero ricoperte di chakra turbolento, da principio sul punto di esplodere, poi sempre più concentrato ed affilato. Con lo sguardo di chi aveva capito tutto, l'uomo sospirò. Qual'è la tua impronta? Gli occhi del ragazzo si spalancarono, intuendo all'istante dove intendesse andare a parare il maestro. Improvvisamente l'energia che avvolgeva l'arto si fece scoppiettante, ricoprendosi di piccole folgori. Non riusciva a controllarle come in precedenza, ma era solo una questione di esercizio. Capisco... La ringrazio. Chinato il capo, il giovane si diresse verso un albero poco distante, desideroso di testare subito la miglioria apportata all'abilità che stava sviluppando. L'uomo lo osservò allontanarsi, prima di spostare lo sguardo su Kairi. L'altra volta non ho risposto alle tue domande. Lo farò oggi... Forse. Le iridi, dello stesso nero di quelle della kunoichi, la scrutarono con incredibile profondità. Però prima vorrei sapere se hai pensato alle mie parole. Hai scelto chi vuoi diventare, erede di Indra?
     
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