Una questione di cibo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. leopolis
        Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è

    Group
    Giocatori
    Posts
    18,071
    Reputation
    +217
    Location
    Luce di stelle

    Status
    Anonymous

    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Alla fine dei conti non era fatto così difficile come pensava mangiare a Oto. Era un posto silente e pericoloso. Per giunta ci pensava il Colosso a cibarlo con i corpi della prigione. Gente perduta, gente senz'anima, gli sconfitti delle battaglie. Sarebbero stati tutti sul palmo della sua mano e se li sarebbe mangiati tutti sicuramente. Aveva un gran appetito per quel genere di cose. Certo, gli piacevano soprattutto i bambini, ma anche quelli stavano scemando. Del resto non poteva accontentarsi sempre di cibarsi con la sangue fresca (e profumata), con i muscoli ancora ripieni di sangue dal soffice sapore e con tutto il corpo che faceva venire (letteralmente) la saliva alla bocca. Mangiava carne e beveva sangue e stava benissimo in quel posto. Se non fosse che Diogene gli doveva ben 5000 ryo e che, beh, doveva pregare il suo Dio pur di non cadere preda di pericolosi sintomi che lo colpivano non appena si metteva a digiuno. Inoltre doveva pregare e per farlo doveva trovare un buon... posto. Uno di quelli che gli avrebbe dato modo di concentrarsi sulla preghiera verso il suo Dio. O il sedicente tale. Pensò che prima o poi avrebbe voluto scoprire quel che suo Dio. Prima o poi... Perché in quel momento si limitò soltanto a uscire dalla Villa Mikawa lasciando al suo posto le carta-bombe che aveva prodotto per Diogene. Lasciò al suo posto anche il Sigillo di Teletrasporto remoto posizionato proprio al centro della stanza. Doveva procurarselo da solo, il cibo, quella sera.

    Non fu troppo difficile: Diogene gli aveva lasciato le chiavi delle prigioni mentre da solo era andato da qualche parte altrove. Fra tutte le celle cercò i detenuti che più avrebbero saziato la sua fame. Un bambino di circa 6 anni, forse orfano, dai bei capelli ricci. - «Vieni qui...» – gli disse aprendo la cella. - «Vuoi una caramella?» – con le mani avrebbe fatto vedere un qualcosa di molto simile a una caramella, prendendolo sotto braccio per portarlo fuori mentre tutti gli altri prigionieri restavano incatenati alle mura. - «Sei libero... di andare...» – Gli disse una volta portato fuori indicando il cancello Nord in lontananza. La notte era calata a quel punto. Dal cielo solo qualche bagliore argenteo. Eppure il bambino corse, più che poteva. Quanto poteva. Non troppo veloce però. Attivando la sua vista notturna Minoru si gettò sullo stesso in meno di un istante tagliandogli la strada nel mentre sulle sue labbra si disegnava un sorriso maligno e beffardo. Non sarebbe andato da nessuna parte quel bambino quel giorno.
    Se non negli inferi.

    Gli spezzò il collo con un unico veloce gesto, facendo sì che il suo corpo cadesse, in silenzio, sulla polverosa strada di Oto. Quindi lo prese in braccio portandolo laddove la luce della Luna splendeva di più. Un posto non nascosto, ma ben visibile, quasi pubblico. Amava farlo in luoghi pubblici, pensando che lì avrebbero potuto scoprirlo. Sdraiando il bambino sul suolo dapprima stracciò i suoi vestiti, affinché il petto fosse libero. Quindi, materializzando uno spiedo nella mano, lo immerse nel sangue del bambino. Quando ne fu ripieno disegnò il simbolo di Somujo sul petto del giovane ragazzo e, leccandosi le labbra, fu pronto per immergere i suoi denti nelle carni del giovane.

     
    .
7 replies since 7/2/2018, 00:25   88 views
  Share  
.